La classe dei banchi vuoti

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Un libro da leggere, da coltivare per vivere la memoria. E’ il percorso avviato dai ragazzi e le ragazze della IIC della scuola media G. Falcone di Palermo , partendo dalla lettura de La classe dei banchi vuoti di Don Luigi Ciotti. Un testo che racconta, tra parole e immagini, storie di vite spezzate dalle mafie. Nove storie a rappresentare quelle di troppe altre giovani vittime.

Quando abbiamo tirato fuori il libro in classe, l’espressione sui volti dei ragazzi si è trasformata: nessuno aveva alcuna voglia di ascoltare la lettura di un libro, ma già alla vista del titolo qualcuno sembrava già incuriosito. La classe dei banchi vuoti: perché dovrebbe esistere al mondo una classe senza studenti?
Il perché lo abbiamo scoperto leggendo tutto d’un fiato le storie che raccontano, con grande delicatezza, le vite dei tanti bambini e bambine che hanno perso la vita a causa delle mafie. Fabrizio, Maria Pia, Giusy, Giuseppe, Andrea, Noemi, Alisea, Maria Concetta, Rosario, Desiree, Martina, Suan, i giovani studenti palermitani si sono identificati in quelle storie, fatte di partite a calcetto, gite al mare, pomeriggi passati sui libri o a scrivere sul diario segreto; storie normali di vite normali, che hanno trovato una fine tragica e inspiegabile. Per questa ragione è partita da loro l’idea di approfondire quelle storie, utilizzare smartphone e computer per scoprire qualcosa di più, per dare un senso a quelle morti.

Da lì, poi, il desiderio di costruire insieme un cartellone, da portare in corteo il 21 marzo in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera , che quest’anno vedrà la sua piazza nazionale nella città di Palermo. Questo cartellone, però, non conterrà le storie di questi bambini e bambine, ma lettere che gli alunni hanno voluto indirizzare ad ognuno di loro, come una promessa a rincorrere i sogni e le speranze – che sono di tutti i bambini – anche nel loro nome.

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