NEST Napoli. L’alleanza tra famiglie e operatori.
di Comunicazione NEST
“Ma possiamo fare le attività tutti i pomeriggi?”. Questa è una delle richieste abituali delle mamme dei bambini che frequentano le attività pomeridiane bisettimanali dell’hub NEST di Napoli. Quando abbiamo iniziato con la lettura, la musica ed il coding credevamo si trattasse soprattutto della richiesta di un luogo sicuro nel quale lasciare i bambini anche oltre l’orario scolastico così da consentire ai genitori di ritagliarsi uno spazio e un tempo di lavoro o di tranquillità. Poi però anche i genitori hanno iniziato a frequentare l’hub. Alla base del patto educativo che genitori e operatori firmano al momento della presa in carico, infatti, c’è la necessità che le famiglie partecipino attivamente alla programmazione dell’hub e che prendano parte ad attività pensate anche per loro, oltre che per i bambini. All’inizio è stato difficile, addirittura faticoso, coinvolgere i genitori. Far passare il messaggio che il lavoro si fa insieme, che senza di loro ogni intervento con il bambino perde di efficacia e di senso, è stato forse il passaggio più complesso. Molte famiglie, soprattutto quelle provenienti da quartieri complessi come quello in cui si trova l’hub napoletano, sono abituate a delegare alla scuola ogni aspetto educativo. Spesso non hanno neppure idea di poter chiedere informazioni su quanto viene fatto o non fatto in classe e quello che accade tra le mura scolastiche, complice anche un atteggiamento talvolta difensivo e poco abituato al dialogo con insegnanti e docenti.
L’hub NEST di Napoli è collocato in una scuola, collabora attivamente con la scuola ma non è la scuola, non funziona allo stesso modo. Abbiamo, giorno dopo giorno, promosso la partecipazione attiva dei genitori, informandoli di quello che avevamo intenzione di proporre ai bambini. Tenendo conto delle loro domande e dei loro interessi. Abbiamo infine strutturato un appuntamento settimanale, un gruppo di parola condotto da una psicologa e, all’occorrenza, dalle educatrici del servizio o da altri esperti. È nata, in questo modo, la “riunione di condominio” del mercoledì pomeriggio, così battezzata da una delle partecipanti che, soprattutto in una fase iniziale, voleva sottolinearne l’obbligatorietà e farci sapere, senza troppi giri di parole, che non si trattava di incontri ai quali teneva così tanto a partecipare, come ogni riunione di condominio che si rispetti. Oggi, quella stessa mamma non manca ad un appuntamento, partecipa con interesse e, seppur spesso silenziosamente, mostra di avere perfettamente compreso il senso del lavoro di NEST.
I genitori ci chiedono oggi di aprire le attività su base quotidiana perché hanno visto, toccato con mano, l’impatto che queste hanno avuto sui loro bambini. Recentemente una di loro ha condiviso con il gruppo che suo figlio di quattro anni, da qualche settimana, “ha perso il vizio” di addormentarsi con il tablet tra le mani e, al congegno tecnologico, oggi preferisce un libro di favole che, ogni sera, costringe la mamma o il papà a leggergli. E “guai a saltare qualche rigo” nella speranza di velocizzare l’addormentamento, ormai il piccolo conosce a memoria la storia e si accorge di ogni piccolo cambiamento!
Vincente è stato senz’altro, da un lato, rendere consapevoli i genitori dell’enorme impatto che possono avere sui loro bambini da un punto di vista educativo e, dall’altro, mostrare loro tutte le potenzialità di cui dispongono per incidere positivamente nella vita dei loro figli, al di là dei consueti metodi educativi, fini a se stessi, del rimprovero e del premio.
Oggi le famiglie e operatori del servizio sono alleati. I genitori, infatti, hanno compreso quanto il loro diretto coinvolgimento nelle attività educative dell’hub sia fondamentale per la crescita e lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale dei propri figli e delle proprie figlie.
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