Monitoraggio della qualità del progetto: risultanze generali dei questionari pre-laboratoriali
di Arciragazzi Roma
Tra le attività del progetto #Liberailfuturo assumono una particolare rilevanza i laboratori che si tengono all’interno delle scuole secondarie di primo grado. Ad oggi queste attività hanno direttamente interessato oltre 130 ragazzi e ragazze di 6 diverse classi.
Per verificare l’andamento dei laboratori sono stati predisposti degli strumenti di monitoraggio molto specifici, miranti a raccogliere il parere non solo dei giovani coinvolti, ma anche degli osservatori “esterni” alle attività stesse (in particolare, tutor e docenti) e delle classi del gruppo di controllo, composte da una popolazione studentesca omogenea a quella direttamente coinvolta nei laboratori. Una prima analisi dei dati ascrittivi raccolti su tutti gli studenti cui sono stati somministrati i questionari ci ha aiutati a focalizzare l’attenzione su tre variabili che sembrano avere un forte impatto sulle dinamiche di interazione dei giovani in aula: l’età anagrafica, gli anni trascorsi all’interno del medesimo Istituto comprensivo e la residenza.
Per quanto riguarda l’età anagrafica, essendo le attività rivolte ai ragazzi e alle ragazze delle classi prime, ci si aspetterebbe un’altissima percentuale di giovani compresi tra gli 11 ed i 12 anni: i dati mostrano invece che solo il 64% degli studenti rientra in questa fascia di età, mentre il 28% è di un anno più piccolo e ben l’8% di 1, 2 o 3 anni più grande.
Relativamente agli anni trascorsi all’interno dello stesso Istituto comprensivo (i quali implicherebbero una maggiore conoscenza e adattamento all’ambiente sociale e culturale di riferimento, come pure una maggiore consapevolezza delle problematiche relative al territorio), assume una certa rilevanza che solo il 59% del campione abbia trascorso più anni di studio nel medesimo Istituto.
Infine, l’ipotesi che la residenza degli studenti nel medesimo quartiere dell’Istituto che frequentano possa facilitarli nella costruzione di relazioni solide e continuative, si scontra in parte col dato che mostra ben il 33% dei rispondenti provenire da altre località e vivere una condizione di pendolarismo.
I primi risultati indicano di certo un percorso interpretativo da seguire, ma non è possibile inferirne la veridicità delle ipotesi di partenza se non comparandoli coi cambiamenti che ci aspettiamo di rilevare sul lungo periodo: attraverso il confronto tra le risposte date dai giovani che partecipano a #Liberailfuturo, progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, all’inizio e al termine delle attività proposte, ci aspettiamo non solo di monitorare l’andamento del progetto ma anche le modifiche intercorse nella percezione della realtà sociale che circonda ragazzi e ragazze.
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