Prendersi cura di un luogo significa non solo assumersi la responsabilità del luogo stesso ma anche delle persone che lo abitano
di Comunicazione NEST
Sin dall’apertura di NEST a Napoli abbiamo offerto il nostro sostegno alle famiglie con bambini da 0 a 6 anni, proponendo attività pomeridiane educative per bambini da 3 a 6 anni e predisponendo uno spazio educativo gratuito rivolto a bambini dai 18 ai 32 mesi, mettendoci al fianco degli interi nuclei familiari in condizioni di difficoltà economica e di marginalità nel quartiere Stella-San Carlo all’Arena.
Inizialmente, aprendo il portone di NEST, ci trovavamo davanti tracce evidenti del disagio sociale diffuso nel quartiere. Spazzatura e siringhe abbandonate erano segni dell’incuria e della disattenzione verso uno spazio che, prima del nostro arrivo, appariva (come effettivamente era) abbandonato.
Ed è proprio dal territorio che ci sono giunti i primi segnali di cambiamento. NEST, infatti, parte dal “nido” per estendersi nei territori con l’obiettivo di trasformarli in ambienti favorevoli all’educazione.
I contesti urbani valorizzati dall’intervento, se conosciuti, possono essere vissuti in maniera più responsabile e consapevole dai loro abitanti.
Grazie al nostro progetto molti degli utenti hanno ristabilito un contatto non soltanto con il quartiere ma con l’intero territorio della III Municipalità, con i servizi e le opportunità loro offerte.
Alcune donne, raggiunte dal nostro intervento, hanno riconsiderato una serie di opportunità derivanti dall’affidamento ai servizi sociali con i quali lavoriamo a stretto contatto. Molte hanno potuto conoscere una serie di prassi educative innovative, confrontandosi con esperti, ritagliarsi uno spazio per cercare lavoro, orientarsi alle misure disponibili per ottenere un sostegno economico e sociale, conoscere altre donne e condividere le loro storie, le loro difficoltà e i loro bisogni.
Prendersi cura di un luogo significa infatti non solo assumersi la responsabilità del luogo stesso ma anche delle persone che lo abitano ed è quello che abbiamo cercato di fare.
Abbiamo segnalato alle autorità la situazione di criticità in cui ci trovavamo: tossicodipendenza, sporcizia, abbandono. Dopo aver suonato il campanello di allarme abbiamo ricevuto un effettivo riscontro, tradottosi in una maggiore attenzione e in una presenza più attiva delle forze dell’ordine nel quartiere.
Nonostante questo incoraggiante riscontro, abbiamo anche sperimentato la difficoltà, tutt’oggi presente, dei danni causati dalle forti piogge dello scorso novembre che hanno provocato la caduta di calcinacci da una sezione del plesso scolastico in cui l’hub è ospitato: un edificio storico ad oggi in “messa in sicurezza”.
Questa difficoltà di acceso ha costretto le utenti del nostro servizio e le famiglie dei bambini iscritti presso la scuola Lezzi a usare invece dell’ingresso principale una scala secondaria, meno comoda e pericolosa.
La chiusura dell’accesso principale ha riportato a un nuovo degrado dell’area con un riaggravarsi delle condizioni del territorio circostante che richiederà, oltre all’intervento di ristrutturazione in corso, una rinnovata attenzione.
Monitorare, sollecitando nuovi interventi, sarà ancora una volta un nostro impegno, trovare nuove opportunità di aggregazione per il territorio un’altra sfida.