Quel filo rosso che ci tiene uniti. Il Family Hub di Giocolare
di familyhub
In questo lungo periodo educatrici, genitori e bambini, hanno vissuto una nuova quotidianità in cui la relazione educativa a distanza è diventata la normalità. La paura di fare qualcosa di non corretto da un punto di vista pedagogico è stata una preoccupazione ricorrente all’interno del gruppo di lavoro di Giocolare.
“Con non poche perplessità abbiamo deciso di aprire una pagina Facebook Giocolare Family Hub scoprendo così anche un nuovo mondo e un nuovo modo di comunicare ed essere vicini alle famiglie e ai bambini e bambine, un nuovo modo in cui sperimentare la nostra professionalità. – racconta Giulia Fantechi, case manager Giocolare – Abbiamo accolto la sfida di trasformare e trasferire un modello educativo fatto di gesti e sguardi, di relazioni e parole dalla realtà a canali che prima non ci appartenevano. Ci siamo ripensati professionisti dell’educazione attraverso il digitale con l’obiettivo di non abbandonare lungo un percorso già avviato le famiglie, trovando le parole giuste per sostenerli, scoprendoci a nostra volta miniera di risorse: ci siamo ritrovati registi, blogger e social media manager.
“Grazie perché non ci avete mai lasciato soli” queste le parole di una mamma al termine di un incontro, che hanno restituito il senso dell’ impegno e del prendersi cura dell’infanzia.
“Il nostro timore era non riuscire a trasmettere l’identità della cooperativa e del suo ruolo nella comunità attraverso un social network; in questo il ruolo delle pedagogiste è stato di sostegno e di orientamento costante. Abbiamo intessuto legami con nuove famiglie grazie al passaparola delle ormai affezionate: la relazione si conferma infatti essere il mezzo vincente.”
Il tempo
Questi mesi hanno donato ai genitori tempo da condividere con i propri figli, ma ciò ha fatto emergere domande sul loro ruolo di madri e padri. Alcune famiglie hanno sperimentato i consigli di Giocolare per star bene insieme costruendo “tane” o proponendo nuove esperienze di gioco condiviso dedicandosi un tempo lento e prezioso per ritrovarsi.
Molte madri in questo essere lontane si sono sentite sole, inadeguate e stanche: “Io sono molto affaticata e mi sento anche in colpa!”, le emozioni delle famiglie si sono amplificate e tutt’ora dimostrano ancora un po’ di timore nel ritornare sui servizi. Molte famiglie hanno esplicitato il timore che questo periodo di isolamento possa aver limitato la crescita del proprio bambino e esprimono preoccupazione del ricominciare.
“Nonostante queste preoccupazioni delle famiglie – continua Giulia – abbiamo attivato una decina di centri estivi e la sfida di questa fase è stata accogliere i bambini nonostante le limitazioni, facendo capire che l’essere prudenti è la chiave per vivere in modo sereno.”
Forse più che i bambini è necessario insegnare convivere con queste limitazioni ai genitori?
I genitori necessitano di supporto nel gestire la paura e le incertezze che riguardano questo nuovo emergenza sanitaria perché se questi timori vengono alimentati e condivisi in casa allora anche i bambini ne risentiranno.
Quale immagine per descrivervi?
Anche se molto ricorrente, il filo rosso che tiene uniti noi, educatori, pedagogisti con le famiglie – genitori e bambini – è l’immagine più efficace per descrivere i legami essenziali che si sono creati. Sia noi che le famiglie abbiamo tenuto stretto nella mano il nostro capo del filo, teso per supportare nel momento del bisogno, morbido per accompagnare nella quotidianità
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