“Se una comunità ha a cuore i suoi bambini sostiene i genitori”, il leitmotiv di Legami Nutrienti
di lorsamaggiore
Legami Nutrienti, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, sostiene i genitori, soprattutto se giovani e vulnerabili, per far crescere felici e sicuri i loro bambini.
Di recente il Parlamento ha votato all’unanimità la costituzione della relativa commissione di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. La decisione del Parlamento riaccende un faro sul tema dell’infanzia e dell’adolescenza di cui si parla poco e, spesso, solo a seguito di inchieste giornalistiche o giudiziarie.
Ne abbiamo parlato con Marianna Giordano, responsabile del progetto Legami Nutrienti”, cercando di comprendere cosa manca al nostro Paese per consentire ai minori una buona crescita e delle reali pari opportunità.
“Una commissione parlamentare per bambini e famiglie”
La Camera ha istituito una commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minorenni e sulle disposizioni in materia di diritto del minorenne ad aver una famiglia. Sembra che così si riparli del primario interesse delle bambine dei bambini e degli adolescenti. Quale?
Quali sono i diritti del minorenne?
I minori hanno innanzitutto il diritto di ricevere dai genitori e dalla comunità adulta, sia in modo informale che istituzionale, serenità ambientale e opportunità di sviluppo; hanno il diritto di godere di aiuto e protezione quando è necessario interrompere la loro convivenza con i genitori per motivi spesso dipendenti da una cultura adultocentrica che fa ritenere i genitori padroni delle vite, della salute, del destino dei loro figli .
Il collocamento fuori famiglia rappresenta un’opportunità per i bambini e per i genitori. Se segnato da un contesto accogliente e sicuro, è in grado di riparare i danni, di recuperare le possibilità di una convivenza e di soddisfare i bisogni affettivi e progettuali dei bambini, anche mediante adeguati interventi di valutazione, cura, sostegno.
Cosa manca?
Nel nostro Paese i diritti delle bambine e dei bambini non sono tenuti in considerazione, è quanto è emerso particolarmente nella recente emergenza Covid. L’unico diritto che sembra ricevere la dovuta attenzione è quello allo studio che, se estraniato da un contesto educativo ed affettivo, non è abbastanza efficace soprattutto per i più vulnerabili.
Il pensiero di Bowlby per cui «Se una comunità ha a cuore i suoi bambini sostiene i genitori», non informa le politiche per l’infanzia e le famiglie.
Mancano ancora nel nostro Paese, soprattutto nel Sud, misure a sostegno dell’infanzia e della genitorialità segnate da servizi stabili e non precari, con un’offerta flessibile e non standardizzata, con personale adeguatamente formato e motivato e non depauperato dalla provvisorietà e dalla scarsità di risorse economiche. L’obiettivo deve essere quello di supportare i genitori, soprattutto i più vulnerabili, in modo che riescano ad assumere le loro funzioni con consapevolezza, responsività, centrati sui figli e non sui loro pur legittimi bisogni irrisolti.
Come prevenire?
Dobbiamo scongiurare il rischio che la commissione parlamentare interpreti molto parzialmente le istanze di tutela: è indispensabile intraprendere un’azione politica che investa adeguate risorse e promuova la genitorialità positiva.
Altre azioni potrebbero essere:
- prevenire il mal-trattamento intervenendo fin dalla gravidanza a supporto della vulnerabilità, anche con interventi ritenuti efficaci dalla comunità scientifica come l’home visiting;
- attivare servizi a supporto dei figli e dei loro genitori in tutto il Paese;
- implementare un sistema di tutela che garantisca i diritti delle bambine e dei bambini in famiglia e fuori famiglia ad essere visibili e supportati dalla comunità adulta, senza deleghe, senza capri espiatori, in una corresponsabilità che oggi sembra dimenticata.
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