Lavoro su corpo, voce e personaggio negli IC “Loredana Campanari” e “Bruno Buozzi” di Monterotondo

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Il teatro rappresenta una forma d’arte collettiva poiché si lavora in gruppo e apre tutti i canali per ascoltare se stessi e gli altri e spinge a concentrarsi insieme verso un obiettivo comune: lo spettacolo. Significa inoltre avere una vasta gamma di possibilità per esprimere creativamente il proprio mondo emozionale e farlo in uno spazio protetto, in cui l’errore viene accolto e non censurato anche con i ragazzi che hanno problemi di timidezza, relazionali ed espressivi in genere.

L’obiettivo su cui sta lavorando l’HUB “Quinta e senza” del progetto “L’Atelier Koinè”, in corso negli Istituti Comprensivi Loredana Campanari e Bruno Buozzi di Monterotondo, è soprattutto far sì che i ragazzi coinvolti facciano esperienza di loro stessi, utilizzando come mediatore comunicativo, proprio il teatro.

L’operatrice Veronica De Leo –che insieme a Caterina Rinaldi si occupa dei laboratori nelle due scuole citate – racconta così una parte del suo lavoro: “Mi interessa lavorare sul personaggio, sul corpo e sulla voce, in modo che i ragazzi possano fare esperienza piena dello strumento del teatro, una volta fatto il training, il nostro obiettivo è quello di portarli a lavorare su un copione , che sarà strutturato su delle tematiche differenti per i due istituti”.

I temi scelti per gli Istituti sono: LA DIVERSITA’ all’ Istituto comprensivo Campanari e LA TRASFORMAZIONE all’ Istituto comprensivo Buozzi.

Il training teatrale, prevede esercizi, tecniche di rilassamento, riscaldamento e respirazione, si sviluppa l’ascolto di sé, l’uso creativo del corpo e del movimento, le dinamiche espressive per arrivare al recupero della spontaneità gestuale e al potenziamento della capacità comunicativa. Questa metodologia, prevalentemente ludico-espressiva, si avvale di attività-gioco in cui i ragazzi sono chiamati ad interagire tra loro e a trovare compromessi per l’orizzonte comune finale: lo spettacolo, che viene rappresentato in qualità di restituzione pubblica del percorso.

Veronica De Leo continua il suo racconto del laboratorio “Per raggiungere l’obiettivo finale, si mettono in serie, durante il training, una serie di esercizi in modo che i ragazzi possano entrare in contatto con gli strumenti corpo e voce, cercando di perdere l’inibizione che spesso a quest’ età caratterizza i ragazzi. Poi proseguiamo con il lavoro sul personaggio”.

Lo studio del personaggio consente di scoprire o approfondire la conoscenza di una parte del proprio Io, quotidianamente nascosta o non accettata, allo scopo di rendere armonico il rapporto tra il proprio corpo-voce e mente nel rapporto con sé stesso, gli altri e la propria creatività. Vengono messi in scena, così, i vissuti soggettivi e di gruppo.

Cercando di imparare a conoscere sé stessi, le proprie emozioni, il proprio corpo con i suoi movimenti e i suoi gesti.

Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti”.

William Shakespeare

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