MAGAZZINO DEI SEMI: animazione stop-motion, computer music e foto-fumetto per superare i confini tra le arti, promuovere l’accesso alla bellezza e al “desiderio” e trasformare le persone, le comunità e i luoghi.

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Magazzino dei Semi si rivolge principalmente a bambine/i e ragazze/i promuovendo attività laboratoriali, installazioni, spettacoli, happening volti a favorire il lavoro di gruppo, la collaborazione, l’espressione di sé e l’avvicinamento all’arte e alla bellezza. Partner del nostro Progetto Doors, l’Associazione culturale ha messo a disposizione la sua consolidata esperienza nell’ambito della Computer Art e dell’animazione territoriale per lavorare nella città di Roma, principalmente nel X Municipio, assieme agli altri partner locali e all’Istituto Comprensivo Giuliano da San Gallo.

I: Qual’è la vostra mission e come “conquistate” il territorio?
MAG: Magazzino dei Semi è frutto di una collaborazione trentennale. Siamo Alessandro Floridia e Chiara De Angelis e abbiamo entrambi una formazione legata alle arti visive e alla musica, ambiti che per un decennio sono confluiti nel teatro di ricerca. Quando le nuove tecnologie digitali sono davvero arrivate alla portata di tutti, è stato naturale per noi cominciare a sperimentare nuovi linguaggi con i più giovani insistendo sul superamento dei confini tra le arti e cercando di far convivere la tecnologia con la manualità.

Come associazione siamo nati nel 2003 e abbiamo lavorato soprattutto nel nostro territorio, a Ostia, nel X Municipio di Roma. Abbiamo sempre collaborato in rete con altre realtà del terzo settore, scuole e strutture pubbliche (ludoteche, biblioteche, centri culturali) in progetti finanziati prevalentemente da Enti pubblici. Siamo una delle 30 associazioni che gestiscono il Teatro pubblico e partecipato del Lido di Ostia e ci occupiamo dal 2013 della programmazione artistica delle Arti Visive con un cartellone molto articolato di mostre e workshop.

Da due anni abbiamo ulteriormente arricchito la programmazione creando il progetto “Miaohaus” a cui teniamo molto.  Si tratta di un piccolo spazio espositivo situato in una stanza sulla terrazza del Teatro del Lido dalla quale si domina il mare e in cui i bambini incontrano artisti, seguono laboratori creativi ed espongono le loro opere accanto a quelle di chi ha fatto dell’arte il proprio mestiere.

I: Da quali criticità del vostro territorio prendono le mosse le vostre attività?
MAG: Il nostro territorio fortunatamente ha molto da offrire sul piano naturalistico ma, quando abbiamo iniziato a lavorare con i bambini di Ostia non c’era alcun progetto del Municipio dedicato allo sviluppo della persona e alla socialità per i più piccoli e i loro genitori. A parte la Biblioteca Comunale, se cercavi qualcos’altro dovevi necessariamente prendere il trenino e “andare a Roma”. Oggi la situazione è un po’ migliorata grazie al lavoro di tanti operatori culturali ma molto ancora rimane da fare.

I: La vostra caratteristica è quella di favorire l’accesso all’arte e alla cultura coinvolgendo le tecnologie digitali. Ci potete raccontare come la Pedagogia del Desiderio viene applicata alle vostre proposte?
MAG: Magazzino dei Semi condivide pienamente l’idea di Paulo Freire, su cui si basa essenzialmente la Pedagogia del Desiderio. L’Arte è Educazione e la bellezza è in grado di trasformare le persone, le comunità e i luoghi. Noi abbiamo sempre lavorato molto nelle scuole e negli spazi pubblici con progetti finanziati da enti fornendo dunque, il più delle volte, ai nostri utenti delle prestazioni gratuite. La nostra formula più utilizzata è stata quella dei laboratori pratici, esperienze di tipo educativo e didattico sulle arti visive o sulla musica. Negli ultimi dieci anni il nostro interesse si è focalizzato sulla computer art attraverso dei workshop dedicati a bambini e ragazzi, dove abbiamo sperimentato con i partecipanti nuove forme di espressione mediante un approccio ludico e creativo alle tecnologie digitali.

