Scuola e covid: Programmazione Territoriale e coprogettazione per tutelare il diritto allo studio

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Il 25 settembre scorso, i facilitatori dell’ Ass. cult. Affabulazione e dell’ Associazione AIM  hanno organizzato presso il Teatro del Lido di Ostia una sessione di progettazione partecipata che ha coinvolto il Tavolo di Programmazione Territoriale DOORS del Municipio X di Roma.

Educazione e scuola sono messe duramente alla prova dalle incertezze legate all’emergenza sanitaria. I temi che sono stati affrontati nei gruppi di discussione riguardano l’educazione formale e non formale, il rapporto tra scuola e territorio nonché la connessione tra i vari servizi esistenti nel Municipio X per mitigare gli effetti della pandemia di cui risentono fortemente i minori e le loro famiglie. Abbiamo chiesto a Nancy Aluigi Nannini, coordinatrice locale del Progetto DOORS di raccontarci com’è andata.

I: Quali sfide educative e culturali state affrontando nel X Municipio? Quali le difficoltà e gli ostacoli in questo momento storico?

Nel periodo gennaio-giugno 2020, il Dipartimento servizi educativi e scolastici del Municipio Roma X ha segnalato l’abbandono e l’evasione scolastica di molti minori stranieri. A nostro avviso, questo dato è riconducibile all’impatto negativo causato o perlomeno amplificato dal Covid. Il contesto di impoverimento economico e sociale che condividiamo, infatti, penalizza i gruppi più fragili e le categorie più vulnerabili. In particolare i minori stranieri, le cui famiglie hanno maggiori difficoltà ad accedere al sistema dei servizi pubblici e privati.

Inoltre, quello che stiamo registrando con il nuovo anno scolastico è una dinamica di chiusura da parte delle istituzioni scolastiche nei confronti delle organizzazioni esterne alla scuola,. Un comportamento comprensibile alla luce dei rischi di contagio ma che sentiamo di dover attenzionare. Il dialogo con la scuola, infatti, deve restare una priorità poiché è nella relazione tra scuola e territorio che si struttura una risposta multidimensionale al tema della povertà educativa.

I servizi pubblici (Asl, servizio sociale municipale, scuole), da un lato, subiscono l’urto provocato dalle emergenze che spesso devono fronteggiare in solitudine, con organici sottodimensionati e modelli organizzativi non adeguati a rispondere alla complessità della domanda sociale.Le organizzazioni territoriali, dall’altro, possono apportare competenze e conoscenze preziose per favorire percorsi formativi e inclusivi, anche in un’ottica di coprogettazione di interventi integrati per ricomporre la filiera della rete sociale e disporla a effettive possibilità di collaborazione e accoglienza reciproca.

I: I Tavoli di Programmazione Territoriale – TPT, che fanno da ponte tra scuole e presidi educativi extrascolastici, sono tra i principali strumenti di facilitazione e cooperazione tra Scuola, Terzo Settore, Istituzioni e Comunità locale identificati nell’ambito di progetto DOORS. L’organizzazione dell’Open Space da parte di Affabulazione e AIM nonché la partecipazione del TPT alla sessione di progettazione partecipata hanno facilitato il dialogo tra attori del settore educativo? In altri termini, hanno contribuito a creare un terreno comune di dibattito, confronto e pianificazione di azioni e strategie per ridurre la dispersione scolastica e sociale?

Nancy Aluigi Nannini: I Tavoli rappresentano per noi lo strumento strategico per ricomporre la rete territoriale. Ripristinano una gerarchia di senso negli interventi da disporre e ridistribuiscono responsabilità, prerogative e funzioni alla platea multiforme degli stakeholders territoriali.
I progetti “DOORS: Porte Aperte al Desiderio come OppOrtunità di Rigenerazione Sociale” e“RelAzioni a catena – Comunità educante in movimento” hanno operato efficacemente verso un approccio unitario. L’open space che abbiamo organizzato insieme ha rappresentato una prassi operativa efficace, con spazi deputati per l’elaborazione teorica e momenti specifici per il lavoro in piccoli gruppi.
Si tratta di un processo educativo a tutti gli effetti, formativo e autoformativo, in cui gli attori della società civile si riprendono spazi e strumenti di dialogo e condivisione pubblica per rinegoziare le politiche e la distribuzione delle risorse e far fronte all’emergenza sanitaria senza smettere di garantire a tutte e tutti pari opportunità di accesso al diritto allo studio. Il contrasto della dispersione scolastica non può che essere un processo costituente di lunga durata che impegna la comunità educante a sviluppare pratiche educative basate sul principio della responsabilità sociale e della cittadinanza attiva. Si tratta di investire di più e meglio, non solo in termini economici, e di sostenere processi partecipati, aperti, pubblici, più organici, trasparenti ed efficaci.

I: La riduzione della povertà educativa rappresenta un obiettivo prioritario della comunità educante locale. Quali azioni avete scelto di mettere in campo per far fronte alle necessità territoriali? E quali le prossime tappe del percorso di dialogo che state promuovendo?

Nancy Aluigi Nannini: I partecipanti ai Tavoli si sono suddivisi in tre diversi gruppi di lavoro, rispettivamente sull’intercultura, sulla creazione di centri giovanili e sulla promozione di una cultura del rispetto delle diversità. Tutti i focus group hanno lavorato sul proprio tema mantenendo un’attenzione specifica su minori e famiglie di immigrati, ma anche sul ponte scuola/territorio che richiede la strutturazione di presidi culturali permanenti ed innovativi, e sulla promozione di una cultura dell’accoglienza dell’altro da sé per produrre nuovi immaginari e possibilmente nuove poetiche e politiche.

La rete che afferisce ai Tavoli ha progettato insieme una proposta per il bando CIB – Impresa Sociale Con i Bambini“Non uno di meno”, cofinanziato dalla Regione Lazio e collocato nel quartiere di Ostia ponente, con l’obiettivo di ridurre l’indice di dispersione scolastica e di rafforzare la comunità educante. Le co-progettazioni rappresentano un segno di cooperazione avanzata e strutturata, a sostegno della continuità progettuale e della condivisione di una mission sociale percepita come responsabilità collettiva e non più delegata a singole organizzazioni o a reti corte.

Al momento attuale gli enti di Terzo Settore hanno avviato una nuova progettazione per il bando “Comincio da zero” sempre a cura di Cib, nell’ottica di allargare ulteriormente la maglia delle partnership interne al Municipio e di costruire dei ponti con altri territori del litorale laziale (Fiumicino, Nettuno, Pomezia ecc.).
I Tavoli devono essere permanenti e civici e sono espressione della capacità di fare rete e trovare soluzioni che nasce dalla sinergia tra gli attori del settore educativo. Hanno capacità auto – organizzative e generative, favoriscono la riproducibilità del processo di partecipazione in altri ambienti, territori e ambiti.

 

 

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