Sessualità, adolescenza e genitorialità

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Con la pubertà il sesso smette di essere una curiosità intellettuale e diventa un tema che coinvolge in prima persona sul piano fisico, emotivo e sentimentale. Quando si parla di sessualità e adolescenza anche il più esperto dei genitori affronta con qualche difficoltà il dialogo con i figli. Con quali parole informarli, ma senza essere invadenti? E come educarli a prendersi cura del loro corpo, ma anche dei loro sentimenti?

Nell’età dei primi turbamenti o delle prime esperienze i figli vivono ogni intrusione in questo ambito riservato con imbarazzo e aggressività. Parlando di sessualità e adolescenza possiamo pensare che i ragazzi di oggi, nati e cresciuti tra televisione e internet, sappiano ormai tutto ciò che c’è da sapere sul sesso. In realtà non è detto che l’informazione proveniente dai mass media sia sufficiente o adeguata. La televisione fa vedere, più che informare, e la pornografia che i ragazzi possono trovare su internet o altrove può essere sviante soprattutto in un’età in cui un ragazzo non ha ancora avuto esperienze dirette.

Tra i compiti di un genitore c’è quello di controllare che al ragazzo arrivino le necessarie conoscenze in forma adeguata: le fonti possono essere diverse, ciò che conta è che siano affidabili. Le ricerche riferiscono che i ragazzi parlano di sesso soprattutto con i coetanei, ma un adolescente dovrebbe poter chiedere informazioni ad un adulto sia esso il genitore stesso, che deve essere pronto a fornire risposte adeguate.

In generale, quando si affronta il tema sessualità con gli adolescenti, è importante parlare anche di sentimenti. Seppur ben informati sul piano tecnico, infatti, i ragazzi possono essere totalmente carenti di fronte all’avventura affettiva che rappresenta l’entrata nella sessualità. Un genitore può cogliere le diverse occasioni che si offrono nella vita quotidiana per ricordare che la sessualità è parte della vita, che i sentimenti l’accompagnano, che in un rapporto fisico il partner non è un avversario o un oggetto da usare, ma una persona da rispettare. Nella sessualità in adolescenza entra infatti l’esperienza umana della relazione: un ragazzo deve prepararsi all’incontro con l’intimità dell’altro, a essere partner per un altro partner.

Maturazione psicologica e maturazione fisica raramente coincidono: la prima in genere è più tardiva della seconda e vivere una sessualità precoce rappresenta un fattore di rischio. Secondo studi condotti in diversi paesi, una vita sessuale precoce aumenta la probabilità di andare incontro a difficoltà ulteriori: non solo una gravidanza indesiderata, ma anche depressione e consumo di sostanze d’abuso. Impegnare il proprio corpo in una relazione fisica e/o sentimentale è una tappa fondamentale nella vita di un giovane che coinvolge in vario modo la sua personalità. Un’esperienza chiave durante l’adolescenza, infatti, è l’innamoramento, momento di passaggio dagli amori intrafamiliari a quelli extrafamiliari, vissuto frequentemente come esperienza totalizzante, assume una pluralità di significati. Il comportamento sessuale, infatti, svolge delle funzioni anche a livello non sessuale, come ad esempio una rassicurazione della propria identità, una modalità di affermazione nella relazione con gli altri e, a livello individuale, viene vissuto come una modalità per diminuire la solitudine o gli stati d’ansia. I rapporti sessuali hanno una funzione importante nella strutturazione dell’identità e della personalità dell’adolescente. Imparare ad impegnarsi in una relazione affettiva con un partner e a confrontarsi con la capacità sessuale adulta può essere considerato uno dei compiti di sviluppo fondamentali dell’adolescenza.

 

Sessualità e adolescenza: il compito dei genitori?

