“La scuola ai tempi del COVID”: il racconto di Serena del Liceo Classico Pitagora di Crotone
di La Lanterna di Diogene Coop. Sociale Onlus
Negli scorsi giorni abbiamo dato avvio alla pubblicazione di una serie di testimonianze scritte da alcuni studenti coinvolti dal progetto “L’Atelier Koinè” che parlano del “loro” personalissimo periodo di emergenza sanitaria. Emozioni, paure e cambiamenti sono il fulcro di questi scritti che vogliamo condividere settimanalmente con voi. Oggi vi proponiamo la testimonianza di Serena, giovane studentessa del Liceo Classico Pitagora di Crotone, scuola partner del nostro progetto sul territorio calabrese.
Buona lettura!
“La scuola ai tempi del covid: le nostre difficoltà, paure, emozioni, bisogni in questa nuova sfida educativa.”
Ormai è da marzo che parliamo di didattica a distanza ed è proprio grazie ad essa se noi studenti, insieme ai docenti, stiamo riuscendo ad andare avanti con il nostro percorso educativo.
Questo virus è come se avesse tolto un anno di vita a noi adolescenti; ci ha privato della possibilità di abbracciare i nostri cari, di uscire e passare il nostro tempo libero con gli amici, di fare sport in gruppo e purtroppo ci ha anche negato la possibilità di frequentare la scuola.
Dico purtroppo perché, nonostante la didattica a distanza sia più “semplificata” dal momento che noi ragazzi tendiamo a copiare e a leggere durante i test, essa non sostituirà mai quella in presenza. Come ben sappiamo le difficoltà che possiamo riscontrare in DAD sono tante: problemi di connessione internet, il non funzionamento delle telecamere o/e dei microfoni, la mancanza dei mezzi elettronici con cui poter seguire le videolezioni ecc..
Per i docenti i problemi aumentano ancora di più in quanto devono capire se lo studente si impegna davvero a seguire con cura la
lezione e ad essere costante nello studio o se più semplicemente egli non abbia trovato qualche strategia per andare bene a scuola.
Spesso durante le videolezioni molti di noi tendono a nascondersi chiudendo le telecamere o semplicemente stando in silenzio un po’ per paura un po’ per vergogna ed è per questo che credo sia davvero importante interagire tra di noi come se fossimo in classe, ovviamente mantenendo sempre l’ordine.
Io come tanti altri ragazzi della mia età, ero emozionantissima ed entusiasta di iniziare le scuole superiori e invece ci siamo trovati tutti quanti in un mondo completamente nuovo che forse a giugno un po’ ci aspettavamo; è un po’ come stare nella divina commedia quando Dante (poeta protagonista) sveniva e al suo risveglio si trovava in una situazione diversa da quella precedente.
Gli studenti hanno davvero il bisogno di tornare scuola per poter interagire con gli insegnanti, per confrontarsi con i propri compagni di classe e non e cosa più importante a parer mio, è necessario tornare tra le mura scolastiche per poter comprendere e seguire al meglio la lezione preparata dal docente. Per far si che questo sia possibile, è necessario però risolvere il problema dei
trasporti. Nella scuola le norme di sicurezza anti-covid sono rispettate da tutti quanti, ma i problemi che hanno portato alla sua chiusura sono stati proprio i mezzi di trasporto con cui molti ragazzi raggiungevano l’edificio scolastico e certamente anche la poca responsabilità avuta da alcuni di noi; perché bisogna riconoscere anche che molte persone non hanno saputo rispettare le
norme di sicurezza non solo all’interno della scuola ma anche fuori l’edificio.
Dal mio punto di vista penso e ho anche un po’ di paura che dovremmo rimanere in didattica a distanza ancora per molto ma allo stesso tempo sono davvero contenta di poter affrontare quest’avventura con dei docenti che molto spesso ci vengono incontro e con dei compagni di classe con cui potersi sostenere a vicenda.
Personalmente credo di aver accolto bene questo nuovo metodo di studio, forse perché ci troviamo nell’era digitale o forse perché è come stare in una videochiamata con i propri amici con la differenza che c’è la presenza anche dei docenti.
Certo è un po’ complicato seguire le lezioni da casa con il proprio cellulare ma questa è un’altra sfida, un’altra tappa della nostra vita da cui possiamo imparare per davvero l’importanza di quelle piccole cose che caratterizzano la nostra quotidianità tra cui proprio la scuola. Io all’inizio per esempio, quando a marzo ci diedero la notizia che la scuola sarebbe stata chiusa ero abbastanza contenta, ma oggi sono qui dopo nove mesi a chiedermi tra quanto tempo potremmo ritornare tra quei banchi e riprendere a costruire i ricordi che ci porteremo dietro per tutta la nostra vita.
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