Sola e lavoratrice. A tu per tu con una mamma
di La Nuova Arca
Mi chiamo Francesca e da 10 mesi sono mamma di Giorgia.
La maternità è una grande gioia per me! La vita mi è cambiata radicalmente e non riesco più a immaginarmi senza di lei; è come se mia figlia fosse con me da sempre.
Vederla crescere ogni giorno è bellissimo, una continua conquista. Però non posso negare di avvertire la fatica.
Ho ripreso il lavoro da quasi quattro mesi e sono sempre di corsa. Giorgia frequenta il nido e non è stato facile adattarmi alle novità.
A lavoro, mi sono sempre impegnata al massimo con piacere, senza guardare alla mezz’ora o all’ora in più, ma è cambiato tutto e non posso più permettermelo.
Ora la mia priorità è la serenità di Giorgia e il tempo che voglio trascorrere con lei. Faccio di tutto per andare a prenderla al nido il prima possibile, perché non sia l’ultima ad aspettare la sua mamma. Nonostante adesso io la veda serena, so che anche per lei non è stato facile abituarsi al nuovo ambiente.
Cosa significa questo per te? Puoi spiegarmi meglio?
Con le due ore al giorno di permesso per allattamento, dedico al lavoro molto meno tempo di prima e appaio meno disponibile agli occhi dei miei responsabili e colleghi. Temo che questo possa compromettere il mio futuro lavorativo e, oggi, anche con un contratto a tempo indeterminato, non si può stare davvero tranquille. Eppure, ti assicuro, sono molto più efficiente. Non so spiegarmelo ma, anche se la mattina mi alzo con le occhiaie, perché la notte Giorgia ancora si sveglia due volte o, quando spunta fuori un dentino anche di più, sono capace di organizzare il mio lavoro con molta più facilità di prima.
Cos’è che ti preoccupa di più in questo momento?
Eh, diverse cose mi preoccupano. Come riuscire a organizzarmi quando rientrerò a tempo pieno al lavoro. I tempi di spostamento, che in una città come Roma non sono mai veloci. Eventuali emergenze che possono sopraggiungere, come per esempio i guasti dei mezzi pubblici o il traffico. Come arrivo a scuola di Giorgia? Chi posso chiamare per andarla a prendere? Le maestre sono state chiare: entro le 16:30 devono timbrare e uscire.
I miei genitori vivono lontano e io sono sola a Roma. Mi sento molto sola e mi rendo conto avere bisogno di appoggio.
Si, ho un’amica che abita vicino, ma i nostri orari non coincidono più di tanto e nella maggior parte delle situazioni non può essermi d’aiuto. Altre mie amiche e colleghe vivono in zone molto lontane. Che fare? Roma è una grande città e non è facile conoscere persone disponibili e fidate nel quartiere. Una baby-sitter sinceramente non credo di potermela permettere.
Penso che per crescere un bambino servano dei punti di riferimento affettivi. Serve sapere che tu, mamma, sei parte di un gruppo di persone che ti riconoscono e si interessano a te, a come stai, a cosa hai fatto nella giornata. Finora non avevo mai pensato a queste cose.
Sai che con il progetto #crescereinsieme stiamo lavorando per attivare Famiglie Solidali, cioè persone o famiglie che possano essere una risorsa anche concreta per mamme che si trovano a crescere da sole un figlio, come te? Che idea ti sei fatta di questa opportunità?
Mi sembra un’ottima iniziativa! Spero troviate delle persone nel mio quartiere e con le quali possa instaurare un rapporto a lungo termine. Io avrò bisogno di sostegno e supporto per diversi anni, visto che Giorgia è ancora piccola. Mi piacerebbe incontrare delle famiglie che possano diventare persone importanti per mia figlia e per me, con cui costruire un rapporto di confidenza e aiuto, perché no, reciproco! Penso che anche per Giorgia sarebbe molto positivo avere degli affetti in più nella sua quotidianità. E per me, qualcuno che mi alleggerisca da questa sensazione di ansia o pericolo che mi prende quando immagino di non avere nessun piano B o di non potermi permettere nessun momento di stanchezza.
Si, certo! È comprensibile che tu ti senta così.
Ci auguriamo allora di avere un bel gruppo nel quartiere Tuscolano e di poter trovare la vostra “famiglia-risorsa”, così che possiate fare un bel percorso insieme!
Ringraziamo il Centro Informazione Maternità e Nascita Il Melograno, partner del progetto #Crescereinsieme, per aver realizzato e condiviso questa intervista.
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