I genitori devono ricordare ai figli adolescenti che prima di coinvolgersi a livello fisico è opportuno riflettere, avere cioè ben chiaro quello che si sta facendo. Per esempio, molte ragazze riconoscono che le loro prime esperienze sessuali sono avvenute per far piacere al partner e qualche volta in un clima di competizione con le amiche. Di fronte ad una ragazza che non prende le necessarie precauzioni bisogna domandarsi perché quell’adolescente cede a quel tipo di rapporto o lo va cercando: è infatuata? Vuole attirare l’attenzione? Ricerca affetto o conferme? Cerca di sganciarsi da relazioni dolorose con i genitori? Quando si presenta l’occasione non si deve esitare a dire, senza ansia, che non si dà il proprio corpo a chiunque e che ci sono delle regole di protezione da rispettare. Non importa se l’adolescente subisce in silenzio le parole dei genitori, se ridacchia o le trova pesanti. Più tardi potrebbe ripensarci.

Gli adolescenti di questa società arrivano a conoscere e provare il sesso in anticipo rispetto al passato. Molti di loro considerano la sessualità una pura questione tecnica, priva di sentimenti e emozioni;

 

Parlare di sesso in casa

 

 

Ma è giusto parlare di sessualità in famiglia? Certo che sì, e si dovrebbe iniziare a farlo ai 7-8 anni, età in cui i bambini sono pieni di curiosità ed è il momento ideale per stabilire una relazione di fiducia. Un buon modo per rispondere alle loro domande può essere quello di cogliere la palla al balzo davanti a scene osé, presenti ormai anche nei film per famiglie, ma senza troppa insistenza. Verso i 9-10 anni si può invece parlare in modo più schietto e franco, per poi continuare il dialogo in adolescenza. I ragazzi più fragili sono proprio quelli a cui manca un confronto in famiglia e sono lasciati unicamente alle loro pulsioni.

Parlare di sessualità non significa fare la predica, ma dare ai figli lo spazio e i mezzi per prendere le loro decisioni con cognizione di causa.

 

Educarli ai sentimenti

 

 

Aiutare gli adolescenti a vivere una sessualità soddisfacente e consapevole una delle grandi sfide poste alle agenzie educative e uno dei compiti più impegnativi che un adulto possa realizzare. Gli adolescenti hanno bisogno di informazioni sicure e scientificamente valide, ma anche di occasioni di confronto e di scambio per poter attribuire parole e significati a tutto ciò che il loro corpo sente e vive così intensamente in questa fase della loro vita. È compito degli adulti non trasformare l’educazione sessuale e la prevenzione in una comunicazione unidirezionale e tecnica mirata al solo scopo di evitare problemi medici. Il concetto di salute e la qualità della vita nell’adolescenza comprendono un possibile confronto creativo con adulti disponibili e preparati a rispondere anche sul piano delle esigenze psicologiche e relazionali più profonde.

Come prevenire ed evitare situazioni non appropriate per un adolescente? L’ideale sarebbe che i genitori affrontassero l’educazione sessuale iniziando a parlare di sentimenti, emozioni, sensazioni e soprattutto insegnare il rispetto per sé stessi e per gli altri sin dalla tenera età, per arrivare all’adolescenza con una consapevolezza più strutturata. Bisogna sempre tener presente che la fase adolescenziale è caratterizzata da una certa variabilità emotiva: il giovane cerca di costruire una nuova identità, abbandonando i vecchi e confortanti schemi infantili per sperimentarsi in nuove e stimolanti situazioni che non esulano da tensioni e paure insite nel cambiamento stesso.

È importante che i figli crescano anche con una buona autostima, solo così potranno poi resistere alle pressioni del gruppo e faranno le cose quando se la sentiranno e non per emulare i coetanei. Bisognerebbe creare con i propri figli uno spazio di dialogo e confronto precisi; in questo modo si instaura un clima intimo in cui nascono conversazioni spontanee, mentre la grande discussione una volta tanto genera solo imbarazzo.

 

In Italia non esiste una legge sull’educazione sessuale nelle scuole, ma poi si inorridisce di fronte ai video che i ragazzi fanno circolare su youtube e sui loro telefonini, o di fronte a quello che succede nelle chat. Se non si pensa di poter fornire una cornice di riferimento dove gli adolescenti possano discutere e confrontarsi sui temi della loro vita sessuo-affettiva e poi si propone una società dove il sesso sembra sempre a portata di mano, si rischia di creare tanti disadattamenti che avranno un costo a livello sociale e sanitario…

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