Horticultura nel Bilancio Sociale della Reggia di Caserta
di terrafelixcoopsociale
Horticultura nel Bilancio Sociale della Reggia di Caserta. Un risultato che testimonia l’impatto sulle politiche pubbliche generato dal progetto che ha inventato gli orti didattici museali.
Il Bilancio Sociale racconta la soggettività del sito vanvitelliano, patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO, e le attività svolte nel periodo 2019>2022. E’ il primo documento di questo genere che la Reggia abbia prodotto nella sua storia di ente museale; la prima traccia di un modo nuovo di rapportare una importante istituzione culturale ai suoi differenti stakeholder, in una logica di accountability trasparente quanto efficace.
Il Bilancio Sociale della Reggia è disponibile a questo link. A pagina 36 compare Horticultura, quale progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo di contrasto della povertà educativa minorile.
Due innovazioni che si incontrano
Due innovazioni, in effetti, che si incontrano. La prima, che dal 2020 trova una modalità per trasmettere competenze cognitive e relazionali a bambini della scuola primaria, avvicinandoli all’arte e alle scienze, attraverso l’horti-cultura. La seconda, che nel 2023 vede la redazione di un Bilancio Sociale che ricostruisce le molteplici connessioni di un bene culturale con la comunità e il territorio di riferimento.
Le persone al centro
Un incontro che è stato possibile grazie all’indirizzo perseguito dalla Direzione del sito. Lo spiega la stessa Tiziana Maffei nelle prime pagine del Bilancio Sociale. “Si prova a raccontare in modo chiaro l’impegnativo lavoro di squadra del museo in questi 42 mesi di attività. Questo bilancio sociale sintetizza il percorso avviato nel più ampio e articolato programma 2019/2026, con l’impegno di trasformare il Museo da oggetto a soggetto. Ritengo importante sottolineare che, al di là degli importanti e tangibili risultati che si stanno raggiungendo, al centro di questa trasformazione ci sono le persone”.
Per rimanere nella metafora del bilancio, possiamo dire che gli orti didattici museali costituiscono una “partita” che contribuisce al valore aggiunto realizzato e distribuito da parte di un Bene culturale. Pertanto, rappresentano un’esperienza da diffondere e rigenerare.
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