Le storie di Comunità in Crescita: piccole donne
di consorziocommunitas
Le donne hanno spesso un percorso più difficile da affrontare. In ogni parte del mondo, seppur in modi diversi, essere donna è infatti ancora un qualcosa di estremamente complesso.
Questo percorso diventa ancora più tortuoso quando si è donna in un paese come l’Afghanistan dove, dopo anni spesi in tante piccole grandi conquiste, tutto va svanendo assorbito da una nuova guerra. Da un conflitto improvviso che poggia su una dittatura che torna indietro, negandogli ancora una volta quell’indipendenza così faticosamente raggiunta.
Ma le donne hanno anche forze e risorse straordinarie per affrontare gli ostacoli del loro particolare percorso. Come la piccola Hana che ha soli 4 anni, e non si è mai fatta ostacolare dalle differenze linguistiche di un nuovo paese. O della giovane Raya che ha invece trovato la possibilità e gli strumenti per rimettersi in gioco, e tornare a condurre un’esistenza normale.
Leggi anche le storie delle Famiglie che hanno ritrovato speranza insieme a noi.
Piccola grande Hana
Hana ha soli quattro anni e tutte la carte in regola per conquistare il mondo. È arrivata in Italia quando di anni ne aveva appena due con la sua famiglia composta da mamma, papà e i tre fratelli più grandi. Con loro la famiglia allargata di zii, cugini e nonni.
Insieme sono sopravvissuti alla presa dei talebani. Il suo visino era sempre impiastricciato di cioccolata, l’espressione seria, e due occhietti vispi e intelligenti. Era autonoma e indipendente già a due anni: non chiedeva nulla, non piangeva mai, non cadeva neanche con le scarpe al contrario.
Hana è arrivata in Italia molto piccola e ovviamente non capiva una parola della nostra lingua, ma questo non è mai stato un ostacolo e ha sempre saputo come riuscire a comunicare con le educatrici.
All’inizio era convinta che tutte le persone si chiamassero Chiara perché entrambe le sue educatrici hanno questo nome. Quindi, per un pò tutto è stato Chiara: gli altri adulti, il parco, la merenda. Hana oggi va all’asilo, parla un perfetto italiano da bambina di quattro anni, e parla bene anche l’inglese; glielo insegna la “maestraPatrizia” – rigorosamente tutto attaccato – all’asilo.
Grazie a Comunità in Crescita può passare il suo tempo fuori, leggere libretti musicali che la fanno ridere, e impegnarsi nel suo passatempo preferito: disegnare. Passa ore a dipingere con le mani.
Ora Hana sorride impiastricciata di colori.
Parla e sa che il mondo non si chiama solo Chiara.
Ora ha una casa nella quale vive con i suoi fratelli.
Ora Hana ha un futuro e i suoi occhi brillano di un’intelligenza che sa di speranza.
La storia Hana ci viene raccontata dagli operatori dell’Opera Diocesana Madonna dei Bambini – Villaggio del Ragazzo, che hanno permesso l’incontro con il progetto di Comunità in Crescita.
Con gli occhi di Raya
I problemi che sembrano più banali, diventano un ostacolo insormontabile quando sei una giovane ragazza rifugiata con sulle spalle il peso di una vita da ricostruire. Raya è una ragazza di 17 anni, arrivata in Italia nel 2021 insieme a tutta la sua grande, grandissima famiglia: mamma, papà, quattro tra fratelli e sorelle, e la famiglia altrettanto numerosa dei suoi cugini.
Raya non ha fatto fatica ad integrarsi nella nuova realtà, complice la grande energia che anima una ragazza con tutto il futuro davanti a sé. Quando le è stato proposto di spostarsi in una struttura più adatta ma in una regione lontana, Raya ha fortemente spinto la famiglia ad opporsi a questa possibilità. Non poteva ricominciare proprio ora che finalmente, dimenticate le porte chiuse dell’istruzione afghana nei confronti delle ragazze come lei, stava cominciando a rinascere, tornando finalmente a studiare.
Eppure, nonostante l’incubo fosse lontano, la lavagna rimaneva sfocata davanti ai suoi occhi pieni di vita che hanno iniziato a rappresentare un nuovo ostacolo per il suo futuro. Raya aveva problemi alla vista, ma la famiglia non poteva permettersi il costo di una visita oculistica privata ed il Servizio Sanitario Nazionale non aveva disponibilità ad una visita generale prima di un anno.
Non vedere chiaramente, impediva a Raya di vivere con serenità l’esperienza scolastica, affossata nella povertà di una famiglia rifugiata, dove ogni problema assume dimensioni sproporzionate rendendo complicata ogni soluzione.
Con l’inserimento all’interno del progetto Comunità in Crescita è stato possibile far sostenere a Raya una visita oculistica specialistica ed ora può sfoggiare in classe il suo nuovo paio d’occhiali che mettono in risalto i suoi profondi occhi castani. Ma, soprattutto, la lavagna è ora nitida e piena di speranze; andare a scuola non è più un peso, ma la liberazione tanto desiderata.
Ringraziamo gli operatori della Cooperativa sociale Famiglia Ottolini che grazie al progetto di Comunità in Crescita hanno aiutato Raya a riprendere in mano gli studi.
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