Digital Minds. La vostra voce è importante – tavoli di co-progettazione con genitori ed adolescenti
di ilfarocoop
Digital Minds
La vostra voce è importante – tavoli di co-progettazione con genitori ed adolescenti
Durante il mese di febbraio 2024 sono stati avviati percorsi di co-progettazione moderati dalla Human Foundation, con partner, stakeholder pubblico/privati e beneficiari, quali: istituti scolastici, enti pubblici, associazioni, minori e famiglie per effettuare una discussione partecipata tra i vari portatori di interesse per una definizione dell’intervento sociale, partendo dalla definizione congiunta del fabbisogno reale del territorio.
Grazie agli strumenti come Personas Canva e Empathy Map è stato possibile avere una fotografia dell’esperienza genitoriale e adolescenziale maceratese che gravita all’interno del progetto Digital Minds.
Dal confronto tra la rete di partenariato e i genitori partecipanti ai tavoli di co-progettazione emerge una diffusa difficoltà di socializzazione tra gli adulti, così come difficoltà nel bilanciare il tempo da dedicare al lavoro, alla famiglia e ai propri interessi.
A ciò si aggiunge un territorio complesso privo di alcuni servizi utili, come i mezzi di trasporto pubblici.
“Prima c’era più società che si aiutava, adesso siamo tutte isole”.
Inoltre uno dei temi centrali discussi nei tavoli ha riguardato la relazione intergenerazionale e le problematiche che i genitori incontrano nel rapporto con i figli o figlie. Alla base sembrerebbe esserci una comunicazione molte volte frammentata e poco agevolata dall’uso dei dispositivi tecnologici, che rappresentano un impedimento nell’entrare in contatto con i giovani.
Dal confronto invece con gli adolescenti si evince uno stato di ansia diffuso tra i giovani beneficiari del progetto.
L’ansia correlata al carico di studio, alla perfomatività scolastica, al senso di inadeguatezza soprattutto al confronto con l’altro acuiscono le già presenti difficoltà psicologiche ed emotive del giovane.
Le paure dei giovani verso il futuro secondo chi lavora con i giovani:
“di restare ingabbiati all’interno di un contesto che per loro evidentemente è stretto”