L’inclusione degli alunni con disabilità nelle scuole. Di cosa c’è bisogno?
di Arciragazzi Roma
L’accoglienza e l’inclusione di bambini e ragazzi con disabilità o portatori di disagio sociale è stato uno dei punti più importanti discussi durante il meeting legato al Patto educativo di comunità del progetto #LiberailFuturo. Ecco perché oggi vogliamo parlare proprio di questo: l’inclusione degli alunni con disabilità nelle scuole. Di cosa c’è bisogno?
Lo sapevate che circa il 3% degli alunni che frequentano le scuole italiane, da quelle per l’infanzia alle superiori, è portatore di una disabilità? Bambini e ragazzi che, proprio come i coetanei, hanno diritto a frequentare la scuola e a partecipare alle attività degli altri alunni.
Tuttavia senza i servizi adatti non ci può essere inclusione.
Una prerogativa che si concretizza in precise attività e servizi che devono essere garantiti a queste ragazze e ragazzi, definiti dai documenti ufficiali “alunni con sostegno”.
L’eliminazione delle barriere architettoniche, che precludono l’accesso a scuola. L’affiancamento di insegnanti di sostegno, docenti specializzati che possono aiutare l’alunno nel suo percorso di apprendimento, con percorsi didattici personalizzati. La presenza di assistenti all’autonomia, che supportino non solo nella didattica ma anche nella partecipazione alle attività della classe, per favorire l’inclusione anche a livello relazionale e sociale.
Senza questi servizi e altre tutele, l’inclusione del minore con disabilità rischia di restare solo sulla carta. Perciò è importante monitorare, dati alla mano, quali misure vengono adottate per l’integrazione nelle scuole di questi bambini e adolescenti.
Cosa sappiamo sulla condizione degli alunni con disabilità?
A partire dall’anno scolastico 2008/09, Istat rileva i dati sulla condizione degli alunni delle elementari e delle medie con il diritto al sostegno e sui servizi loro offerti nella scuola: 272.167 gli alunni con diritto al sostegno che frequentano la scuola. Complessivamente si tratta del 3,1% degli alunni che frequentano le scuole italiane.
Il tipo di problema di salute più frequente è la disabilità intellettiva, che riguarda il 46% degli alunni con diritto al sostegno. Invece l’11% degli alunni con sostegno ha una disabilità motoria.
Negli ultimi trent’anni è cresciuta la quota di alunni la cui disabilità è stata certificata. Questi dati chiamano quindi in causa la capacità del sistema educativo di saper includere.
Gli interventi normativi per l’inclusione
Dal punto di vista giuridico, un passaggio importante è stata una sentenza della corte costituzionale (n. 215/1987). Quel pronunciamento ha ribadito con chiarezza il diritto incondizionato per tutti gli studenti portatori di disabilità di poter frequentare le scuole di ogni ordine e grado. Da allora si sono succeduti diversi interventi normativi con l’obiettivo di assicurare (e non solo facilitare) la frequenza della scuola da parte degli alunni disabili. Ma i dati visti finora ancora non ci informano sulla effettiva inclusione delle ragazze e dei ragazzi con disabilità nelle scuole italiane. Come e quanto viene garantito l’accesso a scuola e la partecipazione alle attività didattiche?
La presenza di insegnanti di sostegno e assistenti
Il percorso educativo e di formazione degli alunni con disabilità è affidato principalmente a due figure professionali: gli insegnanti di sostegno e gli assistenti all’autonomia e comunicazione. I primi vengono assegnati alla classe dell’alunno disabile e, insieme agli altri insegnanti, elaborano la programmazione didattica per l’allievo e per la classe. Sono il fulcro del percorso di inclusione, perciò la legge prescrive che non si possa scendere sotto la quota di almeno un insegnante di sostegno ogni due alunni disabili.
Le barriere architettoniche nelle scuole
Gli ostacoli che un ragazzo con disabilità si trova di fronte per accedere a scuola e per svolgere le attività dei suoi compagni possono essere molteplici. Le prime che vengono in mente sono le barriere di tipo fisico, come l’assenza di impianti a norma (ad esempio ascensori, bagni e scale). Ma vanno considerate anche barriere di tipo sensoriale e percettivo, che per alcuni tipi di disabilità (cecità, sordità) sono altrettanto impattanti. I dati più recenti rilasciati da Istat mostrano come solo 1/3 delle scuole risulti completamente accessibile dal punto di vista fisico-strutturale.
Rispetto alle barriere fisiche, la regione più virtuosa è la Valle d’Aosta con 2/3 delle scuole accessibili. Sulle barriere sensoriali, a fronte di una media del 17,5%, il territorio con le scuole più accessibili è la provincia autonoma di Bolzano (38,4%). Meno di una scuola calabrese su 10 (8,5%) possiede almeno un facilitatore sensoriale.
Questi dati mostrano che la strada è ancora lunga perché le scuole italiane diventino completamente accessibili. Ma la normativa italiana è molto chiara nel tracciare la direzione di marcia da seguire: tutti gli edifici scolastici devono consentire l’accesso e l’utilizzo pieno agli alunni con disabilità.
Ci auguriamo che le “barriere” che rallentano l’inclusione e integrazione di alunni con disabilità siano sempre meno e si possa arrivare ad una piena complementarietà tra la scuola e il sostegno di ragazzi portatori di disabilità.
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