Anche per i futuri chef il computer è fondamentale

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Da qualche giorno a Codogno c’è un nuovo polo di comunità all’interno del Centro di formazione professionale Calam di Codogno. Verrà utilizzato soprattutto dai 18 studenti dell’indirizzo di ristorazione. Come mai? A spiegarlo la dirigente dell’istituto, Marina Ratto. “Gli allievi useranno questi strumenti per preparare brochure, trovare notizie e curiosità sulle ricette che hanno scelto di proporre ai loro commensali, realizzare materiali informativi da distribuire durante gli eventi o gli showcooking, immaginare volantini che saranno poi distribuiti” dice.

Perché la professione dello chef, ormai, non si limita al lavoro dietro i fornelli o al piano cottura. C’è un lavoro di pensiero e programmazione, un’attenzione al marketing, l’attività di promozione anche social che va garantita e appresa nel caso delle giovani generazioni. Il polo di comunità di Codogno diventerà lo spazio di appoggio per gli allievi e sarà anche un luogo sicuro, dove i giovanissimi potranno utilizzare Internet avendo accanto i docenti, che li guideranno e in qualche modo li aiuteranno ad evitare rischi.

Della dotazione tecnologica del Calam fanno parte anche due schermi giganti e una videocamera, in modo che quando si lavora in cucina si possano mostrare le procedure. Vale per i docenti che illustrano quello che stanno preparando ma anche per gli allievi, che possono rivedere la loro attività, comprendere se hanno fatto errori, migliorare e potenziare le proprie competenze.

“Abbiamo pensato di far aprire un Polo di comunità nella sede di Codogno perché la nostra idea è quella di offrire agli allievi la possibilità di lavorare al meglio anche sul fronte del digitale – commenta la dirigente Marina Ratto – . Ci rendiamo infatti conto di quanto nel mondo dell’istruzione di oggi sia fondamentale anche questa dimensione per raggiungere un pubblico sempre più ampio e far conoscere i propri progetti e anche i propri sogni”.

Con lo spazio aperto presso il Calam, la città di Codogno raggiunge quota sei Poli di comunità. Una specie di record che mette in evidenza l’attenzione delle istituzioni e delle realtà cittadini per questo genere di tematiche.

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