“Per insegnare bisogna emozionare…”
di Comunicazione NEST
“Per insegnare bisogna emozionare, molti però pensano ancora che se ti diverti non impari”.
Questo principio montessoriano racconta l’Hub Nest-Bari.
Ciascun bambino possiede un potenziale fisico e intellettivo unico e irripetibile che va accompagnato e guidato in modo da potersi esprimere liberamente. Un bambino posto in un ambiente giusto e stimolante, con materiali idonei alle sue necessità di crescita e che stimolino la creatività e la fantasia, vede sollecitate le sue abilità cognitive, logiche, attentive, fini e grosse-motorie. Sin dai primissimi giorni di vita, il piccolo necessita della guida di un adulto attento e sensibile ai suoi bisogni di crescita e responsivo rispetto alle sue necessità. A tali condizioni, potrà sperimentare e affinare, evolvere e potenziare, sollecitare ed ampliare le sue enormi potenzialità innate.
I bambini, anche quelli molto piccoli, sono “bombardati” e sollecitati da informazioni e stimoli provenienti dall’immediato contesto circostante e ripetono, essenzialmente per imitazione, le azioni che vedono fare agli adulti, soprattutto agli adulti significativi e di riferimento. Sono spugne, curiose e insaziabili, e apprendono continuamente, a prescindere da un reale e cosciente intento educativo da parte dell’adulto, e per questo è importante fornire loro stimoli giusti e variegati.
I primi anni di vita sono fondamentali per l’apprendimento: il piccolo già possiede un potenziale inimmaginabile e un’eccezionale capacità di comprensione e assimilazione. Non bisogna dimenticare che l’intelligenza, oltre che avere una componente ereditaria è anche frutto delle opportunità fornite e degli stimoli provenienti dall’ambiente circostante e che il cervello “cresce con l’uso” e si arricchisce nel progressivo incontro con il mondo. A chi ritiene che imparare in tenera età possa rappresentare uno sforzo eccessivo e che possa togliere serenità e improvvisazione all’infanzia, gli studiosi ribattono che per i bambini imparare è l’attività più bella, inconsapevole e allo stesso tempo più naturale che ci sia.
Come stimolare allora l’intelligenza e l’apprendimento dei bambini sin dai primissimi giorni di vita?
Lo scopo dell’apprendimento precoce non è trasformare il bambino in un piccolo genio, ma creargli e dargli l’occasione di trasformare le proprie potenzialità in saperi e abilità, al fine di sfruttare l’immensa capacità di apprendimento di cui è stato dotato alla nascita.
L’importante è che per il bambino tutto sia un gioco e che, pertanto, si rispettino i suoi tempi, le sue predisposizioni e i suoi bisogni, la sua motivazione e la sua curiosità. Insegnare deve essere un divertimento innanzitutto per l’adulto, che, prima che veri e propri contenuti didattici, deve trasmettere con entusiasmo l’amore per la conoscenza e stimolare la curiosità di fare, di toccare, di pensare, di provare, di scoprire. Una valida forma d’insegnamento, sin dai primi momenti di vita, può essere descrivere ciò che si fa o passeggiare nel parco e illustrare il nome di fiori e animali. Basta parlare con calma e chiarezza e ripetere i nomi di oggetti e azioni, in modo che possano essere memorizzati, dando poi la possibilità al bambino di fare esperienza concreta di quanto imparato.
Anche se la tecnologia aiuta e può rappresentare un valido supporto all’apprendimento, occorre ricordare che dare gli stimoli giusti al bambino non deve significare solo fornire loro cellulari e computer super tecnologici, anche se con app dedicate. Non bisogna far perdere il contatto con la realtà e il gusto della fatica che c’è dietro la scoperta di un prato verde o di un cielo azzurro… toccato con mano e non con un semplice click del mouse.