Un bazar di emozioni
di Italia Educante
A Treviso come a Vicenza, è partito il #2anno di ItaliaEducante ed una delle novità emerse è come l’orizzonte pluriennale del progetto sia indubbiamente un vantaggio sul piano operativo in quanto aiuta insegnanti e ragazzi a sintonizzarsi sul senso dell’intervento con una focalizzazione più immediata. Come sempre, la prima sfida ad inizio anno è quella di lavorare sui ragazzi per andare a creare quello spirito di gruppo e di appartenenza che serviranno, via via, per facilitare relazioni e cooperazione. Per raggiungere questo obiettivo, nella fase Accoglienza, sono stati proposti giochi utili, attività e momenti di condivisione che hanno aiutato ad entrare il gruppo classe nel mood giusto. Il gioco dell’oca, ad esempio, ha aiutato i ragazzi a esprimersi sul cosa piace o non piace della scuola/classe ma anche su sogni, paure e persone importanti che abitano la loro quotidianità. “ho paura di perdere le persone che amo” è una delle frasi che sono venite fuori, risposte per nulla scontate che descrivono bene il mondo che si nasconde nell’animo dei giovani e che, solo grazie a momenti speciali come questi, possono essere condivisi.
Il bazar delle qualità, invece, è stato l’espediente per riflettere sulle proprie qualità presenti o latenti così poi da andare a cercare, nel mucchio delle qualità presentate dall’educatore, quelle meno sviluppate e su cui lavorare durante l’anno scolastico. Come testimonia ogni percorso educativo, non è sempre facile attivare il coinvolgimento e la partecipazione del gruppo ma, certamente, ciò che è evidente, dall’esperienza ItaliaEducante maturata fin qui, è che i ragazzi apprezzano momenti speciali a loro dedicati, in cui potersi aprire e confrontare, senza timore di essere giudicati. Ed è proprio grazie a interventi di gestione delle emozioni come questi, ad esempio, che i ragazzi imparano, poco per volta, a conoscersi meglio ed a riconoscere i propri punti di forza da valorizzare, e di debolezza da superare, così da restituire al gruppo classe un “proprio sé” più consapevole e armonioso, a tutto vantaggio anche del comportamento durante le lezioni, come anche gli insegnanti rilevano. Quando, in un momento di dialogo profondo, una ragazza dice “da oggi vedo la classe, o almeno molti dei miei compagni, con occhi diversi” è segno che qualcosa di grande si sta facendo con e dentro di loro.con il contributo di Andrea e Davide Sartori, coordinamento ItaliaEducante Veneto
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