SeaCoop: Un progetto, tanti percorsi
di cadiai
Il progetto Cantieri Comuni colpisce subito per la sua pluralità di interventi. All’interno del macro progetto, esistono infatti numerosi percorsi con una loro rispettiva identità: alcuni mirano ad integrare le minoranze etniche, altri a sostenere i giovani con difficoltà di apprendimento, tutti a coinvolgere giovani con rischio di abbandono scolastico. Altri ancora prevedono occasioni di incontro formativo non solo con i giovani, ma anche con docenti e genitori. Non mancano inoltre attività di impronta artistica per allenare bambini ed adolescenti alla collaborazione ed attività extrascolastiche in piccolo gruppo per potenziare lo stile di apprendimento e rafforzare le competenze in alcune discipline specifiche.
Seacoop è tra le cooperative sociali che ha accettato tale sfida, potendo contare su professionisti eclettici, con una formazione specifica nel settore educativo, formativo e psicologico. Per la Cooperativa, riuscire a prendere le redini di un progetto così variegato non è stato certamente immediato ed ha compiuto un investimento in termini di risorse umane specifiche che potessero rispondere ad ogni esigenza con competenza. Cantieri Comuni per sua stessa natura concede ampie possibilità progettuali e consente la creazione di uno spazio concettuale utile a chi opera per adempiere a quella che si connota come una vera e propria missione nel campo delle scienze umane. L’opportunità che si è concretizzata è infatti stata quella di poter offrire alle strutture scolastiche numerose e variegate attività ad alto potenziale educativo, sviluppata e condotta insieme a educatori e pedagogisti con vasta esperienza nei settori specifici. Questi professionisti sono stati fin da subito in grado di intavolare il disegno completo delle proposte, ivi inclusi i rispettivi calendari, oltre a fornire un supporto nella scelta dei bambini e dei ragazzi più adatti a prendere parte ad ogni intervento educativo.
Dal progetto all’azione: l’Istituto Comprensivo di Pianoro
Seacoop ha avuto come destinazione di intervento l’Istituto Comprensivo di Pianoro. Certamente la collaborazione con la scuola è stata fondamentale e nel nostro caso è stata una sinergia importante. Dopo un primo incontro con i dirigenti e gli insegnanti, Seacoop avuto la possibilità di gestire al meglio e con una necessaria autonomia la pluralità di interventi. Abbiamo potuto beneficiare da parte di tutto il personale scolastico di una grande disponibilità e apertura, sia sotto forma di atteggiamento propositivo e supportivo, che all’atto pratico per tutto ciò che riguarda gli aspetti organizzativi, logistici e di comunicazione con i vari attori coinvolti. La scuola ha infatti compreso fin da subito l’essenza e il fine di Cantieri Comuni, considerandola un’opportunità che avrebbe portato un arricchimento tangibile all’offerta educativa e formativa della scuola.
Cantieri Comuni in tempo di COVID
Naturalmente, il grande problema che il percorso di Cantieri Comuni ha dovuto affrontare, come per molti, è stata l’emergenza sanitaria che ha visto coinvolta la popolazione umana su scala globale. Per evitare l’esposizione ed il rischio di contagio al Covid-19 le scuole sono state chiuse per mesi e come sappiamo nessuna attività in presenza poteva essere autorizzata, comprese quelle che erano già state previste ed autorizzate per il primo anno di realizzazione del progetto. Il momento storico che abbiamo vissuto – e stiamo tuttora vivendo per la verità… – è stato decisamente straordinario (letteralmente “fuori dall’ordinario”). Se tale situazione è stata motivo, da un parte, di enormi preoccupazioni e anche di un certo scoraggiamento, dall’altra è stata stimolo per affrontare una grande sfida, per ritrovare e riscoprire la creatività, lo spirito di squadra, l’innovazione anche tecnologica come dimensioni necessarie di primaria importanza. La prima lezione di vita si può dire che l’abbiamo ricevuta noi educatori stessi, prima dei ragazzi. Ci siamo ritrovati a riflettere in maniera attiva sulla nuova condizione, a rialzare lo sguardo e ad assumerci la responsabilità, nel pieno spirito della missione più profonda propria di Cantieri Comuni, di individuare ed indicare una strada ai bambini e ragazzi per poter vivere questa contingenza storica con pieno significato esistenziale ed educativo. Insieme abbiamo cercato nuove strategie per poter far continuare il percorso didattico che, se interrotto in presenza, poteva e doveva continuare con modalità alternative. È stato un lavoro veramente creativo escogitare e sperimentare metodi innovativi e che fossero almeno in parte altrettanto validi che ci permettessero di svolgere il nostro lavoro educativo. Questi metodi, apparentemente lontani da metodi consolidati su un repertorio di anni, decenni di esperienze e buone pratiche, basati sul contatto e vicinanza fisica, prossemica, corporeità, comunicazione non verbale, hanno rappresentato una grossa scommessa per tutti noi.
