Il racconto della docente Houar Hoyam: un corso di arabo per rafforzare reti e comunità | IC Gonin
di communityinaction
Perchè un corso di arabo?
È stata fatta richiesta proprio dalla scuola, i genitori volevano partecipare al corso con i figli con uno scopo comune: imparare una lingua nuova. Vogliono imparare soprattutto per comprendere, comunicare, ma soprattutto sentire cosa provano le persone di lingua nativa araba quando imparano l’italiano. Alla base c’è un sentimento di empatia e curiosità.
Quindi il corso è misto. Com’è insegnare a genitori e figli insieme?
Meno difficile di quanto sembri. C’è molta collaborazione in famiglia e molta solidarietà nell’aiutasi a vicenda. In particolare i figli, che in genere sono più bravi, quando mamma o papà non sanno rispondere sono subito pronti a suggerire per incoraggiarli. È molto divertente.
Com’è una lezione tipo?
Di solito inizio con un riassunto delle lezioni precedenti, introduco un nuovo argomento su cui poi faremo degli esercizi, faccio delle esercitazioni fonetiche e infine concludo con un video, una lettura o un dettato. L’obiettivo del corso è arrivare a leggere e scrivere da soli i fonemi.
È impegnativo per i bambini?
Certo, ma sono molto curiosi e si applicano molto, nonostante qualche difficoltà di ascolto e pronuncia. Poi cerco di impostare la lezione come se fosse una “chiacchierata tra famiglie” come se un’amica fosse venuta per insegnare arabo e ci si fosse trovati tutti ai giardinetti. Anche se purtroppo eravamo in dad.
Si fa anche civiltà?
Sì, certo! Approfondiamo cultura, religione e tradizioni dei vari paesi di lingua araba confrontandoli anche tra loro, essendo una lingua molto antica ha avuto sviluppi anche molto diversi in ciascun paese. In generale c’è molto interesse nel comprendere la cultura altrui e mettersi in gioco, si cerca di intavolare un dialogo anche tra i partecipanti. Nonostante la distanza infatti i gruppi erano abbastanza affiatati ed è stata organizzata una cena insieme per conoscersi anche al di fuori dei corsi, così si crea un punto di conoscenza tra genitori e bambini.
Qual è il punto forte del corso?
Il fatto di far crescere una comunità e combattere l’ignoranza. Avvicinandosi a una cultura e una tradizione spesso oggetto di pregiudizi e stereotipi si rafforzano le reti e il senso di comunità comprendendo l’altro anziché giudicarlo. Abbiamo bisogno di interazioni sociali di comunità soprattutto dopo la pandemia che ha provocato una chiusura verso l’altro.
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