Giovedì 23 luglio l’evento online per la creazione di una “Comunità Educante Smart”

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Raccogliendo l’invito di Carlo Borgomeo, Presidente dell’Impresa Sociale Con I Bambini, il progetto #liberailfuturo con l’incontro/workshop La Comunità Educante ai Tempi del Corona Virus, analisi, riflessioni, idee e proposte per la creazione di una Comunità Educante Smart, vuole trasformare la situazione di crisi causata dall’emergenza sanitaria Covid-19, che ha incrementato le condizioni di povertà educativa delle famiglie e dei ragazzi più fragili e reso difficili le relazioni sociali, in un’opportunità, che consenta di immaginare, costruire e realizzare un format innovativo e funzionale per una Comunità Educante Online che vada ben oltre la contingenza della situazione epidemica.

Con l’incontro/workshop online di Giovedì 23 luglio si vuole così porre le basi per la realizzazione di un format innovativo – sia dal punto di vista delle tecnologie che da quello dei contenuti – che attraverso analisi e riflessioni comuni, cambi il paradigma delle Comunità Educanti e attivi la creazione di una Comunità Educante Smart, che consenta l’utilizzo di tools posti a disposizione dalla Digital Innovation che riescano a coinvolgere bambini e ragazzi, insegnanti e genitori, istituzioni e territorio nei processi di partecipazione, inclusione e decisione.

L’incontro/workshop vuole sostenere la fase di start-up di questa futuro laboratorio digitale, consentendo di predisporre il format di connessione tra i soggetti della Comunità  Educante e rappresentare l’esempio concreto da cui prenderà il via l’ipotesi di lavoro che, senza gettare via rapporti e relazioni tradizionali, dovrà cercare forme di confronto virtuali che possano diventare “virtuose”.

Pensiamo che se la letteratura sulla Comunità  Educante sia lucida ed esaustiva, non sia ben definito in qualche modo un modello organizzativo ed operativo che la sostenga su come costituirla, su come farla funzionare e su come farla diventare duratura ed auto funzionante ben oltre la durata di un progetto.
Gli approfondimenti, nati dalle discussioni in proposito, ci hanno portato anche a credere che l’introduzione di forme comunicazione e di lavoro a distanza non vadano viste unicamente come mezzo, ma che esse stesse possano creare le condizioni per dare forma e sostanza alla Comunità Educante online e Smart.

Pensiamo che la realizzazione di questo format possa costituire un forte contributo innovativo e funzionale, necessario per coinvolgere una platea rappresentativa dei territori che possa contribuire a rimuovere gli ostacoli che esistono all’accesso alle opportunità  educative.

Da sempre gran parte della discussione sull’importanza del ruolo dei new media in ambito educativo ha da sempre dato per scontato un livello di accesso e uso di Internet molto diffuso nella vita delle persone, dei ragazzi, delle famiglie e delle istituzioni coinvolte nella crescita e nell’educazione dei minori.
La recente emergenza COVID ha fotografato uno stato di cose che hanno evidenziato la grande infondatezza e fragilità di tale credenza portando con prepotenza alla luce la mancanza di un vero e proprio sistema strutturato e coordinato che consentisse di accedere alle informazioni e svolgere una funzione educativa.
Secondo le indagini effettuate a livello mondiale, il rapporto delle persone con i social media (così come con i computer e con Internet in generale) negli ultimi vent’anni continua ad essere estremamente diversificato, anche in aree ricche e tecnologicamente avanzate come l’Europa e il Nord America. Queste disuguaglianze digitali sono particolarmente marcate in termini di status socio-economico, classe sociale, razza, genere, geografia, età e titolo di studio – divisioni che valgono sia per le generazioni più giovani che per quelle meno giovani. Anche se è diventato meno popolare, il problema del “digital divide” continua a limitare i potenziali benefici dei new media nell’educazione.

Come evidenziato da Con i Bambini, la povertà educativa, strettamente legata alla povertà economica, impedisce a bambini e ragazzi di avere accesso alle opportunità che potrebbero garantire una crescita sana: istruzione, accesso a internet, percorsi formativi, servizi per l’infanzia, biblioteche, campi sportivi, luoghi di aggregazione, educazione musicale e artistica, cura della salute. A causa della povertà educativa, il potenziale di tanti giovani rischia di rimanere schiacciato ai margini.

Contrastare la povertà educativa, quindi, diventa un’azione fondamentale per lo sviluppo del Paese. Solo garantendo a tutti i bambini e ragazzi l’accesso a un’educazione di qualità, è possibile generare un cambiamento reale. Per fare questo è necessario avviare un percorso comune tra le agenzie educative del territorio, in primis la scuola e la famiglia, ma anche le istituzioni e il mondo del Terzo settore. In generale, è un processo che coinvolge tutti coloro che fanno parte della comunità educante, compresi gli stessi ragazzi, che da destinatari di servizi, diventano protagonisti del proprio futuro.

Con povertà educativa si intende “non solo dunque lo stato di povertà economica in cui si trovano i minori, ma anche la mancanza di opportunità, di relazioni e di socialità”. Questa è determinata non solo dal reddito della famiglia, ma anche dall’offerta di servizi che il territorio e la scuola mettono a disposizione dei più piccoli. La risposta è costruire una comunità educante che offra a bambini e ragazzi processi di partecipazione e di inclusione. Per creare una comunità educante diffusa i contesti scolastici e istituzionali hanno un ruolo fondamentale nella realizzazione di azioni specifiche per promuovere la partecipazione sociale e un percorso di emancipazione pensato per i più piccoli.

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