Essere inclusi significa sentirsi accolti

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Terminato l’evento finale del 22 Maggio facciamo nostre le parole di un giornalista aretino.

“Bellissima iniziativa domenica scorsa a Saione, complimenti agli ideatori ed ai realizzatori. Un esempio concreto di come l’incontro sia sempre occasione di arricchimento, di come si possa fare inclusione, cioè di inserire qualcuno in un gruppo, con gioia in un clima di festa.

In un quartiere come Saione, in una città come Arezzo, è necessario favorire queste occasioni che sono la medicina migliore per combattere degrado e preconcetti. Essere inclusi significa soprattutto sentirsi accolti: appartenere a un gruppo di persone, a una società, godere pienamente di tutti i diritti e le opportunità che questa appartenenza comporta, senza perdere coscienza di se stessi ma donando il meglio di ognuno all’altro: cosa radicalmente diversa sia dall’assimilazione che dall’integrazione.

Per dirla con le parole del filosofo Jürgen Habermas: “Inclusione non significa accaparramento assimilatorio, né chiusura contro il diverso. Inclusione dell’altro significa piuttosto che i confini della comunità sono aperti a tutti: anche, e soprattutto, a coloro che sono reciprocamente estranei o che estranei vogliono rimanere”.”

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