Con Movi-Menti in Sicilia si chiude un autunno ricco di stimoli e attività
di movimenti
Le cinque regioni coinvolte nel progetto Movi-Menti stanno tirando in queste settimane le fila del primo anno di attività. Ogni territorio si è impegnato con tante proposte e attività, tutte corrispondenti alla programmazione e ai filoni che il Movi-Menti sta portando avanti per combattere la povertà educativa e costruire comunità educanti.
Oggi raccontiamo quanto fatto in questi ultimi mesi in Sicilia.
Il ciclo autunnale del progetto Movi-menti, curato in Sicilia dalla Fondazione di comunità Val di Noto e coordinato dalla Cooperativa ‘L’Arca’ di Modica, proposto attività e laboratori ricchi di stimoli che hanno incuriosito i nostri piccoli e grandi protagonisti. Corpo e mente in sinergia per perseguire un unico obiettivo: far sì che gli apprendimenti diventino memoria stabile in una cornice di piacere e divertimento. Il tempo delle parole ha lasciato spazio a quello dell’azione e viceversa. Così sia i laboratori sportivi e legati al movimento corporeo, sia quelli più creativi e tesi al potenziamento delle abilità cognitive, hanno messo al centro il bambino nella sua totalità, puntando sull’AZIONE come motore della RIFLESSIONE e alla CURIOSITA’ come spinta alla RICERCA.
Tanti i laboratori che si sono svolti nelle due scuole partner (circolo didattico Piano del Gesù di Modica e Istituto comprensivo ‘Elio Vittorini’ di Scicli) coinvolgendo circa 200 bambini, dalle prima alla quinta elementare, per la gran parte impostati su attività del tutto sconosciute ai partecipanti: “Sportivi si cresce”, “Movi-sport”, “Jiucando”, “A scuola di Yoga”, “4 passi tra la Scienza”, “A scuola di Scherma”, “Nel paese delle pulcette”, “Ombre narranti”, “Corpo, Natura e Movimento”, “Io e l’altro giocando”, “All’inizio del film”.
È stato il “movimento” che ha liberato energia allo stato puro ma ha anche insegnato il controllo e il rilassamento, ha stimolato al contempo l’espressione estemporanea e improvvisata delle idee e delle emozioni ma anche il contenimento e attraverso regole condivise. La musica, l’arte figurativa, il travestimento, il cinema, il teatro delle ombre, gli esperimenti scientifici sono solo alcune tra le attività che hanno permesso loro di esprimersi in maniera creativa, ma anche con la crescente consapevolezza che solo all’interno di criteri e dei limiti di comportamento sperimentabili nella dimensione democratica della comunità.
Alcuni laboratori hanno permesso, inoltre, l’acquisizione di abilità specifiche ‘del mestiere’: nel torneo di scherma, ad esempio, i bambini hanno dimostrato di aver appreso i fondamentali tecnici della disciplina e di saper maneggiare le attrezzature professionali ad uso degli schermidori professionali, o ancora il basket ha offerto loro una visione diversa dello sport dove oltre all’agire è importante ascoltarsi e darsi anche la possibilità di fermare il gioco per dare spazio alla parola.
Con i più piccoli molto efficaci sono stati i laboratori legati alla psicomotricità, all’apprendimento degli schemi motori di base e al rilassamento in cui si è acceso l’entusiasmo per lo yoga declinato nelle forme stravaganti di animali (cobra, leone, gabbiano, lepre, farfalla, coccodrillo), piante, oggetti, etc… “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco” è stato di certo il leitomotiv di tutto il progetto, ma ancor di più nei laboratori scientifici dove la possibilità di sperimentare la costruzione di un motore elettrico, il disco di Newton, lo spettrometro, alcuni modelli di costellazione con l’utilizzo di componenti elettronici ha ‘acceso’ i principi fondamentali dell’apprendimento scientifico dell’osservazione, elaborazione del quesito, verifica, oltre che dei processi metacognitivi del pensiero induttivo dall’applicazione all’elaborazione della norma/teoria. Il ‘cosa’ si è arrivati a realizzare e il ‘come’ sono inevitabilmente connessi e hanno coinvolto tutti, educatori, esperti, partecipanti in un clima di crescente conoscenza e fiducia: ogni oggetto di apprendimento non è stato fine a sé stesso, ma si è continuamente ridefinito ad ogni incontro, attraverso la riflessione e la condivisione dei processi educativi in atto con i bambini stessi, rendendoli via via più protagonisti di quali fossero stati ‘i punti di non ritorno’ in termini di conoscenze e comportamenti conquistati.
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