CasaStorie: storie di adolescenti durante l’emergenza Coronavirus. Episodio 2
di Save the Children Italia Onlus
I ragazzi e le ragazze di Futuro Prossimo Chiaiano continuano – sostenuti dagli operatori del Coordinamento Genitori Democratici di Napoli – a raccontarci come stanno vivendo questa fare emergenziale approfondendo gli argomenti per loro importanti. In questo secondo episodio ci parlano della didattica a distanza.
Ed eccoci qui, di nuovo a scrivere su una tastiera che da inizio quarantena è diventata la nostra voce, scrivere ci aiuta a riflettere, ed è proprio quando pensiamo di non avere più parole, ecco che escono fuori nuovi pensieri. Nuove riflessioni, l’argomento? La didattica a distanza…!
Le scuole sono chiuse ma non smettiamo di studiare, noi che siamo abituati a guardare i nostri professori dietro ad una cattedra adesso li guardiamo dietro ad uno schermo, ed è al quanto bizzarro.
Quella della didattica a distanza è un’altra sfida che ci ritroviamo ad affrontare in questo periodo, una sfida sia per noi studenti che per i professori.
Viviamo in un mondo in cui tutto è sostituibile, ma un’aula virtuale non può competere con le nostre classi, un’aula virtuale non può competere con i nostri banchi, un’aula virtuale non può competere con quelle scomode sedie che prima o poi ci faranno ritrovare calve a furia di strapparci i capelli, un’aula virtuale non può competere con i sonnellini fatti di nascosto sui banchi che ci distruggono le ossa, un’aula virtuale non sarà mai di pari livello ai rapporti che si creano nell’ambito scolastico tra docenti, tra compagni di classe, tra compagni d’istituto.
È totalmente diverso!
La didattica a distanza, non offre sicuramente la preparazione di cui avremo bisogno, la mancanza di spiegazioni, interrogazioni, compiti in classe, sono vuoti impossibili da colmare on-line.
È solo un palliativo non un rimedio!
Le lezioni sono diventate motivo di stress, anche con quei professori che con le loro spiegazioni ci facevano sentire dei bambini incantati a guardare il loro cartone preferito; tra scarsa connessione, applicazioni che decidono di funzionare quando e come gli pare, professori non sempre capaci ad utilizzare un computer, studenti che cercano di trovare scappatoie per non seguire le lezioni, il risultato così è decisamente tutto troppo confusionario.
Il problema più grande però è un altro, seguire le lezioni da casa diventa impossibile a causa del fracasso che ci circonda, non riusciamo a mantenere l’attenzione che si raggiunge in un’aula dove l’unica voce è quella del professore che spiega.
Ma i problemi non finiscono qui…!
Sono in molti a pensare che le videolezioni siano surrogati perfetti di una normale lezione in aula, ma facendo alcune ricerche si può notare che una videolezione non può durare più di 40 minuti (ed i nostri mal di testa seguiti da occhi gonfi lo testimoniano), per non parlare poi dei chilometrici compiti assegnati da consegnare a scadenze brevissime e per ultime, ma non per importanza, le verifiche scritte.
In mezzo a tutto questo caos, vogliamo non pensare ai maturandi di questo 2020??! Coloro che a breve affronteranno il temuto esame di maturità, coloro che stanno affrontando di più di quello che avrebbero dovuto già affrontare, in una parola ansia! (aggiuntiva).
E per quelli che pensano: “vabbè ma tanto è solo un esame”, forse non hanno ben chiaro che per molti di noi non è “solo un esame”, ma “l’esame!”, quello che valuta: gli sforzi, le paure, le rinunce, il non sentirsi “mai abbastanza”, le interrogazioni, le nottate passate a ripetere, le mattinate a correre per raggiungere in orario la scuola e molto altro ancora, infondo se si chiama “esame di maturità” ci sarà un motivo.
La verità è che non siamo abituati, non eravamo pronti e tantomeno preparati ad una situazione del genere ed adesso, ne stiamo subendo tutte le conseguenze.
È stato un colpo basso assestato bene per tutti noi!
Proviamo a ripeterci che magari, col tempo, ci abitueremo anche a questo, ma poi pensiamo e rettifichiamo, non dobbiamo limitarci ad abituarci, anzi, ci impegneremo ad imparare, tutto questo dovrà pur insegnarci qualcosa!
Insegnare però nel senso della vera etimologia del termine: lasciare un “signum”, forgiare, incidere qualcosa nell’anima.
Che poi, è proprio questo il vero compito della scuola, no?!
Allora ci ripetiamo che, sì, oltre al questionario da completare di spagnolo su word, oltre a Sandro Botticelli studiato in Power Point, oltre alle disequazioni logaritmiche ed esponenziale spiegate in chiamata su Jitsi Meet, oltre a Carlo Goldoni spiegato in un audio, la scuola quest’anno ha deciso di insegnarci molto di più.
Questa situazione ci ha costretto a metterci in gioco e non ci arrendiamo, anche se le nostre armi per combattere non sono proprio le migliori, ci torna in mente Seneca: “gioiosa e a testa alta, saprò cavarmela ovunque queste mi porteranno”.
Articolo a cura dei ragazzi e ragazze di Futuro Prossimo Chiaiano
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