“Lo Space è tuo”… E quindi? 

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Tra marzo e aprile un laboratorio pratico e creativo anima lo Space, un punto di incontro dove i ragazzi e i loro genitori potranno trovare supporto sull’orientamento e sulle scelte formative e professionali, grazie alla presenza delle educatrici, realizzato nell’ambito del progetto FLIC – Il Futuro è un Lavoro in Corso. I piccoli partecipanti realizzano insieme piccoli interventi di restauro e personalizzazione creativa di oggetti e luoghi.

Ad un mese di distanza dall’inaugurazione di Flic Space, un luogo a Camposampiero (Padova) destinato ad essere un fulcro per le attività di orientamento e di esplorazione per i ragazzi e le ragazze e le loro famiglie, due pomeriggi primaverili fanno capolino e inondano di colori e idee il Parco e gli ambienti di Villa Campello.
Avevamo bene in mente un susseguirsi di appuntamenti futuri, che ospiteranno esperienze e condivisioni sui mestieri, sulle scelte, e sullo sperimentare insieme. Ma ci mancava qualcosa… E ci siamo trovate d’accordo, alzando lo sguardo. Lo Space è dei ragazzi e delle ragazze. Non solo per loro. Ripercorriamo frasi dette da genitori incontrati negli anni, luccichii negli occhi dei preadolescenti, ricordi di gioventù dove piccole conquiste di autonomia ed identità passano anche per una firma lasciata da qualche parte, uno zaino personalizzato, un poster scelto, un oggetto caro, dei colori preferiti, una voce in capitolo.
Per noi quindi significa dare la possibilità ai ragazzi e alle ragazze di partecipare nella personalizzazione e allestimento dello Space stesso; per noi e per  l’Amministrazione, da anni, stimolare a partecipare e prendere voce, organizzarsi e decidere insieme, diventano un filo rosso che accompagnano il pensare ai giovani.

 

   

 

Così, in due edizioni, il laboratorio “Lo Space è tuo” parte dalle mani, dalla creatività, dai colori, da idee nate in gruppo, da staffette e disegni brutti, da pennelli, spugnette, colla e cacciaviti per portare qualcosa dei ragazzi e delle ragazze dentro ad un luogo, per lasciare spazio ad una specie di appartenenza, di ritrovarsi, per permettere anche agli occhi di vedere quel qualcosa che ci fa sentire comodi nelle relazioni e nei legami che troviamo, ritroviamo, conosciamo e riconosciamo.

N.B. Nessun muro è stato dipinto, ma mobili, sedie, piccoli oggetti.

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