Disabilità e bullismo: il problema sono le assenze e le distanze

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di Giovanni Merlo, Direttore di Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità

 

Il punto di vista dei ragazzi è chiaro: il bullismo, anche quando coinvolge le persone con disabilità, è certamente dovuto a molte e diverse cause e, tra queste, quelle più importanti sono le distanze che si creano tra i ragazzi e l’assenza di una relazione significativa con gli adulti, a partire dagli insegnanti.

Esiste una corrispondenza stretta – nota anche se poco esplorata – tra bullismo e disabilità. Un fenomeno che non riguarda solo gli attori principali, ovvero il “bullo” e la “vittima”, ma l’intero contesto e quindi, nel caso della scuola, anche il resto della classe e gli insegnanti. Un fenomeno figlio di una dinamica di gruppo, nel quale i soggetti coinvolti si sostengono reciprocamente.

Questo è quanto emerge dalla ricognizione della scarsa letteratura sul fenomeno[1] che mette in evidenza come i ragazzi con disabilità siano “vittime perfette” del bullismo per come alcune loro caratteristiche possono essere utilizzate per differenziarli, e quindi separarli, dal gruppo di pari. Emergeanche che lo stesso ruolo del “bullo” è spesso la manifestazione di un disagio profondo e che può essere interpretato, a sua volta, anche da ragazzi con disabilità. In questo contesto la strada della contrapposizione e della punizione non sembra essere la migliore per prevenire e contrastare questo fenomeno.

Grazie al progetto “Inclusi, dalla scuola alla vita, andata e ritorno”, il Gruppo di lavoro dedicato al tema, ha avuto la possibilità di chiedere direttamente ad un ampio numero di ragazzi cosa pensassero del bullismo, in particolare, quando coinvolge ragazzi con disabilità.

La ricerca – azione, svolta nel corso dell’anno scolastico 2022-2023, ha coinvolto 612 studenti di 10 diverse scuole e di un 1 Centro di aggregazione giovanile in otto diverse località di Campania, Lazio, Lombardia e Marche. Le attività sono state realizzate in 37 classi di cui 19 in sei scuole secondarie di primo grado e 18 in tre corsi di formazione professionale e condotte da realtà del Terzo Settore, partner del progetto[2], con modalità differenti a seconda delle loro specifiche competenze e delle caratteristiche dei territori. Il primo passaggio è stato un breve questionario che proponeva situazioni verosimili di bullismo che coinvolgevano ragazzi con disabilità, chiedendo agli studenti di indicare quale comportamento avrebbero tenuto in quelle circostanze. Le attività nelle classi hanno avuto tutte un taglio laboratoriale (circle time, role playng, drammatizzazioni, interviste, …) unite dalla volontà di realizzare una attività di sensibilizzazione, finalizzata comunque alla raccolta di dati e informazioni utili per rappresentare il punto di vista dei ragazzi.

In effetti, da questo insieme di attività, i loro pensieri emergono con chiarezza, non senza qualche contraddizione, comprensibile data l’età e la differenziazione geografica del campione[3].

Il bullismo, nonostante tutto, rimane un fenomeno poco conosciuto dai ragazzi che si rendono conto del rischio di sottovalutarlo. Situazioni che vengono descritte come possibili e probabili, in presenza di coetanei definiti come “deboli” o “insicuri” e di altri considerati “forti” o “prepotenti”, ma di cui si intuiscono le fragilità caratteriali o le problematiche familiari.

Quello che più colpisce però è la relazione diretta che molti indicano tra il sorgere di episodi di bullismo e la poca attenzione da parte degli insegnanti che, in questi casi, vengono descritti come lontani, soprattutto quando sembrano “girarsi dall’altra parte” di fronte a situazioni di conflitto e aggressività.

A fare da contraltare a questa visione, i ragazzi indicano come elementi di contrasto al bullismo: la coesione del gruppo classe; la presenza al suo interno di leader positivi; l’incontro e la presenza di adulti significativi, con cui parlare e anche capaci di intervenire.

In questo contesto, gli studenti non demonizzano le punizioni, anzi, in genere le considerano come “giuste”, perché ritengono che chi compie azioni negative debba subire qualche conseguenza. È interessante notare come, con lucidità, venga anche messa in luce la sostanziale inutilità delle sanzioni, mentre sembrano maggiormente efficaci gli interventi improntati al dialogo e anche quelli che coinvolgono positivamente i genitori.

In sintesi, gli studenti, attraverso la partecipazione alle diverse attività laboratoriali, non hanno nascosto né sottovalutato il peso e l’importanza delle responsabilità individuali, ma hanno messo in evidenza quanto la partita si possa e si debba giocare nelle relazioni che si creano in classe e nella scuola. Un fattore decisivo sembra essere se e come, in queste relazioni, siano interessati e capaci di entrare gli adulti, a partire dagli insegnanti. La loro assenza o irrilevanza, accentua la tendenza dei ragazzi ad affidarsi alla protezione del gruppo di pari e a “cavarsela da soli”, giustificando e anche auspicando, fenomeni di “autodifesa” con il rischio che, invece di risolvere, la situazione si esasperi.

La richiesta agli adulti è quella certamente di esserci, di essere coerenti e affidabili e ad essere i primi a credere che il bullismo, anche quando coinvolge i ragazzi con disabilità, non sia un fenomeno ineluttabile e quasi “naturale”, al contrario, che si possa prevenire, contrastare e risolvere, più con le riflessioni che con le punizioni, lavorando per avvicinare anziché per separare.

Scarica il report Bullismo e disabilità. Dati e conoscenze utili a promuovere la prevenzione

[1] Disabilità e bullismo: incroci pericolosi, di Sara Carnovali e Giovanni Merlo, Percorsiconibambini.it, 9 giugno 2021

[2] Le cooperative sociali Apriti Sesamo di Roma, Consorzio SIR e Spazio Aperto Servizi di Milano, La Rete di Ascoli Piceno, La Rada di Salerno e dalla Fondazione di culto e religione Vaticano II di Porto Recanati

[3] WP 3 Prevenzione al bullismo, Report sui dati e le informazioni raccolte durante le attività nelle scuole, 14 luglio 2023, in allegato a questo articolo?

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