Mille e una storia. Mille e un’immagine. Cosa rimane di tre giorni di festa nel quartiere più multiculturale di Rimini.
di Zaffiria
800 bambini e bambine hanno prodotto un’opera collettiva che è stata installata nel quartiere più multiculturale di Rimini, Borgo marina. 800 gatti tutti diversi immaginati e disegnati su materiale plastico trasparente perché possano camminare sulle nuvole, guardandoli a testa in sù.
È stata sicuramente questa l’impresa più impegnativa del festival Mille e una storia. Mille e un’immagine realizzato a Rimini grazie al progetto E se diventi farfalla finanziato da Conibambini nelle giornate del 17, 18 e 19 maggio in un quartiere conosciuto troppo per le notizie di cronaca e frequentato poco nonostante la sua centralità.
La creatività di un artista arabo è stata la scusa per rimettere in moto la percezione del quartiere e immaginare nuovi progetti futuri: Walid Taher ha accompagnato per tre settimane il Centro Zaffiria lavorando con bambini, adolescenti, insegnanti, operatori, cittadini e volontari.
Sono stati organizzati due giorni di laboratori per giocare con le illustrazioni dell’artista egiziano, disegnare con lui e sperimentare le sue tecniche e i suoi strumenti. Uno spettacolo musicale ha chiuso la tre giorni riminese: scritto apposta per il festival, Trunkerupampumpera, è nato da un’idea di Elisabetta Garilli, che ne è anche autrice e musicista. Trunkerupampumpera è una metà e un viaggio allo stesso tempo, dove fare i conti con se stessi e con il gruppo. Cinque gatti diversi, pronti a contendersi il territorio ma anche ad arrivare insieme, a diventare una comunità con una meta. E i loro cinque diversi caratteri sono raccontati da ninne nanne e filastrocche della tradizione popolare di un mondo grande: dalla Cina al Senegal, dalla Polonia all’Ucraina, grazie alle voci delle mamme e delle nonne della scuole Ferrari e Gambalunga di Rimini che le hanno condivise per poterle registrare in un’app.
È stata infatti creata un’app, scaricabile gratuitamente sia per Android sia per iOS, che è servita per una caccia al tesoro “aumentata”: gatti nascosti nelle vie del quartiere hanno attivato le canzoni, le conte e le ninne nanne registrate. Suoni da tutto il mondo per trovare un linguaggio comune, come la musica.
L’app ora è rimasta nei cellulari delle famiglie riminesi che hanno giocato come un’antologia di ninne nanne e canzoni che possono essere imparate, ri-cantate, ascoltate.
Non è l’unica cosa rimasta di questa esperienza di festival: il marciapiede di via Gambalunga (davanti alle scuole protagoniste della manifestazione) è stato riqualificato grazie ad una seconda opera collettiva realizzata dall’illustratore egiziano Walid Taher insieme alle famiglie, ai bambini e alle bambine. Perché le tracce della festa rimangano nel quartiere aumentandone la bellezza e la vivibilità.
Trunkerupampumpera diventerà invece un albo per Carthusia e da settembre le scuole avranno uno strumento in più per progetti multiculturali che possano favorire l’appartenenza dei bambini e delle bambine alle loro comunità locali attraverso la musica e l’illustrazione.
Agli operatori, mediatori, insegnanti, bibliotecari è stato invece indirizzato il convegno che si è svolto al cinema Fulgor, insieme all’Istituto del mondo arabo di Parigi, venerdì 17 maggio, sull’illustrazione e la letteratura araba per l’infanzia. Nel pomeriggio, un grande atelier a cielo aperto, in corso Giovanni XXIII, con l’artista Walid Taher.
Per giocare anche a distanza, con l’artista, Zaffiria ha prodotto delle carte da usare in un atelier con adulti e bambini scaricabili gratuitamente.
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