Se il ministro Valditara visitasse Torpignattara
di asinitas
Contro la segregazione scolastica e il tetto di stranieri in classe, il modello Torpignattara a Roma.
Con Galassia Torpigna si sperimenta un protocollo operativo per la scuola inclusiva, un’alleanza che valorizza le differenze, anziché trasformarle in disuguaglianze.
É di qualche giorno fa l’ennesima dichiarazione del governo che svela, più di altre, la natura escludente e razzista che ne informa la visione del mondo e della società, scuola inclusa.
Il ministro dell’istruzione, Valditara, con l’incondizionato appoggio di Matteo Salvini, è così tornato a proporre un tetto per gli alunni stranieri in classe, in modo da garantire che la maggioranza di ogni classe, in ogni scuola del Paese, sia composta da “italiani”.
L’affermazione mette in discussione il principio di inclusione che fonda il nostro stesso sistema educativo e, nonostante il tentativo di mascherarla con la retorica della “vera integrazione”, ha creato un vespaio di polemiche nel mondo della scuola e tra i tanti e le tante che da nord a sud si occupano di sociale e di integrazione.
Fuori dai palazzi c’è il mondo reale
Basterebbe al Ministro uscire dalle stanze dei palazzi, scendere nel mondo e incontrare la realtà, per rendersi conto che queste parole sono offensive e ottuse, oltre che pericolose.
Ad esempio, il Ministro Valditara potrebbe prendere un bus e da Palazzo Chigi raggiungere in pochi minuti Torpignattara o “Torpigna”, come amano chiamarla i suoi abitanti, quartiere del quadrante est di Roma – periferia “a du’ passi dar centro” – rappresentato, a seconda di chi lo osserva e racconta, o come laboratorio di convivenza multietnica all’avanguardia o come quartiere degradato a rischio esplosione.
Laboratorio Torpignattara
A Torpignattara vivono seconde e ormai anche terze generazioni di ragazzi e ragazze con background migratorio. Non stranieri, ma ragazze e ragazzi italo-bangladesi, italo-cinesi, italo-egiziani. Per Alessandra Smerilli, presidente di Asinitas, Associazione di Promozione Sociale che da quasi vent’anni si occupa di educazione, formazione e inclusione sociale, “avere meno stranieri in classe è semplice: basterebbe mettere mano alla legge sulla cittadinanza e concretizzare le valide proposte di legge presentate negli ultimi anni, come la proposta dello ius soli temperato e dello ius culturae, che ottennero l’approvazione della Camera nel 2015 ma non la maggioranza politica per potersi trasformare in legge; e poi lo ius scholae, che legherebbe l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un ciclo di studi, un decreto presentato in Parlamento nel 2022 ma uscito dall’agenda politica in breve tempo.”
Le scuole come specchio della nuova società
“Le scuole di Tor Pignattara, come la Deledda e la Pisacane, – continua Smerilli – sono una lente di ingrandimento sulla società di oggi e su quella che verrà. Rispecchiano la composizione di un quartiere multietnico. Da un lato accolgono problematiche che riguardano soprattutto le famiglie di origine straniera (questioni concrete come il problema della casa, la precarietà economica e lavorativa, l’isolamento sociale di alcune famiglie), configurandosi come presidi che contrastano fenomeni di segregazione e di disuguaglianza presenti nel quartiere, insieme alla rete associativa con cui collaborano. Dall’altro sono luoghi in cui il multilinguismo e l’incontro tra culture diverse non sono considerati un ostacolo all’apprendimento bensì una grande opportunità e una ricchezza per tutti e tutte.”
Un modello di alleanza educativa opposto a quello immaginato e difeso dal ministro, un modello che sostiene gli insegnanti delle scuole d’infanzia, primarie e secondarie inferiori in un processo di ricerca didattica e pedagogica che valorizza il multilinguismo, le metodologie attive e multimodali, l’insegnamento dell’L2, la mediazione interculturale.
Galassia Torpigna: contro l’esclusione e la segregazione scolastica
Proprio a Torpignattara, assieme ad Asinitas, alle scuole Laparelli e Salacone, al Municipio e a numerose associazioni attive sul territorio come Cemea del Mezzogiorno, A Sud, Altramente, Pisacane 0-99, Ecomuseo Casilino e l’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, è da poco iniziato un importante percorso che per tre anni scolastici lavorerà a cementare un’alleanza educativa tra istituzioni, scuole e associazioni del territorio per lottare contro l’esclusione e la segregazione scolastica. Si chiama Galassia Torpigna, perchè il modello che intende creare tra tutti gli attori della comunità educante è sinergico: una Galassia dunque, non un insieme di pianeti.
Galassia Torpigna è un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e capofila del progetto è la già citata Asinitas: “Vogliamo fare in modo che le nostre scuole diventino sempre più aperte, inclusive, capaci di accogliere le sfide e le opportunità che la società multiculturale ci offre. Occorre che le scuole e le associazioni mettano in comune e in campo le esperienze, gli strumenti e le pratiche utili a prevenire e contrastare fenomeni di dispersione e di segregazione scolastica”.
L’obiettivo è sperimentare un protocollo operativo per una scuola interculturale: l’esatto contrario di quanto auspicato da Valditara. Un protocollo che risponda alle esigenze reali del territorio, non alle idee retrograde di un ministro. È per questo che agli abitanti delle stanze chiuse del Ministero dell’Istruzione e del Merito farebbe molto bene conoscerlo, e conoscere scuole come la Pisacane e la Deledda, “scuole pioniere, apripista di sperimentazione pedagogica, il cui l’enorme lavoro di mediazione sociale e tenuta del tessuto sociale sul territorio dovrebbe essere riconosciuto e sostenuto dalle istituzioni”, conclude Smerilli.
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