Laboratorio musicale dell’HUB ‘Folk and Funk’: all’IC “R. Paribeni” di Mentana i ragazzi scoprono il ritmo

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Il laboratorio musicale dell’HUB ‘Folk and Funk’ – realizzato all’interno del progetto “L’Atelier Koine” – e attivo all’ Istituto Comprensivo “R. Paribeni” di Mentana si muove (è il caso di dirlo!) a “tutto ritmo”…

Il tema principale degli incontri odierni ha, infatti, avuto a che fare proprio con il “ritmo”.

Lo specialista Mattia Mari, responsabile del laboratorio, racconta il tema trattato così: “Il mio obiettivo è quello di portare i ragazzi ad avere una consapevolezza che tutto ha un ritmo e si muove intorno a ciò che siamo; che c’è un ritmo singolo, ma anche ritmo corale; ossia una induzione a suonare non più come individui separati, ma all’ unisono, diventare un solo uomo. In questa unione sonora, si può arrivare a sentirsi tutti uguali, né peggio ne’ meglio, ma parte tutti di un insieme”.

Ed è  questo senso di insieme che abbiamo osservato all’ interno dell’HUB ‘Folk and Funk’, dove strumenti a percussione (tamburi, sonagli, maracas e legni) si sono fusi magicamente con suoni e voci, orchestrando un’ unica melodia. I ragazzi che hanno partecipato e osservato la costruzione di un insieme sonoro sono sembrati quasi stupiti.

Molti di loro hanno posto domande sui generi musicali, se la loro “tanto amata trap”, avesse in qualche modo a che fare con un processo di esecuzione di un ritmo: ebbene Mattia ha regalato loro suggestioni di jazz e blues, citazioni di musica nera popolare, dove i ragazzi hanno potuto riscontare le stesse onde sonore, le stesse suggestioni della musica contemporanea.

L’ESPERIENZA DELLE PERCUSSIONI – Molto emozionante l’ esperienza delle percussioni: ogni ragazzo ha potuto scegliere tra una rosa di strumenti differenti (qualcuno costruito con conchiglie e materiali presi in natura) e in qualche modo ha potuto dare voce al proprio suono interiore, che non sempre – anzi quasi mai – corrisponde con il suono che tiriamo fuori ogni giorno, al suono della nostra voce.

Il suono delle percussioni è molto più vicino al battito cardiaco, appartiene al nostro DNA, è qualcosa che andiamo a riscoprire tra le pieghe della pelle ed i ragazzi che hanno partecipato a questa esperienza, sembra che lo abbiano sperimentato in pieno.

Mattia dice ancora: “C’è un filo tra quello che siamo a livello genetico ed emotivo, e questo filo è la musica che lo può tracciare. La musica può essere esternazione dei propri sentimenti, ma può essere trattata anche come forma d’ arte, o come specchio della nostra società, di musica e suono dopotutto è fatto tutto ciò che viviamo quotidianamente”.

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