Sedici modi di dire ciao, il futuro è di chi non ha paura: dal 9 al 16 novembre centinaia di ragazzi da cinque regioni protagonisti in Sardegna
di giffoniexperience
A Fonni, Tonara, Nuoro e Sassari protagonisti giovani da Campania, Calabria, Basilicata, Sardegna e Veneto per il progetto, realizzato da Giffoni, nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa
Le periferie non sono luoghi da cui fuggire, ma spazi dove ricominciare a sognare. Dal 9 al 16 novembre, Sedici Modi di Dire Ciao dà voce a chi spesso non è ascoltato: i ragazzi che vivono nelle aree periferiche e ultraperiferiche del nostro Paese, dagli affascinanti ma complicati borghi alle zone a rischio di esclusione sociale. Fonni, piccola comunità nel cuore della Sardegna, diventerà il punto di incontro di centinaia di giovani provenienti da diverse regioni italiane.
Sedici Modi di Dire Ciao è un progetto che unisce il meglio della creatività e della cultura per affrontare uno dei problemi più urgenti e silenziosi del nostro tempo: la disuguaglianza nell’accesso a opportunità educative e culturali. Il progetto, ideato da Giffoni, selezionato da Con i Bambini e supportato da Fondazione con il Sud, si rivolge a giovani tra gli 11 e i 17 anni provenienti da Campania, Calabria, Basilicata, Veneto, Sardegna e altre realtà marginalizzate del Paese, per offrire loro un’occasione unica di crescita personale e confronto. Il nuovo appuntamento è organizzato in collaborazione con l’associazione Nuovi Scenari e la cooperativa Scenari Verdi diretta da Giuseppe D’Antonio.
In un’Italia che spesso dimentica le sue realtà più lontane, Sedici Modi di Dire Ciao non è solo un progetto educativo. È un’opportunità per i ragazzi di rompere il silenzio che li circonda, di abbattere le barriere culturali, sociali ed economiche, di riscoprire il proprio valore e quello della comunità che li ospita. Un luogo dove cinema, musica e narrazione collettiva diventano strumenti per costruire un futuro che si proietta con forza verso nuove possibilità.
Conoscersi, raccontarsi, confrontarsi sono componenti fondamentali dell’iniziativa, che vuole dare vita a un’esperienza di incontro tra storie e punti di vista diversi: una narrazione che diventa anche laboratorio di linguaggio cinematografico e si concretizza nella produzione di un documentario. E qui si inserisce Music in Campus con la sua straordinaria potenza: saranno realizzati dei veri e propri mini-studi di registrazione in cui 4 giovani musicisti affiancheranno i partecipanti al campus supportandoli nella realizzazione di alcuni brani. La scelta della melodia, le tecniche vocali, la nascita e lo sviluppo di una traccia, oltre all’esperienza di un vero e proprio studio di registrazione fanno parte del patrimonio di conoscenze messe a disposizione dei giovani.
E ancora Lovers are crazy darà il via a un particolare format di auto-narrazione che raccoglierà, in modo originale, le biografie di tutti i partecipanti. Tutto il materiale raccolto andrà online in un portale che diventerà una finestra su uno storytelling vivo, collettivo, costantemente aggiornato, composto dai desideri, dalle passioni e dalle aspirazioni di tantissimi adolescenti.
E si continua con Short Movie Lab – GRANDI STORIE IN POCHI MINUTI, un piano di formazione con lab e incontri finalizzati a sviluppare competenze linguistiche, artistiche ed espressive. Utilizzare l’espediente di un film per veicolare contenuti stimolanti è un’attività coerente con la funzione stessa della scuola: allargare gli orizzonti, rendere visibile l’oltre, essere una finestra su ciò che accade fuori. Short Movie Lab parte dal recupero di una visione partecipata e dalla comprensione del linguaggio audiovisivo per poi allargare il suo raggio d’azione. Il secondo step, infatti, è dare il via a un’alfabetizzazione ai media e alle immagini in movimento, individuando e sviluppando le idee per la realizzazione di un corto, fornendo gli strumenti per approcciarsi alla prima scrittura di un soggetto e alla successiva trasformazione in sceneggiatura e analizzando la grammatica cinematografica, dalla pianificazione delle inquadrature (storyboard) alla struttura del montaggio.
Felicità, tristezza, rabbia, empatia, orgoglio, senso di colpa, vergogna, invidia, sono molteplici le sensazioni che ognuno di noi prova quotidianamente. I più piccoli tendono a riconoscerne un numero limitatissimo – tendenzialmente soltanto felicità e tristezza – tralasciando le sfumature e non riuscendo a gestire anche i loro effetti negativi. Da qui l’esigenza di inserire un piano di educazione emozionale utile a interpretare, grazie al supporto di psicologi esperti, le sensazioni che si provano. Questo il senso di Lavoriamo sulle emozioni: attraverso il gioco i giovani partecipanti potranno comprendere se stessi e chi gli sta intorno, con l’aiuto della dottoressa Giulia Troisi. Spazio anche alla famiglia con Parental Experience, un corso per migliorare la comunicazione tra genitori e figli.
Superare i confini della lezione frontale, dalla cattedra, consapevoli che le immagini hanno immenso potere. Non a caso sono lo strumento più utilizzato dai ragazzi e il più utile per formare insegnare: ad arricchire il programma del campus anche Movie Days, il progetto che mediante la visione di film permetterà a bambini e ragazzi di rimettere in discussione il loro immaginario, restituendo attenzione e valore alla narrazione audiovisiva, riscoprendo la bellezza della visione in sala nella cornice del Cinema Astra di Sassari.
Mentre il format Digital Prof, dedicato alla comunità educante, propone attività e incontri con l’obiettivo di guidare i docenti-corsisti in un’esperienza di apprendimento utile al consolidamento delle competenze digitali.
“Sedici Modi di Dire Ciao rappresenta una vera e propria opportunità di cambiamento per tantissimi giovani che vivono in contesti periferici e a rischio di esclusione – spiega Marco Cesaro, responsabile del progetto – il nostro obiettivo è quello di dare loro gli strumenti per esprimersi, per confrontarsi e per affrontare le sfide del futuro con consapevolezza e coraggio. Ogni ragazzo che partecipa a questo progetto diventa protagonista di una storia collettiva, dove le emozioni, le passioni e i sogni si intrecciano attraverso il linguaggio del cinema, della musica e della narrazione. La nostra sfida è quella di abbattere le barriere che spesso limitano l’accesso alla cultura e all’educazione, creando occasioni concrete di crescita personale e sociale. Siamo convinti che il futuro appartenga a chi ha il coraggio di sognare, di andare oltre i confini e di immaginare un mondo migliore, e questi ragazzi sono pronti a fare proprio questo”.
Sedici modi di dire ciao è una sfida contro il silenzio, una sfida contro l’isolamento, una sfida per la bellezza. Un movimento che parte dal basso, dalle realtà più marginali, e che ha un impatto che va ben oltre l’evento stesso. Il futuro è nelle mani di chi sa guardarlo con occhi nuovi, senza paura di essere diverso.
“Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minori le. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org”.
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