Scuola e Futuro Aperto, connubio vincente

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Nel mese di maggio, grazie a Futuro Aperto, noi biologhe della Cooperativa Hydra abbiamo accompagnato gli studenti dell’Istituto Capellini-Sauro della Spezia in due percorsi a piedi nel promontorio del Caprione, finestra privilegiata sul Golfo dei Poeti e parte mediterranea del Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara. Il territorio, tra Liguria e Toscana, a picco sul mare, è caratterizzato da coste frastagliate e da una ricca biodiversità, tra lecci, olivi e piante selvatiche resilienti, in grado di sopportare l’elevato grado di salinità e i forti venti.

Sul sentiero numero 433

Con una classe di prima superiore, indirizzo informatico, e quattro insegnanti, ci siamo avventurati sul sentiero 433, che da Lerici porta a Bocca di Magra. Noi siamo partiti proprio dal lungomare di Lerici, a due passi dal castello, dopo avere spiegato ai ragazzi l’itinerario, della durata di sei chilometri. Destinazione? Tellaro! Ma poi, più tardi, anche la baia di Fiascherino, dove fare un bagno dopo tanto cammino. La voglia di mettersi in marcia, sapendo che nel primo pomeriggio ci saremmo rilassati in spiaggia, non è mancata!

Flora e fauna

Il trekking ha offerto ai ragazzi la possibilità di conoscere la flora locale, la storia di Lerici, ma è stato anche una grande occasione di socialità. «Con la pandemia di Covid-19, gli adolescenti hanno sofferto la solitudine – convengono le professoresse del Capellini-Sauro – e oggi dobbiamo offrire loro una scuola che sia anche fuori, per creare un legame con il territorio e sviluppare capacità collaborative».

Ecco, ad esempio, uno studente che, durante la passeggiata, fatta anche di salite, ha portato in spalla lo zaino di una compagna. Altri si sono sostenuti nella discesa, tra sorrisi e aneddoti da raccontare. «Che profumo!». Sono gli oli, come quelli del lentisco, e le resine tipici della macchia mediterranea. All’ombra del bosco, Sabina, una di noi di Hydra, cooperativa tutta al femminile, nata nel 2005, ha indicato ai giovani le piante di asparago, di fico binello, di valeriana e molto altro.

Orientiamoci

È arrivato, poi, il momento di scrutare all’orizzonte le isole Palmaria, Tino e Tinetto, il Varignano e la diga foranea con gli allevamenti di mitili, ammirando anche Maralunga e La Serra dall’alto.

Stupore e curiosità quando abbiamo attraversato l’antico villaggio agricolo-pastorale di Portesone, con resti di case in pietra. Era il 1500 quando venne abbandonato, a causa di un’epidemia di peste, dalla popolazione che si rifugiò nelle vicine Barbazzano e Tellaro.

«Ma camminavano così tanto?», ha chiesto, meravigliato, un alunno. Ebbene sì, gli unici collegamenti erano le mulattiere che abbiamo percorso anche noi oggi. Frequenti, un tempo, le incursioni dei Saraceni, tanto che queste costruzioni di Portesone non avevano le scale, ma venivano calate soltanto all’occorrenza, per essere ritirate in fretta all’arrivo dei pirati.

Dopo il piccolo excursus storico, siamo giunti a Tellaro, e da lì… a tutta velocità verso Fiascherino! Tra gioco, convivialità e riposo all’aria aperta. Uscite didattiche come queste avvicinano i ragazzi alla natura e per noi adulti sono un’opportunità per capire, in un contesto informale, i loro desideri e interessi. Tra loro c’è una giovane che sogna di diventare una fashion designer, un altro espertissimo di motori, uno spirito avventuroso che vorrebbe tornare sul sentiero 433 in bicicletta. Che abbiano un futuro aperto!

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