SALVATORE BORSELLINO: “SARANNO I GIOVANI A SALVARCI DALLA MAFIA”
di La Lanterna di Diogene Coop. Sociale Onlus
Parla il fratello del magistrato Paolo Borsellino, ospite del progetto sulla legalità de ‘L’Atelier Koinè’ nelle scuole di Lazio, Sicilia e Calabria
Saranno i giovani a salvarci dalla mafia. “Paolo ne era convinto. Lo ripeteva sempre: ‘Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo’. Ha sempre avuto fiducia”.
Le prime parole che Salvatore Borsellino riserva agli studenti delle scuole di Lazio, Sicilia e Calabria sono di speranza. Una carezza sui volti di tanti ragazzi che lo ascoltano, attenti a non lasciarsi sfuggire nulla. Anche le pause e i silenzi acquisiscono un significato forte.
Ospite del secondo dei 4 appuntamenti con i ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, dal titolo “La Mafia uccide, il silenzio pure” inserito nel progetto “L’Atelier Koinè” selezionato da Impresa Sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo a contrasto della povertà educativa minorile, il fratello del magistrato ucciso da Cosa Nostra il 19 luglio di 29 anni fa insieme a 5 agenti della sua scorta, tende la mano e racconta.
“Il giorno successivo all’uccisione di Paolo mia madre chiese a me e mia sorella Rita di andare nelle scuole per non far morire il suo sogno, quello per cui aveva sacrificato la sua stessa vita. Paolo ha sempre avuto un rapporto splendido con i giovani. La sua ultima lettera è indirizzata proprio a un liceo di Padova. Sapeva di dover morire eppure scriveva di essere ottimista, perché diceva nei confronti della criminalità le nuove generazioni avevano un’attenzione diversa rispetto a quella che anche lui aveva avuto fino a 40 anni. In quell’occasione si autoaccusò di indifferenza. Io da quasi 30 anni porto nelle scuole il suo messaggio, la sua fiducia”.
Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. “Dopo la loro morte sono diventati eroi. Ma in vita non è stato sempre così – spiega Salvatore Borsellino -. Hanno dovuto subire attacchi, umiliazioni. Ma non hanno mai avuto cedimenti. Hanno sempre fatto il loro dovere, sono morti per questo. Se tutti facessimo il nostro dovere e non voltassimo la testa dall’altra parte forse il nostro paese non avrebbe bisogno di eroi”.
La speranza? “Ammetto di averla persa in più di un’occasione. Ma quanto parlo con i giovani la ritrovo in loro. Perché la mafia verrà sconfitta e il suo carnefice saranno proprio loro, i giovani”.
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