Videogames: validi alleati nella terapia dei più giovani
di giovaniconnessi
Spesso bambini e adolescenti si trovano a disagio in una tradizionale seduta di psicoterapia, faccia a faccia con l’adulto. In questi casi vengono spesso in aiuto i videogiochi: sessioni di gaming che supportano la consulenza psicologica e/o la psicoterapia in uno spazio e momento dedicato, intimo e coinvolgente, che può consentire un miglioramento della relazione paziente-professionista.
Ne parliamo con Tommaso R. psicologo e operatore per interventi psicoeducativi domiciliari Sociosfera, Società Cooperativa Sociale partner del progetto Giovani Connessi
L’utilizzo del videogioco in interventi psicoeducativi ha grandi potenzialità. – racconta Tommaso – Stare seduti davanti a una consolle insieme al giovane permette di instaurare un rapporto alla pari in un ambiente sicuro. In un gioco di squadra mi è possibile osservare come interagisce con i suoi compagni di team o con me stesso, così come in videogiochi di tipologia MMORPG (massively multiplayer online role play games) osservo le strategie che mette in atto per attaccare, difendersi e raggiungere l’obiettivo della missione. Senza che il ragazzo debba parlare di se stesso, ma grazie alle decisioni e alle azioni eseguite nel videogioco possono emergere le emozioni e i conflitti personali del paziente.”
“I videogiochi – continua Tommaso – sono un efficace strumento anche per creare legami online tra i “guerrieri” delle battaglie virtuali, attribuendo un’identità reale al compagno di squadra. È un aspetto molto positivo e un ottimo traguardo per il paziente che senza i timori dei rapporti relazioni offline impara a costruire una relazione online. Oltre che nel rapporto con i coetanei, è un valido aiuto nella relazione con l’adulto: l’esperienza videoludica, infatti, diventa punto di partenza stimolante per elaborare in termini narrativi l’esperienza insieme alla figura del terapeuta o del genitore. Questo non solo permette al ragazzo di elaborare e processare in maniera differente l’esperienza, ma crea anche un legame tra i due.”
*Photo by Teddy Guerrier on Unsplash
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