“Creta materia viva”: all’IC L. Campanari di Monterotondo sperimentazioni con l’arte

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Nell’ Istituto Comprensivo “Loredana Campanari” di Monterotondo si sperimenta il metodo di Bruno Munari “Giocare con le arti”, manipolando la creta, all’ interno dell’Hub “Tu hai le capacità, usale!” del progetto “L’Atelier Koinè”.

La manipolazione della materia è il concetto stesso di trasformazione, espressione tangibile della profonda versatilità e potenzialità iconografica di questa tecnica artistica complessa poiché contiene in sé molteplici possibilità. La creta è materia viva; è naturale e risponde alle nostre sollecitazioni. Se vi imprimiamo un segno con le nostre dita la traccia resta per sempre.

Monica De Cesaris, tecnica dell’Hub “Tu hai le capacità usale”, che sta lavorando con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo L. Campanari di Monterotondo, ci racconta così la sua modalità di progettare il laboratorio di manipolazione della creta attraverso il metodo ‘Bruno Munari’, appreso al Museo Internazionale delle ceramiche di Faenza: “La metodologia che adotto ha lo scopo di far capire ai ragazzi che materie da toccare come l’argilla sollecitino il senso del tatto per prima ma poi anche tutti gli altri sensi. Il mio scopo è che chi si approccia a questo laboratorio possa fare un’esperienza sensoriale completa, che possa sentire la bellezza della materia che prende vita”.

Ci vuole una certa fisicità per addomesticare la creta che, però, al tempo stesso è duttile, risponde e si trasforma sotto i nostri gesti, si lascia plasmare, ma ti suggerisce anche come essere plasmata.

Lo scopo di questo laboratorio è recuperare queste abilità attraverso un percorso educativo mirato alla conoscenza delle tecniche della ceramica, formando i ragazzi attraverso il provare a fare. Vengono forniti gli strumenti e le competenze tecniche di base e le regole di esecuzione, il tutto in uno spazio pensato per favorire l’apprendimento attraverso il gioco della manipolazione

Ai ragazzi coinvolti dal progetto “L’Atelier Koinè” verranno mostrate le tecniche in uno spazio di libera interpretazione, uno spazio con libertà di fare dove ci saranno occasioni di sorpresa verso un percorso che vuol essere soprattutto funzionale a stimolare le capacità individuali di ogni ragazzo ed un modello operativo personale di ogni alunno.

I ragazzi apprenderanno che per modellare l’argilla sono necessari pochi strumenti: un filo, delle tavolette e un telaio, un mattarello e una spugna per lisciare.

La creta ha bisogno di tempo, di cura, ha un suo equilibrio, una sua omeostatica realtà (calore, plasticità) a cui bisogna assolutamente prestare attenzione. Sono tutti questi elementi che la rendono un potente mezzo per tirar fuori e portare alla luce i nostri vissuti emotivi più profondi. Permette di ricontattare la memoria arcaica, il ricordo. Con il tatto si attivano stati di concentrazione e di meditazione profonda che facilitano il dialogo interiore.

Un’arte che “cura” perché capace di rendere manifesto ciò che è spesso nascosto a noi stessi o che talvolta ci affanniamo a nascondere e che, nel contatto con la materia, può essere messo immediatamente  in  forma.

I ragazzi dell’IC Campanari che stanno partecipando al laboratorio, raccontano di così la loro esperienza: “Toccando la creta mi accorgo che è una terra malleabile, è umida e non odora. E’un’esperienza bellissima, non pensavo mi potesse piacere così tanto”.

E ancora: “E’ modellabile, è morbida o dura, dipende se è fresca, oppure secca; odora di fango, sporca un po’, ma quando indurisce sento una sensazione di gesso tra le mani e vedo quello che ho creato con le mie mani prendere forma”.

 

“Il cielo sopra, la terra sotto e in mezzo l’uomo. Immaginare un simile scenario primordiale può aiutare a capire perché l’argilla è stata da sempre il materiale creativo per eccellenza”. (Massimo Palazzi)

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