EticLab: un lavoro in profondità, contro la violenza di genere

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Lunedì 25 novembre 2024, in occasione della venticinquesima Giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si è tenuto un importante incontro di sensibilizzazione sulla violenza di genere.

L’evento, che ha avuto luogo presso l’ITET (l’Istituto Tecnico Statale Economico e Tecnologico “G.B. Carducci-Galilei – CPIA” di Fermo), è stato organizzato dalla Cooperativa Sociale Il Faro insieme al prof. Giuseppe Lupoli, nel ruolo di referente sulle tematiche del bullismo e cyberbullismo. L’attività (#EticLab) rientra all’interno di HOBNOB, Opportunità per socializzare, aggregare, formare la nuova comunità educante, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, all’interno del Bando Spazi Aggregativi di Prossimità 2022. Il modello d’intervento propone la pro-attività dei ragazzi attraverso la ‘progettazione partecipata’: #EticLab (Laboratori di Etica e Responsabilità Sociale), che ha l’alto obiettivo di innescare percorsi di cittadinanza attiva nei ragazzi, per far nascere una consapevolezza sul loro essere attori-cittadini del territorio in cui vivono, attraverso la promozione della cultura, della solidarietà e nel rispetto dell’altro.

È proprio all’interno di questa cornice che il laboratorio trova la sua raison d’être.

Vediamolo più nel dettaglio.

Protagoniste le classi quarte e quinte dell’Istituto Tecnico; il laboratorio è stato tenuto da Tiziana Regine, scrittrice, autrice teatrale ed esperta di tematiche sulla violenza di genere. Nell’incontro, dal titolo “Tutte vita. La mia”, Tiziana Regine ha proposto un excursus a partire dall’etimologia di alcune parole chiave, come “femminicidio”, “patriarcato”, “gelosia” e “raptus”, per un’attività laboratoriale che ha saputo invitare i ragazzi e riflettere su un problema culturale quanto mai urgente. Un problema che ha a che fare con il nostro essere cittadini, il nostro far parte di una comunità, ma soprattutto con il rispetto dell’altra persona.

E se, come recitava Nanni Moretti nella celebre scena di Palombella Rossa, “Le parole sono importanti”, allora possiamo iniziare dai termini per nutrire consapevolezze nuove, per ri-educare a un nuovo modo di pensare le relazioni, gli affetti e il rispetto di sé e dell’altro.

Preziosa in tal senso la testimonianza di Tiziana Regina che lascia nel suo blog letterario, proprio in riferimento all’attività laboratoriale che l’ha vista come guida: “Sono partita dal significato di “parola” che, come dice Marco Balzano nel suo libro “Le parole sono importanti”, «è una parabola, un suono che fa un percorso da chi lo pronuncia a chi lo ascolta. […] Mi interessa osservare come, implicando l’altro, la parola è un atto che richiede – stando a Gadamer […] – ascolto e comprensione. […] Le parole che usiamo fungono da guida per il nostro pensiero. Le parole che usiamo non sono mai neutre.”

L’incontro ha visto l’approfondimento delle radici sociali, culturali e giuridiche della violenza di genere e sono state lette opere significative, tra cui Mia di Antonio Ferrara e Infanzia di M. Gor’kij. L’attività si è conclusa con la scrittura da parte dei ragazzi di un breve testo, in forma libera, con lo scopo di far emergere parte dei loro vissuti.

Ciò che è emerso dai partecipanti è una sensibilità e una profondità d’animo che dà prova di una grande verità: i ragazzi sono capaci di grande attenzione, ascolto e riflessione emotiva e – anche grazie a progetti come HOBNOB – occasioni come queste ci dimostrano il loro desiderio di un futuro migliore.

Questo momento così formativo e proficuo si inserisce all’interno di un’organizzazione più complessiva che l’Istituto Tecnico Statale Economico e Tecnologico “G.B. Carducci-Galilei – CPIA” sta attuando per sensibilizzare i ragazzi. Ne è un esempio l’installazione degli spazi espositivi della Sede Centrale e della Sede CAT/Grafica da parte delle classi quarte e quinte di Grafica. Sotto la supervisione della professoressa Giordana Berducci, scarpe rosse e cartoline mostrano la presa di posizione comune contro ogni forma di violenza e di violazione dei diritti umani – come lo è il femminicidio – nonché la vicinanza alle famiglie delle vittime.

Davvero un bellissimo lavoro, fatto con grande profondità, per la scoperta di sé in relazione col reale.

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