Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie – La sfida di Exodus per la lotta alla dispersione scolastica
di Exodus
È entrato a pieno regime il Progetto selezionato attraverso il Bando Adolescenza dall’Impresa Sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il Contrasto della povertà educativa minorile, con Fondazione Exodus capofila
“L’adolescenza è un periodo straordinario della vita dei nostri ragazzi – afferma Don Antonio
Mazzi, presidente di Fondazione Exodus – è il tempo della ribellione primaria, della curiosità,
della disobbedienza, del rischio, della confusione e del conflitto. Spesso però l’adolescenza non
viene accolta e declinata nei termini giusti da noi adulti, genitori, educatori, docenti. Io credo,
invece, che per capire gli adolescenti dobbiamo fare tutti uno sforzo in più e uscire “dal
seminato”… e dobbiamo farlo insieme: famiglia, scuola, società intera”.I Poli Educativi e i Partner del Progetto
Con Fondazione Exodus capofila e 44 partner su tutto il territorio nazionale, il progetto
intende realizzare un intervento integrato multiregionale di contrasto alla dispersione
scolastica volto a favorire l’inclusione sociale dei giovani e degli adolescenti attraverso
l’attivazione e il consolidamento di presidi educativi stabili sui diversi territori di intervento. Si
svolge in sei regioni in cui Exodus è presente stabilmente da anni con una sede (Lombardia,
Veneto, Umbria, Lazio, Calabria e Toscana), in particolare nei Poli educativi di Gallarate (VA),
Quarto Oggiaro (MI), Cologno Monzese, Assisi, Viterbo, Cassino (FR), Cosenza, Verona, Africo
(RC) e Isola d’Elba.A chi si rivolge il Progetto “Donmilani2: Ragazzi fuoriserie”
Il Progetto puntando a coinvolgere gli studenti di età compresa tra i 11 ed i 17 anni (circa 2400
ragazzi nei tre anni di attività). Per questo, fondamentale è la sinergia con le altre agenzie
educative dei singoli territori. Sono stati già coinvolti, infatti, come partner del progetto molti
istituti scolastici secondari di primo e di secondo grado, con l’obiettivo di raggiungere circa
600 tra insegnanti ed educatori. Saranno, inoltre, realizzate azioni specifiche rivolte a nuclei
genitoriali, con l’obiettivo di coinvolgerne circa 150 nel triennio e 150 assistenti sociali.Con il Progetto “Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie”, selezionato dall’impresa sociale Con i
Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, Fondazione
Exodus mira ad intervenire sui processi maturativi degli adolescenti che vivono in condizioni
di concreto e potenziale rischio di marginalità, devianza, bullismo agito o subito,
contribuendo a sviluppare la rete territoriale educativa composta, oltre che dagli organi della
scuola, anche dai servizi sociali e dalle altre agenzie educative. L’intento finale è far crescere e
potenziare la comunità educante dei territori in cui il progetto si sviluppa, rendendo
strutturale e non episodica l’attenzione alle fragilità educative.“Il perno del modello proposto dal Progetto è la relazione educativa – afferma Franco
Taverna, Coordinatore Nazionale del progetto – una buona relazione con sé stessi, con gli altri
e con l’ambiente sono presupposti indispensabili per qualunque apprendimento. Presupposto
fondamentale del progetto è che non sia sufficiente accompagnare i ragazzi attraverso lo studio “tradizionale”, ma attraverso una didattica interattiva ed esperienziale in un percorso
integrato, volto a ripristinare le loro competenze relazionali”.Donmilani2: il metodo e gli strumenti
Nel progetto di Exodus sono adottati gli strumenti dell’educazione attiva, che prevedono un
momento collettivo (gruppo) e uno personale, privilegiando l’uno o l’altro a seconda del
percorso e degli obiettivi individuali di ciascun alunno.“Questo progetto è una sfida, è la somma di tante singole sfide che non possiamo perdere: i
nostri ragazzi – continua Taverna. – Il progetto si considererà riuscito se avrà effettivamente
accompagnato gli studenti più fragili al loro personale successo formativo, ma soprattutto se li
avrà portati sulla strada della loro vita: vogliamo aiutarli a compiere un percorso da una
situazione difficile e perdente ad una prospettiva di maggior fiducia di sé. Il progetto sarà
riuscito se sarà stato capace anche di coinvolgere stabilmente docenti, Istituti scolastici e tutte
le risorse positive dei differenti territori».“Bisogna avere il coraggio di smontare la parola “scuola” – chiosa Don Mazzi – e darle un
altro significato: si deve trasformare in un momento di “crescita umana” e non soltanto in un
momento di “istruzione”. Stiamo piano piano congelando le ricchezze che abbiamo dentro
come uomini. E questo non possiamo e non dobbiamo permetterlo, soprattutto noi che
abbiamo scelto di fare un mestiere così difficile come quello di educatore. E soprattutto in
questa società che sa chiedere solo “di cosa ti occupi” e mai se “stai bene?” o “che potenzialità
hai dentro?”. E’ un atto di responsabilità soprattutto nei confronti dei nostri ragazzi”.
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