Libertà e partecipazione: i giovani sono il futuro?

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La scelta della rappresentazione grafica del progetto #Liberailfuturo, progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, non è stata semplice.
Le attività messe in campo riguardano svariati ambiti, ma dalla loro apparente frammentazione emerge una finalità ultima sostanzialmente comune: riscoprire la centralità della cultura giovanile nella nostra società.

Spesso sentiamo dire che “i giovani sono il futuro”, ma non altrettanto spesso ci interroghiamo a fondo sulle implicazioni di questa affermazione. Oggi vogliamo cominciare un dibattito “critico” per riflettere veramente sul ruolo dei giovani nel mondo contemporaneo, e vogliamo farlo analizzando le keywords scelte per incarnare i principi di #Liberailfuturocittadinanza e partecipazionesolidarietàcreatività e cultura.

Iniziamo proprio da cittadinanza e partecipazione.

Possiamo definire la partecipazione come un insieme di azioni e comportamenti tesi ad influenzare le decisioni dei detentori del potere nel sistema politico, per spostare i rapporti di forza e permettere a issue non rappresentate di accedere al sistema. Molte ricerche si sono spese ad analizzare il rapporto che i giovani europei intrattengono con le istituzioni politiche nazionali, in particolare da quando la crisi economica del 2007 ha fortemente modificato la percezione del concetto di cittadinanza, andando inoltre ad impattare negativamente sulla possibilità di trovare una propria collocazione stabile nel mondo del lavoro e acutizzando la sensazione di precarietà tra le fasce giovanili già svantaggiate. La sfiducia nelle istituzioni pubbliche, secondo un sondaggio Demos (2012), è passata da un valore percentuale di 20 al 30,6% dal 2006 al 2012 nei giovani tra i 15 ed i 24 anni, configurando una forte mancanza di rappresentatività di queste fasce ma vedendo al contempo un incremento della partecipazione ad iniziative politiche e civili.

 

La mancanza di fiducia nelle istituzioni non si traduce quindi in un disimpegno civico da parte dei giovani italiani, ma i processi di individualizzazione e frammentazione sociale in corso configurano un nuovo tipo di associazionismo e di partecipazione politica: nascono così le “organizzazioni senza organizzazione”, i cui membri costituiscono un collettivo pur senza dare vita ad una vera e propria identificazione collettiva.
Da ciò deriva un’altissima frammentazione delle tematiche trattate da questi gruppi, e se tali configurazioni consentono ai giovani di “prendere parte” a processi collettivi, non permettono però loro di “sentirsi parte” di qualcosa di più grande, che pure sarebbe lo scopo fondamentale della cittadinanza.

#Liberailfuturo vuole guidare i giovani alla riscoperta del valore della cittadinanza f-attiva, senza la quale non può esservi alcuna reale partecipazione alla vita pubblica della propria comunità e del proprio paese.

F-attiva, perché la cittadinanza garantisce diritti fondamentali cui corrispondono però altrettanti doveri, e non sussiste alcuna educazione sostanziale nel rafforzare l’identità sociale e collettiva dei giovani se non saremo in grado di trasmettere loro entrambe le facce della medaglia;
Attiva, perché radicati nei propri diritti/doveri i giovani possano finalmente sentirsi parte di un organismo più grande e inclusivo, esprimendo pienamente loro stessi per arricchire e far avanzare la società in cui sono inseriti.


Fonti:

https://www.yes4europe.it/sites/default/files/9/documenti/04062015%20Report_Ricerca_YES4Europe_A.pdf

http://scuoladicittadinanzaeuropea.it/schede/giovani-partecipazione-rappresentanza/

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