La musica rende liberi. La storia di Giovanni Gagliardi
di giovaniconnessi
Giovanni Gagliardi: una storia vera raccontata nel cortometraggio dei ragazzi del Liceo Gioia di Piacenza
Straordinario musicista nella Parigi della Belle Époque, obiettore di coscienza, considerato “scemo di guerra”, rinchiuso in diversi manicomi fino al 1919, confinato a Ventotene, Giovanni Gagliardi fu spiato per oltre trent’anni dalla polizia francese prima e dalla polizia italiana poi, ma con i suoi libri, la sua musica e la sua fisarmonica riuscì sempre ad essere un uomo libero.
Il cortometraggio “Momenti di una vita spiata” prende ispirazione dal graphic novel “Giovanni Gagliardi. Una vita spiata”, pubblicato nel 2018, frutto di un laboratorio didattico realizzato dal Liceo Gioia in collaborazione con l’Archivio di Stato di Piacenza.
A partire da documenti d’archivio, gli studenti del Liceo Gioia, supervisionati da docenti e archivisti, hanno scoperto e fatto rivivere Giovanni Gagliardi. Hanno collaborato a regia e produzione anche Manuela Veneziani, docente del Liceo M. Gioia, e Anna Riva, direttore dell’Archivio di Stato di Piacenza per la documentazione sul personaggio in quanto curatrici del romanzo grafico.
Dallo storytelling alla sceneggiatura del cortometraggio
La sceneggiatura del cortometraggio, elaborata a partire dal lavoro congiunto dei ragazzi del Liceo Gioia, ha avuto la luce dopo un’ampia trattazione teorica, accompagnata da esercizi pratici, sul tema dello storytelling. La storia, dapprima solo accennata, ha preso forma e forza a seguito dell’applicazione di idee originali, creative e di grande impatto da parte dei ragazzi, quali ad esempio l’utilizzo del flash-back , del flash-forward e il racconto intimo.
“Le giornate di riprese del cortometraggio si sono susseguite rapidamente, soprattutto grazie alla disponibilità di tutti gli attori e delle parti coinvolte, portando ad un risultato ottimo e piacevole da vedere. Penso si sia trattato, soprattutto per i ragazzi, ma anche per gli adulti che hanno partecipato al progetto, di un’esperienza interessante e formativa sotto i più disparati punti di vista.” Afferma Alessandro Simonetta, educatore che ha accompagnato i ragazzi in questo bellissimo percorso dietro e davanti alla videocamera.
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