Da Torino: una storia di relazioni, solidarietà e intrecci
di familyhub
Vogliamo raccontarvi una storia di relazioni, solidarietà e intrecci, raccolta dalla Cooperativa Giuliano Accomazzi di Torino, all’interno del servizio integrativo del Family Hub.
Ricardo arriva in Italia dalla Bolivia nel dicembre del 2018. Lo accompagnano la moglie Maria e la loro figlia di cinque anni Alma. Ad attenderli a Torino c’è la madre di Maria che, vivendo qui già da una decina d’anni, decide di ospitare tutta la famiglia in casa sua. Per via dei nonni paterni, Ricardo ha la possibilità di prendere il passaporto italiano che gli permetterebbe di lavorare nel nostro Paese e da subito inizia la burocrazia necessaria per ottenerlo. Ben presto però si rende conto che il processo sarà più lungo del previsto, quindi cerca come può di portare qualche soldo a casa. Nel frattempo, la piccola Alma è stata esclusa dalle liste per la scuola dell’infanzia perché arrivata troppo tardi e per questo trascorre la maggior parte delle sue giornate in casa con la nonna, mentre mamma e papà sono fuori tutto il giorno per commissioni e ricerche.
Un giorno papà Ricardo scopre l’esistenza del Family Hub grazie ad un volantino trovato in un bar. Scopre che si tratta di un servizio che offre una serie di laboratori settimanali dedicati ai bambini da 0 a 6 anni accompagnati da almeno un genitore. Le attività sono divise per fasce d’età e, dettaglio non poco rilevante, sono gratuite! Insomma: sembra perfetto per lui e per Alma così, un mercoledì di inizio febbraio, si presenta in via San Domenico a Torino, dove si svolgono le attività del progetto, accompagnato ovviamente dalla bambina. Dopo i primi istanti di legittima osservazione e studio dello spazio, la piccola Alma si sgancia dal papà e si mette a giocare con tutto ciò che trova, commentando entusiasta ogni oggetto e ogni gioco. Anche Ricardo inizialmente è intimorito: non parla ancora bene l’italiano ma si rasserena nel constatare che l’educatrice che conduce il laboratorio parla perfettamente la sua lingua. A poco a poco, incontro dopo incontro, la sua timidezza va scemando e Ricardo trova nei pomeriggi al Family Hub la possibilità di regalare ad Alma la compagnia di altri bambini (festeggerà qui il suo quinto compleanno!), tante attività ogni volta diverse, ma anche l’occasione, non meno importante, di raccontare altre famiglie i suoi passi nella nuova vita in un Paese sconosciuto. La preoccupazione per la burocrazia da sbrigare per ottenere i documenti italiani, la faticosa ricerca di un lavoro fisso che dia a lui e alla sua famiglia un po’ di stabilità, l’impossibilità di iscrivere la figlia in una scuola dell’infanzia…tutto questo viene a poco a poco condiviso con gli altri frequentatori che con il passare delle settimane si sentono sempre più coinvolti nelle sue vicende. Infatti, quando la scuola dell’infanzia chiama finalmente la piccola Alma, Ricardo e sua moglie festeggiano con tutti i loro nuovi amici la bella notizia.
Ma non è l’unica.
Un mercoledì di fine maggio Ricardo arriva al Family Hub accompagnato dalla moglie e, ovviamente, da Alma (la quale, grazie alla frequentazione alla scuola, padroneggia sempre meglio il suo italiano ed è ogni volta più spigliata). Ricardo vuole condividere con le altre famiglie la grande notizia: gli è stato concesso il permesso di soggiorno! La felicità di tutti è spontanea e meravigliosa e si trasforma subito in abbracci e strette di mano. Si festeggia tutti, grandi e piccini, con succo di albicocca e biscotti, ed è in questa occasione che l’educatrice chiede se qualcuno tra gli astanti sia a conoscenza di opportunità lavorative da poter eventualmente proporre Ricardo.
Accade quindi una cosa straordinaria, un evento insperato che dimostra come la solidarietà tra le persone esista, che ci fa ben sperare per il futuro di tutti. Qualche giorno dopo, infatti, l’educatrice riceve una telefonata da nonno Biagio, un simpatico signore che è una presenza costante nei laboratori del mercoledì con le sue due nipotine. L’educatrice ascolta emozionata ciò che nonno Biagio le sta comunicando: ha trovato un lavoro per Ricardo! Le racconta che, essendosi sentito molto coinvolto dalla storia della famiglia boliviana, ha cominciato a chiedere tra le sue conoscenze per aiutarla. E così è successo: grazie a questo gesto, Ricardo lavora in un’impresa di pulizie ormai da tre mesi, ha la tranquillità di un posto fisso, orari stabili che gli permettono comunque di trascorrere del tempo con la sua famiglia e, non da ultimo, di cominciare a guardarsi intorno per trovare una casa tutta per loro e potersi così sganciare dall’appartamento della nonna.
Una vicenda che ha coinvolto tutti, dall’inizio alla fine, e ci spinge a portare avanti il progetto del Family Hub con rinnovato entusiasmo, ben consapevoli che questi spazi e questo tempo insieme arricchiscono tutti.
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