un “giardino dei sensi” nel Medio Campidano

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Il progetto C.A.R.E. da i suoi frutti anche nel Medio Campidano dove, all’interno dell’azione “Vivere il territorio” il partner  Cooperativa Sociale La Clessidra di Villacidro ha realizzato l’iniziativa “Il Giardino dei Sensi”. L’attività si è svolta all’interno del centro abitato,  un oasi verde  inaccessibile alla fruizione dei cittadini in quanto proprietà privata. L’idea è stata presentata al proprietario che con entusiasmo si è detto disponibile, concedendo che l’attività venisse svolta all’interno dell’oasi, un frutteto di circa 8000 mq.

La Cooperativa ha restituito grazie a questo progetto un luogo privato ai cittadini, attraverso un offerta rivolta a circa 50 bambini del comune di Villacidro e dei paesi limitrofi che si trovano in  un’età  compresa  fra i 2 e i 6 anni.

L’idea di fondo è stata quella di proporre non un’esperienza strutturata e definita, ma piuttosto quella di offrire un luogo dove i bambini potessero avere l’opportunità  del fare concreto, partendo da semplici azioni, come ad esempio fare un spremuta prendendo le arance direttamente dall’albero. Un fare che tenesse conto delle proprie competenze, scoprendole  e valorizzandole. Un fare che non dipendesse dall’adulto. Un fare che emozionasse.

I bambini hanno avuto un luogo con a  disposizione alberi di frutta, spazi dove coltivare verdure e piantare fiori, piccoli insetti, legnetti, pigne e tutto ciò che si sarebbe potuto trovare in un contesto naturale. Da qui si partiva. Quando abbiamo dato avvio al progetto, il nostro obiettivo era quello di osservare l’atteggiamento dei bambini di fronte a tutto ciò, in una situazione completamente nuova, dove il loro essere bambini in gioco, si rielaborava in una condizione dove l’intervento dell’adulto  si è  limitato all’offerta dello spazio.

Le giornate, dopo un iniziale disorientamento dei bambini, si svolgevano con momenti e attività che loro stessi  organizzavano: la prima cosa da fare, al loro ingresso, era occuparsi della piantumazione delle verdure, innaffiarle, controllare che tutto stesse procedendo per il meglio. Ognuno aveva il suo spazio, ma la collaborazione e i suggerimenti facevano da corollario ad un processo di relazioni spontanee e partecipative, che ogni giorno diventava sempre più ricco. Fra  loro c’era chi ci teneva di più al lavoro svolto, chi dava suggerimenti, chi si è sentito fortemente soddisfatto solo quando ha potuto vedere il frutto del proprio lavoro. Le attività dell’orto hanno fatto parte della loro quotidianità per quasi tre mesi nelle estati 2018,2019 e 2020. L’altra possibilità che i bambini hanno avuto è stata quella di costruire giochi con ciò che questo spazio offriva: ecco nascere allora  lo  shanghai gigante, il pincaro, il gioco del tris, non più dentro le scatole, ma sopra la terra, il prato, le foglie. A completamento di ciò c’era tutto il gioco spontaneo e fisico: le arrampicate sull’albero, i giochi di equilibrio sui tronchi, i percorsi inventati e costruiti con tutto ciò che prima di allora sembra inutile e insignificante al fine del gioco e del divertimento.

La valorizzazione di spazi del territorio, l’inserimento di bambini in una condizione di povertà sociale (soprattutto in termini di esperienze),la promozione di una socialità fatta di collaborazione e condivisione, hanno arricchito il  percorso che bambini e famiglie hanno percepito positivamente, motivandone la replica per il prossimo anno, ripensandolo in un arco di tempo più lungo e meno occasionale. Il giardino dei sensi grazie al progetto C.A.R.E. è diventato da 3 anni un appuntamento fisso che nel corso di questi anni ha interessato circa 140 famiglie.

 

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