HOBNOB: dall’io onnipotente al “noi” contro la «povertà educativa»

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I recentissimi fatti di violenza giovanile accaduti a Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio, e la diffusione e l’uso sempre più marcati delle droghe nella regione Marche, ripropongono la necessità di interventi più profondi rispetto alle seppur necessarie e improrogabili misure di sicurezza per l’ordine pubblico.

La povertà educativa

Il Presidente dell’ISTAT ha da poco parlato di un serio problema nazionale che è quello della «povertà educativa».

Vittorino Andreoli, psichiatra, ha pubblicato il suo ultimo saggio Lettere sulla necessità di ritrovare l’affetto di coppia e tra generazioni, e la solidarietà verso l’altro. È un testo sull’amore, anzi una lettera sull’amore «perché – spiega – vivo in un mondo che non mi piace».

«In quest’età dell’io onnipotente – aggiunge – l’unica salvezza è passare al “noi”. Mai così tanto bisogno di amore».

Altri colleghi parlano di una paura giovanile e di un senso di insensatezza che sfocia nella violenza.

Dal futuro promessa al futuro minaccia, secondo l’interpretazione di Miguel Benasayag.

In questo spaccato di forte insoddisfazione e timore per il domani rientra anche il problema degli abbandoni scolastici, dei Neet, degli Hikikomori, di quella che papa Ratzinger e prima di lui altri personaggi attenti all’età adolescenziale hanno definito l’emergenza educativa.

Il progetto HOBNOB

Il progetto HOBNOB (vicinanza, prossimità, calore) ha come obiettivo generale quello di «migliorare la qualità della vita dei ragazzi tra i 10 e i 17 anni, e le loro famiglie, attraverso la proposizione di un modello di intervento cittadino».

Questo intervento prevede «il potenziamento di tre spazi aggregativi di prossimità nel comune di Fermo per la prevenzione del disagio giovanile e comportamenti disfunzionali; la partecipazione attiva degli adolescenti e della comunità educante alla progettazione degli interventi; l’avvio di azioni territoriali stabili dentro e fuori la scuola».

Le attività

Le attività che saranno svolte a partire dalla fine di agosto 2024 si baseranno sul “co-design” e sulla “progettazione partecipata”. «I ragazzi parteciperanno attivamente alla valorizzazione degli spazi dei “centri di prossimità”, co-creandone l’allestimento in una fase iniziale per poi collaborare alla proposizione di laboratori permanenti secondo alcuni specifici bisogni individuati».

Inoltre, si mirerà «allo sviluppo educativo e di informazione/formazione “digitale” per la riduzione del gap generazionale, il potenziamento della collaborazione tra “peer” e il miglioramento delle “carriere scolastiche” difficoltose (contrasto a dispersione/abbandono scolastico); allo sviluppo di un “Io” etico, attraverso la scoperta del proprio potenziale, talenti e aspirazioni come fattori abilitanti per le scelte importanti da compiere (es. scelta superiori/post diploma) e per la generazione di comportamento responsabile in contesti aggregativi territoriali (educativa di strada); Potenziamento della Comunità educante come soggetto formale/informale nel suo ruolo di sostegno e guida per i giovani nella prevenzione di situazioni di disagio, con proposizione di strumenti di supporto alla funzione genitoriale».

In sintesi, le attività previste sono: Progettazione partecipata, #Tela, come talenti e legami affettivi: laboratori genitori figli; #digilab, laboratori e tecnologie digitali supporto psicologico; #nodropnoout, potenziamento scolastico e peer education; #coaching, orientamento scuole secondarie di primo e secondo grado; #eticlab, laboratorio di etica e responsabilità sociale; #road, servizio educativa di strada.

Soggetto responsabile del progetto è l’Associazione Wega; i partner sono il Comune di Fermo, l’Università di Macerata, la Cooperativa Sociale Il Faro, la Comunità di Capodarco, il Centro Sociale Campiglione, l’associazione Centro di Solidarietà Marche Sud, la Fondazione O.R.A.F.A.C., le scuole del fermano e Human Foundation Do&Think Tank per l’innovazione sociale, quest’ultimo è anche organo di monitoraggio del progetto.

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