Il metodo educativo di Magazzino dei Semi è nato da molti esperimenti compiuti negli anni dove ci siamo fatti guidare soprattutto dalle idee e dagli stimoli che ci hanno fornito i ragazzi stessi. Nel 2010 abbiamo cominciato a lavorare nelle scuole con laboratori di animazione stop-motion, che hanno avuto un ottimo riscontro anche grazie alla possibilità di essere diffusi attraverso internet, e da lì abbiamo avuto molte richieste, dalle scuole in particolare.

I: A novembre, grazie al Progetto Doors sono partiti i laboratori gratuiti all’I.C. Giuliano da Sangallo, tra l’altro partner di progetto come voi. Quale programma state seguendo?
MAG: Quest’anno stiamo già lavorando con cinque classi, due nella scuola primaria e tre nella secondaria. Per ogni gruppo stiamo portando avanti un progetto diverso spaziando dall’animazione stop-motion, declinata secondo diverse tecniche e forme di narrazione, alla computer music, al foto-fumetto.

I: Come “rispondono” gli studenti e i docenti al vostro percorso?
MAG: Possiamo senz’altro dire che rispondono molto bene. Abbiamo allacciato relazioni serene e proficue con tutto il personale scolastico e abbiamo riscontrato in generale uno spirito collaborativo specialmente con gli insegnanti di educazione artistica. Ma è soprattutto l’interesse mostrato dai ragazzi a gratificarci. La scuola ci ha dato la possibilità di presentare il nostro progetto con degli incontri dedicati ai docenti e ai genitori. Così nella scuola secondaria, dopo quattro incontri in orario scolastico, quasi tutto il gruppo di ciascuna delle tre classi coinvolte, ha deciso di seguire i laboratori anche nel pomeriggio in orario extrascolastico. Adesso aspettiamo di vedere cosa accadrà con i bambini di quinta elementare che hanno iniziato i laboratori in classe proprio la scorsa settimana. E poi, oltre all’entusiasmo e alla partecipazione, ci aspettiamo grandi risultati dalle loro produzioni artistiche multimediali. E’ già cominciato un grande lavoro di post produzione dei materiali audio e video e siamo molto curiosi di vedere che cosa ne verrà fuori.

Abbiamo un canale youtube dove è possibile vedere molti dei lavori che abbiamo realizzato.

I: Il vostro percorso nella scuola si trasforma in competenze che gli studenti potranno mettere in campo per essere cittadini più attivi?
MAG: Il lavoro che noi facciamo con i ragazzi, ad esempio la realizzazione di un cartone animato, oltre agli aspetti ludici e creativi, richiede una grande concentrazione, pazienza e precisione, occorre sapersi organizzare in gruppo, condividere le idee e dare forma a un progetto collettivo. Questo secondo noi è un valore aggiunto dal punto di vista educativo, un vantaggio per i ragazzi che possono sperimentare tutto questo e ottenere dei risultati che poi potranno condividere anche in internet e che daranno loro una reale soddisfazione.

I: Perchè avete aderito al Progetto DOORS?
MAG: Perché la povertà educativa si tocca con mano, perché spesso la scuola non ce la fa a colmare certi vuoti e perché ci auguriamo di avere gli strumenti adatti affinché possa diminuire e possa diffondersi un po’ di bellezza, di gioia e di “desiderio”.

Crediamo molto nel lavoro di rete, nello scambio, nella progettualità diffusa e speriamo che tutti insieme, educatori, famiglie e ragazzi, si possano cambiare le cose che non funzionano. C’è molto lavoro da fare.

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