Progetto Axè: Nuovi Equilibri. Un percorso per ripensare al ruolo genitoriale, abbattere pregiudizi e stereotipi e rafforzare l’alleanza scuola-famiglia

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Nuovi equilibri è il percorso online di Progetto Axè dedicato a genitori (donne e uomini) di figli che frequentano l’I.C Calvino, l’I.C Paolo e Larissa Pini di Milano, per ripensare al ruolo genitoriale nel contesto della scuola e della complessità del mondo in cui viviamo. Da Marzo a Giugno, ogni martedì e mercoledì, il gruppo di partecipanti potrà confrontarsi su tre principali tematiche: il ruolo e le difficoltà nella crescita degli adolescenti, gli strumenti per decostruire pregiudizi e costruire nuove relazioni educative, la responsabilità della comunità educante.

I: Da dove nasce l’idea del percorso e come si articola? Avete riscontrato una necessità da parte dei gruppi di genitori di trovare momenti di riflessione e condivisione di strumenti?
Progetto Axè: Riteniamo che sia impossibile educare un adolescente, se allo stesso tempo non si lavora anche con gli altri soggetti che interagiscono con lui: “Per crescere un bambino ci serve un intero villaggio”, recita il famoso detto africano. Dall’esperienza di Axé in Brasile con i “bambini di strada” abbiamo imparato che le famiglie vanno ascoltate, coinvolte e invitate ad un’assunzione di responsabilità, senza che l’impegno educativo sia interamente scaricato sulla scuola, che in ambito educativo risulta sempre un comodo “scaricabarile”.

Il percorso “Nuovi equilibri” nasce, dunque, dalla necessità di costruire alleanze: spesso scuola, famiglia e presidi territoriali non riescono ad arrivare da soli ad un vero cambiamento e rischiano di mandare messaggi contraddittori, confondendo ulteriormente i più giovani. Da qui la necessità di percorsi formativi paralleli per famiglie, educatori e insegnanti per costruire e condividere un progetto trasformativo fondato su valori, principi e obiettivi comuni. Per far questo è necessario lavorare anche sul linguaggio: serve condividere un vocabolario comune per dialogare così da potersi capire reciprocamente. Solo come collettività e “villaggio” possiamo mettere in moto un processo di trasformazione il cui centro è rappresentato dagli educandi che abitano la società intera: come insegna Paulo Freire, “la nostra azione educativa è Politica”.

Anche se non sono sempre facili da coinvolgere, le famiglie hanno un grande desiderio di confronto e partecipazione, condizione testimoniata dalla passione con cui intervengono agli incontri. Il problema resta il come agganciarle: presi costantemente dagli impegni quotidiani, risulta difficile spesso ritagliarsi del tempo da dedicare. “Nuovi equilibri “è iniziata come attività da remoto: immaginate quanto costi ai membri di una famiglia tipo, di connettersi per un incontro online di gruppo il martedì o mercoledì dalle 18 alle 20:30, mentre c’è la cena da preparare e si è passata la giornata davanti al PC in smartworking. Non è semplice, ma una volta entrati, si lasciano coinvolgere con grande entusiasmo e serietà: emerge un forte desiderio di crescita. Compito di Axè è di stimolare e ascoltare il gruppo genitori, raccogliendo testimonianze preziose e invitandoli alla coesione.

I: Quali i pregiudizi emersi che si vogliono decostruire per l’educazione degli adolescenti?
Progetto Axè: Il tema dei pregiudizi e stereotipi è centrale nel percorso “Nuovi equilibri”. E’ fondamentale che tutti (genitori, insegnanti ed educatori) abbiano il coraggio e la disponibilità a partecipare ad un faticoso lavoro di decostruzione. E’ necessario approfondire, sforzarsi di comprendere per non incappare in idee, concetti, parole, abitudini, immagini rigide e abiti mentali inconsapevoli. Tutto ciò rappresenta una devastante “zavorra”, quasi una forma di cecità, con la quale inconsapevolmente strutturiamo la relazione educativa. Possiamo sforzarci di “pulire le lenti” (se non proprio “cambiare occhiali”) o si rischia di non vedere i propri figli, ragazzi e ragazze, facendo loro del male, magari guidati da buone intenzioni. Come dice il famoso detto: “La via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni”.

La parola educazione, significa letteralmente “tirare fuori”, “nutrire” e non mettere dentro, riempire, addomesticare: “scuola” deriva dal termine greco Scholè che indica uno spazio di apprendimento libero e che coinvolge la dimensione del divertimento. Per quale motivo abbiamo estromesso dal processo educativo l’esperienza di provare piacere? Perché “apprendere” è spesso sinonimo di “fatica” ed è accompagnato da un vissuto noioso e pesante? Le cose più importanti che abbiamo scoperto o imparato e che, ancora oggi, ci ricordiamo sono proprio quelle che ci hanno dato piacere e gioia. Il “gioco”, diversamente dallo “scherzo”, rappresentano una cosa seria. Come affermava Nietzsche, “Maturità dell’uomo” significa “ritrovare la serietà che da bambini si metteva nel gioco”.

I: Nell’ambito del progetto DOORS si da molta importanza al ruolo della comunità educante (scuola, famiglia e società) nella crescita delle giovani generazioni, ruolo fondamentale soprattutto in questo momento storico in cui l’accesso allo spazio fisico della scuola è stato precluso per l’emergenza sanitaria. Che impatto ha avuto questa pandemia in termini di abbandono scolastico e crescita personale dei ragazzi? La comunità educante riesce ad essere anche virtualmente presente? In che modo?
Progetto Axè: Con i partner di Milano (la Cooperativa Tempo per l’infanzia e il Comune di Milano), si sta lavorando con famiglie e Scuole Calvino e Larissa Pini per strutturare spazi di confronto e co-progettazione, quali i Tavoli di Programmazione Territoriale (TPT). Il  28 Aprile c’è stato proprio uno di questi incontri, durante il quale si è affrontato il tema del “non lasciare indietro nessuno”. A partire da momenti di approfondimento di gruppo tra insegnanti e genitori, ci si è confrontati su diversi interrogativi: Cosa significa non lasciare indietro nessuno? Quali sono i soggetti che non vogliamo lasciare indietro? Quali pratiche ci proponiamo di realizzare concretamente per non lasciare indietro nessuno?

Questo è un esempio dei percorsi che si stanno intraprendendo per la costruzione di una comunità educante, capace di riconoscersi consapevole e di assumersi una responsabilità collettiva, a Milano così come negli altri territori italiani dove agisce Progetto DOORS.

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