L’alleanza con le amministrazioni locali: una delle chiavi vincenti per lavorare in rete a sostegno di bambini/e e famiglie

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Tra i territori coinvolti dal progetto nazionale “Il Buon Inizio. Crescere una comunità che si prende cura” c’è Moncalieri, con il quartiere Borgo San Pietro. Il Comune è partner del progetto e sin da subito ha partecipato attivamente a sostenere e promuovere tutte le iniziative proposte dai partner implementatori: la cooperativa Ker EC e l’associazione Vides Main. Dell’importanza de Il Buon Inizio per il territorio e degli sviluppi futuri abbiamo parlato, in questa intervista, con Silvia Di Crescenzo, Assessora alle persone del comune piemontese.

Il territorio di Moncalieri è da anni molto attento alle politiche per l’infanzia. Quali sono, secondo lei, gli aspetti innovativi che Il Buon Inizio ha introdotto? Condivide con noi la necessità di interventi di contrasto alle disuguaglianze che parta dal garantire l’accesso gratuito a tutti i bambini e le bambine, sin dalla nascita, ad un servizio educativo di qualità?

L’impostazione del Bando “Comincio da Zero” dell’Impresa sociale Con i Bambini ci ha subito convinti, perché parte da un presupposto che già nella nostra amministrazione cerchiamo di praticare, che abbiamo sintetizzato in “Nessuno indietro, avanti insieme”: sono quattro parole che lette tutte insieme raccontano della consapevolezza che c’ è sempre il rischio che qualcuno rimanga indietro, e che rimangano indietro i bambini è il rischio più probabile, perché sono una minoranza nella popolazione, in una società sempre più costituta da anziani. Quindi la “priorità bambini” ci ha mossi e abbiamo voluto fortemente che il territorio partecipasse a questo Bando.

Poi “avanti insieme” perché crediamo che se ci si allinea sulle stesse condizioni di partenza, fin dall’inizio (che bello questo titolo “Il Buon Inizio”!) allora c’è la possibilità di andare avanti verso una situazione di benessere. Ed è fondamentale partire dall’inizio – esattamente come si propone di fare Il progetto Il Buon Inizio – per costruire modelli di qualità della vita, di utilizzo del tempo che siano diverse dal mainstream che avvertiamo, che è un mainstream globale (che c’è sia nei territori più marginali che in contesti più attrezzati). Succede che il tempo dei bambini è stretto tra due alternative: o è un tempo in cui devono fare tante attività diverse, avere tanti impegni, oppure un tempo di consumo in cui si va in spazi a pagamento come i centri commerciali o si sta con qualche aggeggio elettronico.

Quindi “Il Buon Inizio” porta un approccio innovativo, che non è legato solo al saper fare, ma soprattutto al benessere della famiglia all’interno della propria comunità

 

In che contesto si inserisce Il Buon Inizio e a quali bisogni del territorio risponde?

Il Buon Inizio su Moncalieri – una città di quasi 60mila abitanti, la quinta del Piemonte, che ha un territorio molto variegato – si inserisce a Borgo San Pietro che è il quartiere più vicino a Torino, collegato anche con la metropolitana. È il quartiere più multietnico e più giovane, quartiere popolare, con alcuni complessi di edilizia residenziale pubblica, un quartiere che ospita già dei presidi educativi importanti, come le scuole di diverso ordine e grado. Poco distante dalla ludoteca MicroZoe de Il Buon Inizio c’è la sede dei servizi sociali, lo sportello per quello che era il reddito di cittadinanza, alcuni servizi dell’ASL… quindi, sono tanti gli attori con cui collaborare per rispondere adeguatamente ai bisogni dei nuclei familiari del territorio.

 

Tra gli obiettivi principali del progetto c’è sicuramente il rafforzamento della comunità educante e di cura del territorio: fare rete per il benessere di bambini e bambine e dei loro genitori. Una sfida tanto importante, quanto impegnativa. Secondo il suo punto di vista, i diversi attori del settore educativo, sociale e sanitario di Moncalieri sono pronti a mettersi in gioco?  Quale potrebbe essere il contributo dell’assessorato e del Comune in termini di rafforzamento e di crescita della comunità educante territoriale?

È fondamentale che ciascun soggetto impari a fare il suo pezzo in modo diverso, in rete, in sinergia con gli altri, trasformando i punti di debolezza di alcuni, in attività di altri che ci possono supportare. Come Assessorato alle persone e come Città crediamo molto nel “fare da regia”, nel costruire i contesti organizzativi e i metodi intorno ai quali ogni attore trova il suo pezzo di responsabilità, sapendo però che ognuno deve essere responsabile di un pezzo. Abbiamo bisogno di condividere – come fa Il Buon Inizio – di darci degli obiettivi realistici da perseguire.

 

Il Comune potrà, in futuro – anche dopo Il Buon Inizio – continuare a sostenere la comunità educante e la rete che si sta sviluppando intorno al progetto, grazie ai tavoli territoriali?

Non è una speranza, è un po’ una certezza. “Il Buon Inizio” lavora su una rete che già c’era; si sta, infatti, dipanando in una maniera molto operativa, visibile, coinvolgente proprio perché rafforza una rete che già c’era. Per esempio, la città di Moncalieri ha attivato una coprogettazione, “Moncalieri per le persone”, in cui mettiamo risorse proprio per supportare con ore e persone la rete territoriale. L’obiettivo di quel servizio è anche quello di monitorare le opportunità che possono arrivare sul territorio, in continuità con iniziative già avviate. Quindi anche con il Buon Inizio siamo pronti a dare continuità a un metodo, a uno stile e ai servizi che troveranno una loro dimensione nella comunità. Ovviamente bisognerà trovare delle modalità di finanziamento. Un pezzo di continuità lo garantiamo, come Comune, già con lo spazio che abbiamo messo a disposizione per la ludoteca Micro Zoe, che sicuramente anche in futuro manterrà la sua vocazione di spazio per l’infanzia e le famiglie.

 

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