Nuove scommesse, grandi scoperte
Desideriamo condividere quanto emerso in questi mesi di operatività inedita. In un periodo in cui è necessario mantenere le distanze, si è creato uno “spazio da riempire”. Durante il lockdown, proprio nel periodo di totale apparente immobilità, siamo potuti ad arrivae ad “estrarre” una certezza: il bisogno di concretizzare un modo per fare percepire l’importanza della collettività e di “fare cose” insieme anche quando non ci si incontra fisicamente. Cantieri Comuni sembrava essere nato, e destinato a svilupparsi, in un contesto diametralmente opposto e totalmente contrastante rispetto alla situazione di isolamento. Mentre le reti e i canali d’informazione mostravano continuamente, senza sosta quegli attori e quelle parti di popolazione che partecipavano, gestivano, lavoravano in prima linea nei confronti della situazione di emergenza (primi tra tutti, i medici e gli infermieri), la maggioranza di noi è stata chiamata a compiere azioni meno visibili, forse per molti versi meno eroiche, ma sicuramente fondamentali nell’ambito di una missione come quella di tentare di arginare al massimo il contagio di un virus. E’ esattamente qui, in questo preciso punto, che abbiamo capito che una situazione avversa poteva in realtà diventare grande maestra di un insegnamento più alto: l’importanza della collettività, della relazione tra scuola e famiglie, tra educatori ed educandi. Abbiamo compiuto sacrifici restando isolati, ma allo stesso tempo è importante che tutti si ricordino che non siamo mai stati veramente soli. Paradossalmente, la solitudine che abbiamo vissuto è stata collettiva. Lo raccontano le immagini di strade e piazze completamente vuote. Ciò che Seacoop sta portando oggi, attraverso Cantieri Comuni, nelle scuole che hanno riaperto e che adottano ancora tutte le misure e le precauzioni indispensabili nei confronti di una pandemia che non possiamo ancora considerare come un ricordo, è educare i nostri alunni a vedere, percepire, interiorizzare il fatto che quelle strade vuote sono state il risultato di un esercizio collettivo, un forte segnale di quanto abbiamo tutti insieme sacrificato la nostra libertà individuale per un motivo più grande e che ognuno di noi è stato essenziale nel contribuire al raggiungimento di tale scopo.
Paradossalmente, proprio nell’annullamento della collettività visibile, questa è emersa ancora più forte per contrasto, rendendo evidente la forza della sua azione, con un risultato impressionante. Se volessimo fare un paragone, potremmo evocare il silenzio, quando diventa assordante e testimonia la presenza invece che l’assenza.
Il 2021 e il ritorno di Cantieri Comuni dentro e fuori le scuole
Questa esperienza ci ha catapultati nel nuovo anno con energie rinnovate e con un pensiero ancora più chiaro di cosa è Cantieri Comuni per noi. Seppure sia vero che il macro progetto si diversifica in una fertile moltitudine di attività, la loro diversità non crea una differenza, bensì una somma di tutto ciò che vuole essere il senso di una comunità che cresce insieme, che tiene conto delle diversità, delle fatiche dei soggetti più deboli, delle potenzialità di coloro che hanno capacità e talenti sopiti, nascosti, bloccati da difficoltà di tipo caratteriale o clinico.
A dirla tutta, in realtà, l’insieme che deriva dalle attività messe in campo è, per citare la Psicologia della Gestalt, molto più che la somma delle sue singole parti. Ciò che emerge dalla sinergia degli interventi, infatti, non è riducibile, scomponibile nelle sue singole componenti. Analogamente a quanto accade per una melodia, oltre alle singole note che la compongono, entrano in gioco il ritmo, i tempi, le pause e, nuovamente, i silenzi…. che silenzi non sono.
A proposito di tempi, possiamo dire di essere a metà di quello previsto dal nostro bando per quanto riguarda lo svolgimento di Cantieri Comuni. Nonostante le difficoltà burocratiche ed oggettive che la riapertura delle scuole ha comportato, ci possiamo ritenere fortunati… molto fortunati! Lo staff dell’Istituto Comprensivo di Pianoro ha mostrato da subito la chiara volontà di fare tesoro dei progetti proposti, accettando di buon grado i riadattamenti che abbiamo proposto per ottemperare alle questioni di prevenzione e sicurezza, e dando una mano per superare ogni difficoltà concreta che ci si è presentata con tempestività. Certamente fa piacere sentire che le proprie attività vengono riconosciute ed apprezzate con tanto interesse e gratitudine. I nostri operatori raccontano di essere ormai conosciuti come “quelli di Cantieri Comuni”, sono felici di ricevere feedback positivi e di avere richieste da parte di insegnanti, genitori ed alunni per poter riproporre le medesime attività anche nei prossimi anni.
Siamo veramente soddisfatti di aver attivato tutti i progetti che ci vedevano protagonisti e ci auguriamo che i nostri interventi possano dare ai giovani qualche elemento in più per ricordare quanto sia importante il lavoro di squadra, la collettività, in poche parole… costruire insieme un vero e proprio Cantiere Comune.
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