#dettotranoi | didattica a distanza | ridateci la scuola!

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Qui alcune riflessioni dei nostri ragazzi sull’esperienza del lockdown e su quanto hanno sentito, hanno provato e che desiderano, anche attraverso l’arte, raccontare.
<<Il 2020 era originariamente un nuovo anno con l’anno che tutti speravamo ma il 12 febbraio è apparso qsuesto terribile virus (…). Pensavamo fosse solo un piccolo raffreddore e alla fine si è trasformato in un terribile virus che dalla Cina si è diffuso in molti altri Paesi. (…) Adesso è il mio terzo mese a casa… ero nervoso, spaventato, annoiato perché non sapevo cosa fare (…). Per quanto riguarda i corsi abbiamo 4 o 5 ore di lezione tutti i giorni on line… Le lezioni mi piacciono abbastanza, on line: posso dormire fino alle otto, posso anche indossare il pigiama, non serve che prenda il treno, posso magiare e anche bere durante la lezione. Ma, comunque, io preferisco la scuola. Ora che uscire si può, con le mascherine e mantenere le distanze… non vuol dire che odiamo (…) I nostri corpi devono mantenere le distanze ma non i nostri cuori!!!>>

<<All’inizio ero molto preoccupato per il virus in Cina e non mi aspettavo che anche il virus in Italia fosse molto serio. Dalla finestra vedevo poche macchine e poche persone che camminavano per strada: tutti indossavano mascherine. (…) Voglio uscire per giocare con gli amici e voglio tornare a scuola.>>

<<In questa quarantena, non mi sono trovata nè male nè bene perché le uniche cose che mi mancavano erano i miei amici ed uscire con loro per stare in compagnia. In questo periodo, riflettuto molto ed ho pensato “perché lamentarmi di stare a casa quando ho la possibilità di fare qualunque cosa (…) quando nello stesso momento ci sono persone che stanno dando il massimo di se stesse per aiutare altre persone in difficoltà? Se devo essere sincera, molte cose che prima facevo in un modo ora le faccio diversamente e, comunque, stando a casa ci sono mille modi per non annoiarsi. Ci sono molti effetti positivi nello stare a casa, come la riduzione dell’inquinamento, eppure noi non ce ne rendiamo conto… Non importa quanto tempo della tua vita hai perso stando a casa perché non capita spesso di dare una mano o, addirittura, salvare qualcuno stando a casa in pigiama>>

<<(Nel fare questo disegno, ndr) mi sono ispirata al film “Il coraggio della verità” e pensando a quello che sta succedendo nel mondo attualmente, oltre al corona virus, “The hate u give” vuol dire “l’odio che dai” perché l’odio mostrato ai bambini si riverserà nella società di domani quando saranno grandi, ho scelto il bianco e nero cosicché non occorreva specificare se la donna raffigurata fosse nera o bianca perché il mio messaggio è anche sull’umanità, contro il razzismo. La sequenza di parole nel volto della donna raffigurano delle “categorie” che troppe volte vengono usate, come “donna o uomo” “bianco o nero” “etero o lgbt” e molte altre. Ma queste categorie sono inutili perché noi siamo umani, esseri viventi, non siamo categorie e non dobbiamo sottostare a queste. Un obiettivo?…essere l’eccezione che va oltre le categorie…dire di no alle imposizioni contro i diritti umani. Siamo tutti esseri umani. (…)>>

#dettotranoi con le parole di alcuni ragazzi e ragazze dell’Istituto Lepido Rocco di Lancenigo (TV) e dell’Istituto Lampertico (VI)

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