Infanzia e pandemia | Risultati del progetto Ip Ip Urrà a Genova
di chiromechino2
Infanzia e pandemia. Risultati del progetto Ip Ip Urrà a Genova.
Intervista a Marta e Daniela della Cooperativa Mignanego di Genova.
- Riaperture e chiusure: come l’infanzia ha vissuto questo periodo di “sospensione” e incertezza?
Marta: In questo periodo di “sospensione” e incertezza, tra riaperture e chiusure e/o fasi di quarantena chiusi in casa, i/ le bambini/e si sono trovati a vivere situazioni nuove, inaspettate e difficili. Hanno visto l’interruzione/ sospensione delle ritualità quotidiane, tanto importanti per tutti/e, a maggior ragione per i più piccoli e i più fragili. Hanno visto l’incertezza e la paura negli occhi degli adulti di riferimento. In generale, le diseguaglianze si sono acuite, penalizzando coloro che già vivevano situazioni di povertà economica e/o educativa, spesso con assetti familiari precari, la carenza di strumenti digitali e/o spazi ristretti. Questo periodo ha sicuramente avuto e avrà un forte impatto psicologico, sociale e culturale in particolare per l’infanzia.
Daniela: È un assunto pedagogico che ogni bambino e bambina, soprattutto se molto piccoli/e, abbia bisogno di stabilità educativa, routine definite e punti di riferimento stabili dove potersi muovere per sviluppare i propri potenziali di crescita.
Il periodo dell’emergenza li sta privando di questa cornice di riferimento stabile e sicura e li mette nella condizione di dover ricostruire dei legami di attaccamento. Le ripetute chiusure dei servizi educativi o la loro radicale modifica nelle principali routine ha comportato, in alcuni casi, una regressione rispetto alle diverse competenze raggiunte ed una maggiore difficoltà nel distacco dai propri genitori.
- Educatori e operatori per l’infanzia hanno adottato nuove modalità? L’organizzazione ha messo in campo nuovi strumenti?
M: Noi educatori e operatori abbiamo fatto del nostro meglio. Il fine è stato quello di contenere i danni, continuare a tenere/ rafforzare relazioni (o crearne di nuove) mantenendo il contatto affettivo anche durante i giorni a casa che diversi bambini hanno dovuto trascorrere in quarantena. Ci siamo messe in ascolto profondo dei bisogni dei piccoli e dei loro genitori.
Abbiamo continuato a offrire supporto alla genitorialità, strumenti e risorse per le famiglie, consigli di lettura e prestito libri da asporto, suggerimenti di attività da fare insieme genitore-bambino, invio di audio-letture a cura della nostra biblioteca di Nido Vico Rosa
Abbiamo continuato a impiegare gli strumenti già messi in campo durante lo scorso lockdown. Tra questi: l’invio alle famiglie di attività da fare a casa e/o la condivisione on line. Lo abbiamo fatto diffondendoli a un maggior numero di famiglie (anche di comunità madre-bambino). Abbiamo allargato e rafforzato la rete sia con le comunità sia con i servizi sociali e altre realtà del territorio, aumentando le occasioni di laboratori per 0-6 e famiglie all’aperto, e in luoghi altri del centro storico che prima d’ora non erano mai stati messi a disposizione. Stiamo sperimentando anche nuove “formule” di eventi/ incontri per famiglie.
D: In molti casi si sono ripresi e ripetuti gli strumenti di ambientamento (nel caso del nido integrativo gratuito) per riprendere un accompagnamento di bambini/e e genitori all’interno della comunità-nido, per ristabilire la fiducia e la sensazione di sicurezza e accudimento. In altri casi si sta provando ad integrare (ad esempio all’interno dei gruppi mamma-bambino/a) famiglie provenienti da più contesti differenti. Siamo convinte che il meticciato sia sempre una risorsa nella quale le famiglie possano ritrovare parti di sé nelle altre, anche se con esperienze tanto diverse.
- Quanto è servito in questo periodo il percorso IP IP URRÀ come lavoro di rete e di confronto per l’infanzia?
M: Il percorso di Ip Ip Urrà come lavoro di rete e di confronto è stato senz’altro prezioso. Ci ha fornito idee, spunti di riflessione, strumenti, linee guida.
D: Il confronto con i colleghi e le colleghe è sempre molto utile. Ma è stato un privilegio, in un momento di grande difficoltà globale, poterlo fare con chi opera in contesti territoriali differenti ma che si trovano ad affrontare la stessa fatica. Conoscere strategie altre e poter raccontare le nostre per rivedere il proprio lavoro nei pensieri di colleghe e colleghi è stato ed è utile.
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