Educazione digitale: quando iniziare a parlarne?

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La domanda che spesso ci viene rivolta è “quando si può iniziare a parlare con i bambini di educazione digitale?”.

Con la pandemia molte cose sono cambiate e, tra queste, anche il nostro rapporto con la tecnologia. Il tempo che siamo stati costretti a trascorrere incollati ad uno schermo ha modificato molti parametri fino ad allora utilizzati per individuare il “momento giusto” in cui introdurre l’educazione digitale. Innanzitutto ha confermato come, ormai, i devices facciano parte della nostra vita e come la tecnologia ci sia stata utile, quasi salvifica, in un momento in cui tutto era fermo.

Queste evidenze rafforzano la tesi che sosteniamo da tempo: la tecnologia è nostra alleata e non va demonizzata. Inoltre, in questi due anni si è delineata una nuova generazione: potremmo definire “Pandemians” coloro che sono nati dal 2020 ad oggi. Cos’è successo in questo tempo? I nuovi nati si sono trovati spesso proiettati in uno schermo fin dalle prime ore di vita. Per molti, infatti, è stato questo il modo per conoscere papà, nonni e le persone più care. Ecco allora che anche l’età minima di esposizione ha subito un cambiamento. Anche se non ne fanno uso diretto, i bambini fin da piccolissimi vengono esposti agli schermi, attraverso il comportamento e l’utilizzo che ne fanno gli adulti di riferimento.

Quando è importante, quindi, iniziare a parlare di educazione digitale?

La risposta, che potrebbe sembrare scontata e irrealistica, è…da subito! Da quando i bambini iniziano ad interfacciarsi con il web attraverso i dispositivi dei genitori è bene che conoscano le regole chiave della sicurezza in rete. Spesso, infatti, li sentiamo nominare parole come password o Youtube senza che siano consapevoli del loro significato.

È proprio in questo scenario che si colloca il lavoro di #Unitiinrete Aps, all’interno del progetto “Famiglie Stravaganti”, finanziato dall’impresa sociale “Con i Bambini”. Il nostro team ha scelto di rivolgere i laboratori di educazione digitale ai bambini a partire dai 5 anni. E finora i riscontri sono stati stupefacenti. Se inizialmente c’erano alcuni dubbi sulla possibilità di parlare con bambini così piccoli di certi temi, l’esperienza ci ha dimostrato che invece tramite il gioco e la simulazione si può fare, e con dei riscontri sorprendenti.

Nel percorso di quattro incontri abbiamo avuto modo di riflettere con loro sul significato di alcune parole fondamentali, come il concetto di rete o l’importanza di utilizzare una password. Partendo dalle loro conoscenze, abbiamo delineato le caratteristiche delle principali piattaforme, e chiarito il loro funzionamento a cominciare dai limiti d’età. Ed ecco che insieme abbiamo creato la “Città digitale a misura di bambino”! Come in ogni città che si rispetti non poteva mancare un tassello fondamentale: le emozioni di coloro che ci circondano e navigano con noi. Anche qui, le nostre aspettative sono state superate. I bambini, con la leggerezza di cui solo loro sono capaci, hanno associato emoticon ed emozioni, facendo emergere ancora una volta tutta la loro familiarità con il mondo digitale.

Ma di internet si può parlare?

Nonostante il loro entusiasmo, palese è stato lo stupore di poter parlare di “queste cose”. Nessun adulto, infatti, si era mai seduto con loro a parlare di internet, facendo passare il messaggio che solo i grandi ne possono parlare! Ancora una volta i bambini raccontano di non essere ascoltati. Ancora una volta si sentono messi da parte da coloro che dovrebbero guidarli alla scoperta del mondo.

Il dialogo: la vera chiave della prevenzione

A prescindere dalle attività svolte, torna alla luce l’importanza di un dialogo paritetico, aperto e sincero con i bambini e i ragazzi. Parlarne, confrontarsi, ma soprattutto ascoltare in modo attivo e non giudicante la loro opinione ci permette di:

  • Creare un rapporto di fiducia, facendoci riconoscere come punto di riferimento;
  • Sondare la loro conoscenza del web;
  • Trasmettere valori fondamentali “OnLife” (online e offline) come il rispetto reciproco, l’educazione e l’empatia.

Ringraziamo la Scuola Materna Statale “Monumento ai Caduti” di Loreo, la Scuola Materna Statale “G. Rodari” di Volto di Rosolina e la Scuola dell’infanzia “Pascoli” di Badia Polesine per averci permesso di realizzare questa importante e innovativa esperienza che siamo pronti a replicare anche altrove!

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