Casa Zoe – Il primo anno di Ip Ip Urrà – Moncalieri
di chiromechino2
Casa Zoe, Moncalieri, racconta l’anno trascorso con Ip Ip Urrà
Riaperture e chiusure: come hanno vissuto i bambini questo periodo di “sospensione” e incertezza?
I bambini incontrati da Casa Zoe a settembre sono nella maggior parte dei casi quelli che definiamo “figli della pandemia”. Ovvero bambini 0-2 anni che sono nati in tempo pandemico e che quindi hanno avuto scarsissime possibilità di relaziuone con i propri pari durante l’inizio del loro percorso di vita. Questi bambini spesso sono spaventati quando incontrano altri bimbi tendono a isolarsi piuttosto che cercare la relazione. Il nostro compito in questi mesi è stato proprio quello di accompagnare in un percorso di “ritrovamento e riconoscimento dell’altro” i nuclei più fragili e più soli. Lo abbiamo fatto puntando sulla partecipazione attiva, sulla solidarietà, sull’ascolto reciproco.
Educatori e operatori di Casa Zoe hanno adottato nuove modalità? L’organizzazione ha messo in campo nuovi strumenti?
Come tutti i servizi educativi, Casa Zoe ha sofferto, in questo periodo di incertezza l’impossibilità di una programmazione di ampio respiro. Una progettazione che potesse accompagnare i nuclei intercettati lavorando sui bisogni e sulla relazione.
Sono state attivate quindi “modalità a distanza” che però spesso non sono riuscite ad attivare una reale continuità di relazione con i nuclei, soprattutto i più fragili. Inoltre questo strumento è impraticabile quando si parla di minori 0-6 anni, a meno che non si richieda una partecipazione passiva. Ci siamo attivati in alcuni casi con una modalità mista che prevedeva la consegna a casa di kit creativi che potessero essere utilizzati in autonomia dalle famiglie che a volte hanno previsto brevi incontri a distanza.
Fortunatamente questa nuova annualità scolastica, a partire da settembre 2021, ha garantito l’apertura continuativa dello spazio. Lentamente Casa Zoe sta tornando ad essere quello spazio in cui, in primo luogo, si costruiscono relazioni e si utilizza lo strumento del gioco per una partecipazione attiva dei bambini e dei care giver.
Una nuova modalità di lavoro
La pandemia ci ha insegnato d’altrocanto una nuova modalità di lavoro con i genitori. Per molti di loro la modalità online permette di contrarre i tempi rispetto ad un incontro in presenza. Gli incontri online permettono di seguire incontri anche lontani geograficamente. Anche se questa modalità non ci convince a pieno. Ora il compito degli educatori attivi sulla genitorialità è anche quello di garantire la partecipazione di tutti: le famiglie agganciate a distanza durante i lockdown che abitano lontano da Casa Zoe, le famiglie che intercettiamo oggi che quindi sono propense ad una modalità d’incontro in presenza. Con alcuni gruppi stiamo quindi seguendo un percorso misto. Un percorso che lascia la possibilità di incontrarsi a Casa Zoe o di collegarsi online per seguire gli incontri.
Quanto è servito in questo periodo il percorso di Ip Ip Urrà come lavoro di rete e di confronto per Casa Zoe?
Il lavoro di rete con i partner di Ip Ip Urrà è servito per confrontarsi, far germogliare idee, spronarsi. E’ servito a sentirsi meno soli e a condividere strategie e buone prassi. A progettare e ri-progettare insieme nella consapevolezza che il cambio di rotta partiva sempre da una condivisione e non dalla decisione di un singolo. E che proprio in virtù di questo aveva un valore diverso.
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