Il doping nello sport: una presenza che fa male soprattutto ai ragazzi

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Continuiamo a parlare di ragazzi, sport, doping e dell’importanza di rispettare regole e avversari.
Come sappiamo l’utilizzo del doping porta alla ricerca di risultati con l’inganno, senza essere interessati all’impegno e al sacrificio, ricorrendo a potenziamenti farmacologici e manipolazioni sleali.

Il fenomeno del doping è pericolosamente diffuso anche a livello amatoriale, dove i controlli vengono effettuati raramente. Sono di fondamentale importanza le sanzioni in ambito agonistico, ma è allo stesso modo importante che anche tutti i giovani e gli amatori siano consapevoli dei rischi che la pratica del doping può comportare.


Cosa è il doping?

Doping è un termine olandese/sudafricano che indicava una bevanda a base di alcool e tè che aveva come scopo quello di far resistere alla fatica gli schiavi.

E’ di primaria importanza citare la legge italiana in vigore dal 2000 e i regolamenti delle Autorità Sportive Preposte che descrivono il doping come l’utilizzo di sostanze e pratiche proibite in grado di influire e modificare le prestazioni sportive. È da considerarsi doping anche il ricorso a sostanze assunte al fine di mascherare l’assunzione di prodotti proibiti. Questo è il concetto di doping relativo alla parte legale, mentre dal punto di vista della medicina può essere definito come l’uso improprio di farmaci e medicamenti per scopi diversi da quelli usati in terapia.

Quali possono essere i danni?

Oltre alle conseguenze legali, il rischio di avere gravi problemi di salute seguendo la pratica del doping è reale e molto alta.

La salute può essere compromessa rispetto al tipo di farmaco assunto, ad esempio a livello cardiaco, renale, psichiatrico, riproduttivo, ma anche da tanti altri punti di vista.

La preoccupazione per i più giovani

Oggi il doping è diventato un fenomeno sociale preoccupante: non riguarda solo gli atleti professionisti e non è solo circoscritto al pre-evento sportivo o alla pre-gara/competizione, ma è ormai esteso a un alto numero di persone che fanno parte del mondo sportivo, con coinvolgimento dilagante dei più giovani.

Giovani che sono i più propensi ad essere “sensibilizzati” negativamente, soprattutto all’interno di una società in cui il farmaco ha assunto un aspetto di tipo “commerciale” per cui le proposte sempre più prese con leggerezza, senza valutare appieno l’effettivo pericolo e i danni che possono provenire dagli effetti collaterali.

Praticate sport con lealtà e senza danni per il vostro organismo: al contrario sarebbe esclusivamente la ricerca falsata di un risultato sportivo senza meriti reali dell’atleta.

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