La musica creativa con il metodo ‘Orff-Schulwerk’ negli IC “Raffaello Giovagnoli” e “Bruno Buozzi” di Monterotondo

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La musica è l’attività più formativa in senso generale, in quanto, oltre a promuovere una forte socializzazione, attiva la percezione, l’inventiva, il confronto, l’attenzione, il coordinamento psico-fisico, e tutto ciò che contribuisce a migliorare la prestazione della persona anche in altri campi. E’ un’area di stimoli e di attrattive che nessuna altra area didattica può offrire. Lo sviluppo della musicalità è da considerarsi un elemento basilare della formazione, innanzitutto perché promuove l’integrazione di diverse componenti della personalità.

L’ avventura pedagogico- musicale e sperimentale concepita e avviata da Carl Orff nel 1924, con l’apertura a Monaco di Baviera, nel settembre del 1924 insieme a Dorothee Günther, della Günther schule , ossia una scuola per la formazione di insegnanti e performer che fossero al contempo musicisti e danzatori, fu una concezione che innovava la allora diffusa proposta di Émile Jaques-Dalcroze (imparare a conoscere la musica interpretandola corporalmente) verso una figura di artista/didatta capace di integrare musica e corporeità in un tuttouno.

Andrea Di Pierro, tecnico dell’ hub “Folk’n Funk” del progetto “L’Atelier Koinè”, racconta così il percorso che sta facendo nei suoi laboratori: “Abbiamo iniziato lavorando con strumenti come bidoni, secchi, lattine e tamburi. Il grosso del lavoro è stata l’ assimilazione dei valori di durata delle note. Poi, attraverso la body percussion ho cercato di favorire la musicalità e il tempo insito in ognuno di noi. Abbiamo poi fatto un lavoro di rielaborazione e improvvisazione con gli strumenti, dove ogni ragazzo ha potuto scegliere il ritmo che preferisce”.

Altra prerogativa della musica è quella di poter coordinare insieme il meno abile col più abile. Chi è in grado di inserire nell’insieme un ritmo di legnetti inserirà quello, chi è già capace di un piccolo assolo di chitarra o altro, porterà con quello il proprio contributo. Naturalmente proprio questa peculiarità integrativa richiede di elaborare insieme le proprie musiche, le proprie danze. In questo senso questo metodo propone una didattica dei percorsi creativi e non degli obiettivi uguali per tutti. Un metodo, che una successione progressiva di esercitazioni o percorsi prestabiliti che mirano a far acquisire una determinata abilità o competenza.

Gli strumenti utilizzati nel laboratorio sono: body percussion e strumenti a suono determinato (metallofoni e xilofoni), a suono indeterminato (tamburi, campane, congas, bongos, etc.), ricavate da oggetti (secchi, scope, bidoni, cerchioni d’ auto, damigiane, lattine), ma anche voce: canti, filastrocche, ritmi onomatopeici e rap.

LA RISPOSTA DEI GIOVANI AL PERCORSO DELL’HUB “FOLK ‘N FUNK” A MONTEROTONDO

Ecco i feedback di alcuni ragazzi che stanno partecipando al laboratorio.

A. -“Quando sono venuto al corso mi aspettavo di suonare, penso chew questo laboratorio sia bello e divertente”.

M. – “Lo trovo divertente, ho imparato un sacco di cose utili e mi diverto e mi sfogo”.

M. – “Mi piacciono gli strumenti e quindi quando ho saputo del laboratorio ho pensato, vabbè lo provo. Mi diverto e passo del tempo con gli amici. Pensavo fosse molto più noioso”.

L. – “Cercavo con papà un corso di musica e sono venuto a provare. Con le percussion i si imparano le basi per gli altri strumenti”.

C. – “Io pensavo che avremmo usato solo i bidoni, invece mi piacviono molto i tamburi e lo xilofono. Mi serve per sfogarmi”.

A. – “Mi piace quello che si batte sul corpo, la body percussion”.

Questi solo alcuni dei commenti dei ragazzi che stanno frequentando il nostro HUB negli IC “Raffaello Giovagnoli” e “Bruno Buozzi” di Monterotondo, ognuno con le proprie motivazioni, la propria energia esprime il proprio singolare bisogno di FARE MUSICA!

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